Finn si accasciò a terra, mettendosi una mano sulla faccia. «Che cazzo hai fatto? Non avevi mai accennato a questo... questo potere!» esitò. «Credevo leggessi solo la mente.»
Mi alzai, asciugandomi la faccia. «Non sono telepatica. Sono empatica, in un certo senso.»
Finn ansimò. Stava sudando freddo. «Che... che cosa hai...? Non importa. Non lo voglio sapere!» e fece per alzarsi.
«Finn...» provai a dire. «So che hai sofferto. Ho sentito il tuo dolore, la tua paura, e so-»
«Tu non sai un cazzo, puttana!» sbraitò barcollando.
«Lasciami spiegare!» insistetti. «Io posso provare quello che prova il soggetto sotto la mia lente di ingrandimento. Posso vedere ciò che vede lui e di conseguenza agire come lui. Nel tuo caso, ho provato la tua angoscia e... e ho capito che era tuo padre.»
Sentir dire la parola "padre" lo fece sobbalzare. «Tu non sai niente di me, di lui, di tutto quanto!»
«Lo posso immaginare!» esclamai. «So cosa si prova ad avere un padre che non ha nessuna considerazione né rispetto per il proprio figlio.» allargai le braccia. «Per anni ho vissuto con un patrigno che mi picchiava e insultava gratuitamente. Quindi non fare il saputello e smettila di pensare solo a te stesso, perché altri come te hanno sofferto e stanno soffrendo!»
«Non mi frega un cazzo degli altri.» mugugnò. «Io penso a me e basta.»
Si avvicinò a me e mi prese il braccio. «E ora... verrai con me, e non è una richiesta.»
Lo guardai negli occhi. «Finn, io ti posso aiutare.» dissi in tono supplichevole. «Posso aiutarti ad uscirne e a stare meglio.»
Lui non fece una mossa. Mi guardò con aria di sfida e strinse più la presa. «Non ho bisogno del tuo aiuto. Ho bisogno del tuo potere.»
Il suo volto mutò e divenne quello della Chimera, o meglio uno dei volti della chimera. Mi apparve davanti alla faccia il volto della tigre, che mi fece gridare: «Lasciami!»
La sua voce divenne un ruggito e la mano con la quale mi teneva il polso divenne un artiglio che si conficcò nella mia carne. Mi dimenai e gridai dal dolore, cercando di liberarmi dalla presa.
Sgranai gli occhi che divennero rossi e incentrai la mia energia sulla sua mente, per costringerlo a lasciarmi andare. Le palpebre del mostro si sgranarono ed emise un verso stridulo, mollando la presa e lasciandomi precipitare dalle scale. Rotolai fino alla fine, mentre schegge di vetro si conficcarono sulle braccia e sulla gamba destra. Imprecai, scorgendo Tony con la tuta da Iron Man che fronteggiava la seconda Chimera.
Alzai lo sguardo, notando Finn-Mostro che stava agitando il capo a destra e manca, come in preda a spasmi. L'avevo bloccato temporaneamente con qualche visione, probabilmente i suoi peggiori incubi. Mi sentii in colpa, da una parte: avrebbe rivisto suo padre...
Zoppicai al piano di sopra per prendere la mia armatura, ma a quanto pare era destino che combattessi senza; Finn si fiondò in mezzo al corridoio, bloccandomi la via.
"Merda!"
Il mostro ruggì, gli occhi ancora iniettati di rosso e... lacrime.
«Finn, ti prego.» portai avanti le mani. «Non costringermi a rifarlo. So che hai sofferto. Non devi per forza sottostare alla volontà di tuo padre!»
Lui richiuse le fauci. Ebbi un piano. Non potevo affrontarlo in quelle condizioni, se mi avesse attaccata di nuovo. Feci un passo avanti.
«Ti sta solo usando. Forse... forse vuoi i poteri altrui per farne di propri, non è così?»
Finn-Mostro esitò. La sua testa di tigre toccava il soffitto che stava crollando piano piano a pezzi.
«Sai cosa vuol dire?» continuai, facendo un altro passo. «Prenderà anche il tuo. Poi non gli servirai più.»
Non sapevo neanche io se stessi bluffando o se avessi fatto centro sul problema di Finn. Pregai gli dei nella seconda opzione.
«Lascia che ti aiuti.» allungai una mano, facendo trasalire lievemente la creatura. «Non vuoi fare del male a nessuno, lo so. So che sei un bravo ragazzo.»
Dietro di me ci furono tonfi e la voce spezzata di Tony. Era stato colpito, molto probabilmente. La seconda Chimera ruggì.
Incentrai l'energia nelle mie parole. Dovevo ammaliarlo, dovevo incantarlo, tutto qui. Poi... poi avrei dovuto toccargli la fronte; in tal modo, l'avrei costretto a un incubo di almeno un'ora. Non c'era altro modo.
Feci un altro passo, trovandomi a pochi centimetri da lui. «Io posso aiutarti.»
"Devo aiutare Tony, devo fare in fretta!"
La testa di tigre abbassò le orecchie, squadrandomi con tristezza, e io colsi l'occasione per fare un salto e prendergli il muso tra le mani. La bestia ruggì e si dimenò, ma io rimasi incollata alla sua faccia e sprigionai il mio potere nella sua mente. Avvertii il suo rammarico e la sua furia, che subito vennero spenti dal mio incubo. Finn-Mostro crollò a terra. In quel momento, non stavo più tenendo la testa di una tigre, bensì quella di un ragazzo dai capelli castani e gli occhi spalancati color rosso acceso. Nel volto di Finn c'era terrore e in mio petto si insinuò un forte senso di colpa. Ricacciai indietro le lacrime, alzando di scatto la testa in tempo per vedere Tony sotto l'artiglio della seconda Chimera.
Mi alzai a fatica, avvertendo pulsazioni alla tempia. Ero stremata.
Lanciai un campo d'energia color cremesi contro la bestia, che finì per terra di lato. Diedi a Tony il tempo di lanciargli un raggio laser sul muso ed eliminarlo dal gioco.
A quel punto, ci fu silenzio. Troppo silenzio. Tony si sedette goffamente sul pavimento e io cercai di restare sorretta grazie alla ringhiera semi distrutta delle scale bianche. Cercai di riprendere fiato, boccheggiando.
Tony mi sentì, mi venne incontro di corsa e disse: «Ennie, stai bene?» e poi notò le mie ferite. «Oddio. Okay, andiamo subito in infermeria.»
«Non... non posso. Finn. Aiuta Finn.» ansimai, mentre iniziai a vedere puntini luminosi volteggiarmi attorno.
«Finn?» Tony guardò il ragazzo a terra lungo il corridoio. «Cosa voleva da...?»
Non finì la frase che io gli caddi tra le braccia per lo sfinimento... di nuovo. Precedentemente però il mio "coma" era stato anche piacevole; avevo dormito come un sasso... beh, eccetto per gli incubi. Stavolta dovetti lottare contro qualcuno di peggio. Già, qualcuno. Avete presente quella vocina chiama il vostro nome, con tono malizioso e divertito, chiedendovi di unirvi a lui per, non so, la distruzione del mondo? Ecco, quella vocina io la chiamo "Dio Delle Malefatte e Degli Inganni"!————————————
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Daughter of Tony Stark
FanfictionCOMPLETATA! Ennie è una teenage di Washington dall'aria sarcastica e saccente. Compiuti ormai 18 anni, e dopo aver scoperto delle cose, decide di andare a New York per parlare con suo padre: Tony Stark.