Kidnapped // Ziam [COMPLETA]

5 - Pastels

Quando era tornato il giorno dopo a portarmi la colazione non gli avevo rivolto nemmeno uno sguardo. So che è strano ma mi sentivo tradito in qualche modo.

Dopotutto Liam non lo conoscevo e sapevo che non potevo fidarmi di lui, ma mi sembrava quasi di aver trovato un amico in mezzo a quell'inferno e ora non volevo più saperne nulla di lui.

Si fermò a guardarmi mentre facevo finta di dormire, lo precepii perché sentivo il suo sguardo pizzicarmi la schiena.

Non mi mossi per tutto il giorno, non ne avevo né la voglia né la forza per farlo.

Volevo solo che tutto questo finisse.

Volevo andarmene, in un modo o nell'altro.

Non avevo nemmeno più voglia di disegnare o di fare un po' di esercizi.

Quando Liam tornò per il pranzo e vide che non avevo toccato cibo dal giorno prima sbuffò e sentii che si sedeva sul letto dietro di me perché il materasso si abbassò.

-Zayn per favore mangia.. io non so perché ti stai comportando in questo modo ma non voglio che tu stia male.-

Mi voltai verso di lui con le lacrime agli occhi, mi vergognavo perché mi consideravo una persona forte, ma in quel momento non riuscivo proprio a trattenermi.

- vuoi sapere perché mi comporto così? bene! ti accontento subito. Tuo padre mi ha fatto del male non solo rapendomi e chiudendomi in questa stanza per 10 fottutissimi e lunghissimi anni, ma mi ha anche costretto a fare cose che non volevo e mi ha fatto male in altri modi e io non voglio parlarne con te, perché probabilmente sei come lui e vuoi solo farmi soffrire senza che io me lo meriti! Perché non so cosa cazzo ho fatto per finire qui e meritarmi tutto questo!-

Dissi tutto d'un fiato senza pensare alle conseguenze.

Liam mi guardava sconvolto, ma non sapevo se stesse fingendo o cosa.

Non sapevo assolutamente nulla di lui.

Ad un certo punto si abbassò e fece per abbracciarmi, ma io lo spinsi via senza esitare.

Purtroppo per me era molto più forte e mi stritolò tra le sue braccia.

Lottai ancora per un pò, ma alla fine mi arresi.

Ormai poteva fare quello che voleva con il mio corpo, potevano abusare di me, poteva picchiarmi, potevano graffiarmi.

Non avrei sentito nulla.

Non avrei gridato e non mi sarei opposto.

Liam mi abbracciò per un bel pò e quando si scostò aveva le lacrime agli occhi.

- sarò sincero con te Zayn, perché anche io penso che tu non ti meriti tutto ciò. Non so il motivo per il quale mio padre ti abbia rapito. Quando sei arrivato in questa casa io avevo la tua stessa età e non capivo ciò che stava succedendo. Mio padre mi intimava di non parlarne con nessuno e di non scendere mai nel seminterrato perché non voleva che ci vedessimo e che magari ti regalassi qualche speranza. Io ero curioso e ti osservavo spesso attraverso la serratura della porta- mi voltai verso di lui e vidi che stava sorridendo ai ricordi - all'inizio stavi sempre seduto e non parlavi, piangevi solo. Poi pian piano cominciasti ad abituarti. Parlavi da solo, giocavi da solo e poi ti vidi disegnare con quella pietra. Quei pastelli sono miei sai? Volevo fare un regalo al bambino che abitava nella mia stessa casa ma, al contrario di me, non possedeva nulla. Mi sembrava ingiusto e sbagliato e quindi volevo in qualche modo aiutarti, anche se a modo mio. Quando il giorno dopo ti vidi disegnare con il sorriso in volto pensai che avevo fatto qualcosa di buono ed ero felice per te. Tornavo quasi tutti i giorno e per qualche minuto ti spiavo - sospirò - poi mio padre mi chiuse in un collegio maschile per terminare gli studi delle superiori e per quattro anni non tornai. E ora eccomi di nuovo qua.-

Ero senza parole.

I pastelli me li aveva portati lui e mi spiava anche tutti i giorni.

Com'era possibile?

- Zayn per favore dì qualcosa- mi pregò Liam.

Io alzai lo sguardo e fissai i miei occhi scuri nei suoi caramello - non so che dire se non grazie.. quei pastelli sono stati il regalo più bello che potessi farmi -

Lui mi sorrise e ci addormentammo così.

Abbracciati nel letto della mia prigione.