Festa con gelosie e conciliazioni

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Festa con gelosie e conciliazioni

Erano le 20:00 e mi stavo preparando per la fasta che si sarebbe tenuta a casa di Lorenzo. Ovviamente ci sarebbe stata anche Marta con le sue amiche e i suoi amici.

La mattinata era passata molto bene. Ho fatto una passeggiata con le mie due migliori amiche, poi di pomeriggio sono uscita per un’oretta con Enrico.

Indossai il vestitino nero molto corto comprato giovedì e mi truccai con una linea di eyeliner per definire lo sguardo e misi del mascara volumizzante e del lucidalabbra.

 

Alle 21:00 Enrico mi venne a prendere a casa. Entrai nella sua auto.

Indossava un jeans nero a vita bassa e una camicia bianca lasciata sbottonata nei primi bottoni.

“Ciao Amore!” disse dandomi un bacio molto provocante e per nulla casto.

“Ciao!” dissi con il fiato corto.

“Con questo vestitino mi provochi!” disse molto malizioso.

“Questo vestino molto corto non l’ho messo per te!” dissi con aria beffarda.

“Non credo proprio!” disse in modo duro mettendo la sua mano sulla mia gamba scoperta.

“Sei sicuro?” chiesi con aria di sfida.

“Sì! Molto sicuro!” rispose facendo scivolare la sua mano sempre più vicino alla mia intimità.

Io molto infastidita dal suo gesto lo scostai molto malamente ed egli di risposta mi strinse più forte e mi baciò con molto trasporto. Nel mentre le sue mani vagavano sotto il mio vestito e provò a mettersi su di me.

“Smettila! Lasciami stare!” dissi urlante e spingendolo sul suo sedile.

“Scusa non volevo!” disse facendo un sorrisetto malizioso e avviando l’auto.

“Certo come no!” dissi arrabbiata.

“Sei tu che mi hai provocato!” continuò.

“Io non ti sono saltata addosso!” dissi con voce stridula.

“Con te non si può fare mai nulla!” disse.

“In questo momento non era il caso!” dissi con la voce spezzata.

“Scusa non volevo!” disse vedendo una mia lacrima che scendeva.

Mi accarezzo la coscia, ma stavolta per confortarmi. Vedendomi così si mortificò del suo comportamento.

Arrivammo a casa di Lorenzo. Allora Enrico si fermò e parcheggiò.

Mi abbracciò, mi chiese ancora scusa ed io lo perdonai.

 

Scendemmo dall’auto e suonammo la porta. Ci venne ad aprire Marta.

“Ciao! Anche voi qui!” disse fingendosi sorpresa.

“Sì. Ci fai entrare oppure restiamo fuori?” dissi infastidita.

“Certo! Prego!” disse facendoci entrare.

Subito vennero da me Viola e Carlotta. Indossavano gli abitini molto corti comprati insieme qualche giorno prima.

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