2 - New rules

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10 anni dopo

Come ogni giorno il mio rapitore, di cui non sapevo ancora il nome, veniva a svegliarmi e mi portava in bagno per darmi una lavata. Poi mi riaccompagnava in camera.

La mia camera era composta da una branda e un piccolo baule in cui potevo mettere qualche cambio di vestiti.

In tutti quegli anni non mi aveva mai fatto uscire.

Mangiavo e dormivo in camera e facevo i bisogni in bagno.

La mia giornata era quella.

Negli anni a causa della noia avevo cominciato a fare flessioni e piegamenti per tenermi in forma. Se un giorno fossi uscito di lì non volevo essere visto come la povera vittima di rapimento pallida e smunta e pelle e ossa.

Volevo far vedere che avevo ancora voglia di vivere.

Che non mi ero arreso e che avevo combattuto per poter tornare a casa un giorno.

A parte lui non avevo mai visto nessuno.

Non avevo contatti con il mondo esterno.

Non avevo notizie sulle scoperte scientifiche, non sapevo se avevano trovato la cura al cancro o scoperto nuovi pianeti.

Non sapevo assolutamente nulla.

L'altra mia grande passione oltre alla palestra erano i disegni.

Avevo iniziato semplicemente con una piccola pietra a disegnare i miei familiari, sperando di non dimenticarli con il tempo.

Avevo impresso sul muro i loro visi.

Poi un giorno mi ero svegliato e avevo trovato una confezione di pastelli vicino alla porta della mia stanza.

Non sapevo chi ce li avesse messi, ma dopo averli usati li nascondevo sempre in una cavità del muro, perché erano un po' la mia salvezza dalla solitudine e dalla monotonia.

Quel giorno quando tornai in cella successe una cosa.

Per la prima volta in anni lo sentii parlare.

Mi disse che per alcuni giorni non lo avrei visto e che si sarebbe occupato di me un'altra persona di massima fiducia.

E fu così che il mio piano di fuga cominciò a realizzarsi.

Kidnapped // Ziam  [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora