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5:15
Abbiamo passato ore a parlare di quel che è cambiato tra noi, nel bene e nel male, e quello che è successo nel nostro piccolo paesino di collina, delle ragazzine dodicenni che "soffrono" per amore, e quelle cazzate lì.
Un'ora intera l'abbiamo passata invece ad assaporare i nostri silenzi, quelli che ci sono mancati, quelli di cui abbiamo bisogno, e a renderli speciali.

«Ho bisogno di vedere il mare» gli ho detto di getto, irrompendo il silenzio.
«Sai che da qua al mare c'è mezz'ora di macchina, no?»
«Si...»
«Vogliamo muoverci a prendere le biciclette?» ha detto ridendo.
Siamo tornati a casa mia e ho preso la mia bicicletta e un costume da bagno. Lui ha fatto lo stesso e siamo partiti. Non andavo a mare a Crotone da cinque anni almeno.
Dopo 45 minuti siamo arrivati in spiaggia.
«Sono le sei... fra poco sorgerà il sole.» mi ha detto, mettendomi un braccio intorno alle spalle, come in quelle scene dei film in cui i protagonisti sono al cinema e lui vuole avvicinarsi a lei.
Siamo restati a guardare il sole che, pian piano, è salito nel cielo, in alto.
Ho messo un'asciugamano intorno al corpo e mi sono cambiata, e lo stesso ha fatto Riki.
Verso le sette ci siamo buttati in acqua. Il mare era gelido, ma guardare sorridere il mio migliore amico rendeva tutto più caldo, intorno.
Quando sono con lui, il tempo intorno si ferma. È una sensazione fantastica, indescrivibile. Una sensazione che mi è mancata.
Abbiamo fatto il bagno per due lunghe ore. Ne è passata di gente, che ci ha guardato male. Ma chi se ne frega proprio.
Dopo il bagno ci siamo buttati nella sabbia.
«Sei così attraente in costume»  mi ha detto ridendo.
Si è avvicinato lentamente a me, come una pantera.
Io sono scoppiata a ridere e lui ha fatto lo stesso.
Poi ha scritto sulla mia pancia, togliendo un po' di sabbia, le nostre iniziali dentro un cuore.
«Fai la foto! Voglio ricordare questo momento!» ho detto, e ha fotografato quel "capolavoro".
«Bellissima! Poi me la stampo e la metto in soffitta» ha detto entusiasta.
Ha annuito e ho tolto la sabbia dal corpo, per poi rimettere i jeans e la maglietta.
«Andiamo... torniamo a casa?»
«Direi di andare alla Siciliana»
«Okay, facciamo colazione!»
· · · ·
20:30
Era quasi arrivata la fine delle 24 ore.
Dopo aver fatto una lunga colazione e una passeggiata siamo tornati a casa. Abbiamo preparato dei biscotti, poi li abbiamo mangiato, e poi mi ha mostrato dei disegni che ha fatto: Katy Perri, Tiziano Ferro, Michele Bravi... e un disegno di me. In realtà, siamo io e lui. Avrà copiato una delle foto che ha stampato. Ne aveva due, così ne ha data una copia a me.
Poi abbiamo preparato un caffè  ci siamo raccontati tante cose. E poi abbiamo giocato a carte: quale modo migliore di trascorrere la giornata!?
Abbiamo fatto tante cose di cui non ti sto a raccontare i particolari...

Abbiamo cenato con lasagne e fettine impanate, con mandarini di accompagnamento, tristi perché la giornata stava per volgersi al termine. Verso le dieci, ci siamo stesi sul prato, a guardare le stelle.

«Sei la cosa più bella che mi sia capitata» mi ha detto Riki dopo qualche minuto di silenzio.
Non gli ho risposto.
«Mi sei mancato»  gli ho detto infine.
«Anche tu, tanto»
L'ho guardato negli occhi, e lui ha fatto lo stesso.
Ha sorriso leggermente.
Poi è successo.
Ha appoggiato le sue labbra sulle mie.
Non ho rifiutato, ma so che quel bacio mi ha solo confuso le idee.
Ho sperato si accorgesse di aver fatto una cazzata, ma niente.
Ha continuato, ma nessuno dei due voleva fermarsi.
Ci siamo staccati per riprendere respiro.
« Fra un'ora esatta finiranno queste 24 ore.» gli ho detto, tornando triste.
«Beh, sono state le ventiquattro ore migliori della mia vita.» mi ha detto sorridendomi «non dimenticherò mai questa giornata con te. Mi mancherai.»
«Non potremmo vederci per sbaglio?»
«Se ci scoprono i tuoi, sai che succederà.»
«È mio padre... mia madre mi vuol bene»
Ha annuito cupo, poi mi ha sorriso di nuovo, guardandomi negli occhi.
«Mi mancheranno i tuoi occhi color nocciola, color corteccia d'albero, come il nostro albero, come la nostra quercia nel parco; mi mancheranno le tue mani calde che mi sfiorano la pelle; mi mancheranno le tue labbra morbide, anche se le mie le hanno toccate per una volta in tutta la mia vita, e mi mancheranno i tuoi outfit, a volte strani, ma che ti stanno sempre dannatamente bene.» mi ha detto, tutto d'un fiato. «Ti voglio bene» ha aggiunto, stringendomi a sé.
«Ti prego, baciami di nuovo» gli ho sussurrato.
Mi ha dato un bacio sul collo, poi uno sulle labbra. Un bacio dolce e appassionato allo stesso tempo.
«Anche io ti voglio tanto tanto bene, Riki» l'ho abbracciato di nuovo.

23:35
«Ti accompagno?» mi ha chiesto, con gli occhi lucidi.
«Si si, così sfruttiamo tutto il tempo»

«Una volta alla settimana... come si può? Che cattiveria»
«Non ha affatto senso. Mio padre ha una mentalità molto arretrata.»

23:56
«Eccoci arrivati»
«Davvero terribile come addio... abbiamo quattro minuti..»
Mi ha baciato di nuovo, mettendo le sue mani intorno ai miei fianchi. Mi sono lasciata andare.
Gli ultimi quattro minuti, almeno, li ho vissuti bene.

23:58
«Grazie ancora.» ho preso le chiavi dalla tasca.
«Ti voglio un mondo di bene, Fede» mi ha ripetuto, dandomi un altro bacio veloce.
«Ehm, io... vado» ho aperto la porta.
L'ho guardato, e ho intravisto una lacrima scendere lungo la sua guancia.

00:00
Gli ho sorriso ed ho chiuso la porta alle mie spalle, piangendo.
Chissà se lo rivedrò mai.
Chissà se il nostro destino ci riserverà delle sorprese.
Chissà se un giorno mi darà un altro bacio, coinvolgente e irresistibile.
Chissà.

Okay, avevo detto che la sorpresa sarebbe stata felice, però è abbastanza deprimente.
Non so quanto durerà ancora la storia, circa altri 16 capitoli circa.
E niente, ciaoo!
-Sa

Nonostante Tutto [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora