Imprevisti giornalieri

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Capitolo 2

 

Imprevisti giornalieri

Arrivammo a scuola.                            

C’erano le solite galline che ridevano e prendevano in giro.

“Ecco le tre sfigate directioners!” disse Marta alle due amichette Alice e Chiara.

Marta si credeva la regina della scuola solo perché era ricca e molto bella. Si vestiva in modo provocatorio e volgare. Infatti, indossava una minigonna con una maglia cortissima.

Era alta e magra, con i capelli biondo platino e occhi marroni. Si truccava pesantemente e sembrava un pagliaccio. Aveva sempre tutti i ragazzi ai suoi piedi solo perché è una ragazza molto aperta, in tutti i sensi. Le sue due amiche erano la sua esatta copia nello stile di vestire e di fare.

Queste prendevano in pesantemente tutte le directioners della scuola. Il motivo non l’ha mai capito nessuno.

Però si deve dire che non erano le uniche a farlo erano seguite da alcuni ragazzi. Questi usavano anche la violenza, infatti, almeno una volta a settimana picchiavano qualcuno.

Fortunatamente a me e alle mie amiche non è mai successo nulla del genere. Forse perché eravamo tutte e tre fidanzate e loro erano amici di questi bulli.

Ebbene sì, sono fidanzata con Enrico da un anno. Siamo una coppia molto affiatata. Egli ha 18 anni fa il liceo scientifico. È un ragazzo alto, muscoloso e bello come il sole. È molto simpatico e difende ciò che gli è più caro nella sua vita. Devo ammettere che è anche molto geloso. Guarda male ogni ragazzo che mi parla o mi saluta semplicemente.

“Guarda chi c’è la ragazza facile della scuola!” disse Viola, che come al suo solito non se le fa dire e non ha peli sulla lingua.

“Che simpatica che sei! È meglio che non ti metta contro di me se no sono guai!” disse Marta con cattiveria.

“Che paura!” disse con sarcasmo Viola “cosa mi vorresti fare?” continuò provocatoria.

“Ti aggiusterò per le feste!” rispose con malvagità.

“Sai che non ti conviene! Io sono fidanzata con Lorenzo!” disse Viola con aria di vittoria.

Lorenzo era il fratellastro di Marta e se questa fa qualcosa alla sua ragazza, sa che non gliela farà passare liscia.

“Ti sei salvata solo per questa volta! Capito? Ciao sfigate!” disse con aria di sconfitta e se ne andò.

Arrivarono Enrico, Lorenzo e Marco, il fidanzato di Carlotta.

Salutarono con un bacio le rispettive ragazze.

“Ciao, amore!” disse rivolto a Carlotta “Come state?” chiese Marco.

“Bene! Tranne per il fatto che Marta, Alice e Chiara ci minacciano e insultano.” Disse Carlotta

“Questa storia deve finire! Quando torno a casa, mi sente!” disse Lorenzo.

“Sta calmo! Tanto ci sappiamo difendere e le daremo noi la giusta lezione per ciò che sta facendo a noi e agli altri!” disse Viola.

“Mi raccomando non combinate guai!” disse Enrico.

“Non vi preoccupate!” disse Erika.

“Quando dite di non preoccuparci e un motivo in più per iniziarlo a fare!” disse Marco.

“Uomini di poca fede!” rispose Viola.

E tutti scoppiarono a ridere.

Suonò la campanella, ognuno andò nella rispettiva classe.

Passarono sei ore, allora aspettammo i rispettivi ragazzi e ci incamminammo verso casa.

“Ho avuto un’idea!” disse Carlotta.

“Ho paura!” disse Erika stringendosi più vicino al suo fidanzato.

“Che esagerata! Dicci pure cara!” disse Viola.

“Stavo pensando che dobbiamo fare shopping per prendere qualcosa di carino da portare in Inghilterra!” disse Carlotta.

“Hai ragione! Siamo alla fine di maggio e tra meno di due settimane partiremo per Londra!” disse Viola.

“Aveva ragione Erika che si dove preoccupare!” disse Marco.

Gli altri due concordarono.

“Poi dobbiamo prendere qualcosa per la festa di sabato sera!” aggiunsi.

“Ok! Allora andremo domani a fare compere?” chiese Carlotta.

“Certo!” dissero le altre due.

“Ok! A domani!” dissi.

Ognuno di noi andò a casa e facemmo i compiti per il giorno dopo.

Verso sera rientrò mia madre. Non sapevo che ero in casa perché di solito o uscivo con le mie amiche o con Enrico.

Ero in salotto e la sentii parlare al telefono in inglese.

(fate finta che la conversazione sia in inglese)

“Erika tra meno di due settimane sarà in Inghilterra e sarà meglio che non ti veda!” disse la madre.

“Non può venire a conoscenza della verità dopo 16 anni!” aggiunse riattaccando.

 

“Di quale verità parli?” dissi sorpresa.

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