POV's Damiano
-Abbiamo dovuto mandarla in coma farmacologico. Per ora le macchine la tengono in vita, ma non sappiamo quando si sveglierà- disse il dottore
-Ok... possiamo vederla?- chiese Giuditta
-Certo. Niente di caotico però. La stanza è la 08 in fondo al corridoio a destra.-
-Grazie- dissi
Guardai Giuditta e mi fece cenno con la testa di andare. Le sorrisi e iniziai a correre. Raggiunsi la stanza, feci un lungo respiro ed entrai. Il rumore delle macchine che la circondavano e lei stesa su quel letto, con il viso rilassato, una mano sul petto e l'altra stesa a fianco a lei fasciata.
-Ei Piccolì- dissi con un filo di voce accarezzandole la testa -Mi spiace davvero tanto. Non sono sempre stato buono con te, anzi, di solito ero un figlio di puttana. Ti amo tanto e non sapevo che fare. Invece di darti ciò che sento, di colmarti di quell'amore aspro, me lo inghiottivo. Ora ti racconto di quando ho avuto paura. Ho avuto paura quando ti ho conosciuto, perchè sapevo che saresti stata una di quelle persone che avrei sempre, sempre, sempre avuto paura di perdere. Ho avuto paura quando ho capito che con te ero pronto a rischiare, e a reinventarmi, e a mettere in gioco tutte le mie sicurezze, perchè ho capito che avrei rischiato, un giorno. Ho avuto paura quando ho cominciato a notare che tu eri in tutte le cose che facevo, che dicevo, che vedevo, che ascoltavo, perchè ho pensato che un giorno, se te ne fossi andata, non avrei più avuto niente da dire, da vedere, da ascoltare. Ho avuto paura tante altre volte, perchè le cose belle fanno paura, perchè si ha paura della loro fine. Ora ti racconto di quando ho avuto paura e di come, guardandoti negli occhi, ho smesso di farlo.- una lacrima infame cadde dalla mia guancia finendo sulla mano sul suo petto. Poi lei con un movimento impercettibile delle dita strinse avida la lacrima. Chiamai gli infermieri che però mi dissero che era stato un riflesso involontario.
Uscii dalla stanza per far entrare Giuditta, quando una bionda mi si avvicinò
-Damià che succede- disse dolcemente
-Vic... Elisa sta male, ed è tutta colpa mia-
-Damià sei forte, se la ami stalle accanto. Non importa quanto ci vorrà, stalle accanto e tutto andrà bene- disse per poi abbracciarmi -Andiamo a casa?-
-Io rimango qui... ti va bene?-
-Certo! Damià riposa però.- le sorrisi e chiesi a Giuditta se per lei andasse bene e lei acconsentì.
Andai in camera e sorrisi, sorrisi nel vederla così in pace, con quell'espressione delicata. Mi avvicinai di nuovo a lei lasciandole un bacio delicato sulle labbra.
Restai lì per tutta la notte e feci lo stesso per le successive 20.
Era un mese che lei dormiva pacifica in quel letto, io l'aspettavo ancora. Avevamo pensato di partecipare a un talent, ma sapendo lei in quelle condizioni non me la sentivo, anche perchè il suo parere era il più importante. Non sapevo, però, se lei voleva ancora stare con me o soltanto parlarmi.
8 gennaio 2017... il mio compleanno. Non avevo voglia di festeggiare quindi mi stesi sul letto guardando il soffitto quando il telefono squillò. All'inizio non avevo voglia di rispondere, ma visto l'insistenza mi alzai sbuffando e risposi.
-Pronto?-
-Damià corri in ospedale veloce!-
A quelle parole strabuzzai gli occhi e scattai in piedi
-Arrivo! Giuditta tu aspettami lì!-
Chiusi la chiamata fiondandomi giù dalle scale saltai in macchina e partii. Non avevo mai guidato così velocemente. Avevo paura.
"Cosa è successo ancora?"CONTINUA...
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I need you
FanfictionLa storia di due matti... Incontrati per caso... Persi... Ritrovati... che si sono Segnati l'Anima...