Capitolo 23: Fuga dalla casa

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Appena finì di ascoltare la storia che era stata divisa in due video, rimasi quasi sconvolta. Non avrei mai pensato che fosse divenuto quel che era per colpa di un bambino che lo aveva abbandonato e che quando finalmente era tornato, si era dimenticato completamente di lui, e che era diventato uno spietato macellaio assassino, portando con se il clown che seguiva fedelmente ciò che gli aveva insegnato. Isaac Lee Grossman, era quello il nome completo del ragazzo che era entrato nella mia stanza per poi propormi il suo aiuto. Dato quello che gli aveva fatto il pagliaccio molti anni prima, non avevo più dubbi sul fatto che volesse avere davvero la sua vendetta. Ma anche se era così io non sarei rimasta in quella casa a lungo, se quel ragazzo voleva aiutarmi doveva anche farmi scappare da quella casa, e farmi tornare da mia zia, che era già, molto ptobabilmente, preoccupata per me dato che non ero ancora tornata a casa. Mi guardai attorno e cercai una qualsiasi via di fuga: sarei potuta uscire tranquillamente dalla mia stanza, ma di uscire dalla porta d'ingresso non se ne parlava proprio, dato che con molta probabilità c'era qualcuno in salotto. In alternativa sarei potuta uscire dalla finestra, ero solamente al primo piano, ma se anche fossi riuscita a sopravvivere alla caduta, mi sarei rotta sicuramente qualche osso, e di conseguenza non sarei andata molto lontano prima di essere ripresa da uno degli abitanti della casa. Ormai amareggiata per il mio proposito ormai quasi completamente distrutto, mi ricordai di Elisabeth e Cloe, che erano ancora con me nella stanza; mi voltai verso di loror e sul mio volto comparve per un breve momento un sorriso -Voi due vivete qui da molto da quel che mi avete detto, mi sapete dire un modo per andarmene da qui?- Cloe mi si avvicinò -Un modo ci sarebbe, c'è l'uscita sul retro, cosa che penso tu sappia- Annuii -Se esci da li avresti molte più possibilità anche perchè entreresti subito nel bosco e quindi riusciresti a nasconderti senza troppi problemi, il problema è che in casa solitamente rimane solo Jack, dato che il nostro padrone e Candy Pop vanno a cercare vittime, ma lui, data la tua presenza nella casa, probabilmente si metterà a girovagare nei pressi della tua stanza, e quando poi andrà a dormire saranno già tornati a casa Candy e il nostro padrone, che chiuderanno a chiae tutte le porte della casa- Sospirai abbattuta, una possibilità l'avevo, ma non avevo i mezzi per farcela. Mentre cercavo un modo per risolvere i problemi della guardia che girva attorno alla mia stanza, mi rammentai della pillola che Jack mi voleva far ingoiare per forza, la recuperai dal tappeto e la guardai un'attimo, alla fine aprì la finestra e la posai sul davanzale di quest'ultima, mischiandola a delle briciole e semini che aveva portato il vento. Restai in attesa fino a quando non si fece buoi, in quel momento un uccellino si era posato sul davanzale e stava beccando le briciole, beccò anche la pillola e dopo pochi istanti si accasciò su un lato. Aprì velocemente la finestra e presi l'uccellino nelle mie mani e controllai se respirava ancora; e coì era. L'uccellino stava ancora respirando, si era addormentato, quindi la pasticca che mi aveva dato il clown scolorito era un semplice sonnifero per farmi dormire la notte, almeno non avrei tentato la fuga, e dato che lui era convinto che io l'avessi ingoiata, molto probabilmente era andato a dormire, e se quello che mi aveva detto Cloe era giusto, quella notte sarei riuscita a scappare da quella che una volta era la mia casa d'infanzai. Aspettai che calasse la notte, e guardai dalla finestra che Candy e Jason uscissero come mi aveva detto Cloe; e così fecero, uscirono alle 2:46 e dopo pochi minuti sentì dei passi nel corridoio e due voci che pian piano si affievolirono, mi affacciai dalla porta e controllai: riuscì a vedere in tempo la porta di una stanza dall'altra parte del corridoio chiudersi, mi avvicinai ad essa e poggiai un'orecchio sulla porta sentendo al suo interno due voci, erano attutite dal legno della porta, ma capì che erano quella del pagliaccio e del suo amico d'infazia. Appena udì dei passi venire verso la porta tornai velocemente nella mia stanza che per mia fortuna non era molto distanze, e dal buco della serratura controllai chi era e vidi passare una figura davanti alla mia stanza, rimasi in silenzio per alcuni minuti, finchè non sentì più nessun rumore ed uscì nuovamente dalla camera, dirigendomi verso le scale. Prima di iniziare a scendere la scalinata qualcuno mi bloccò trattenendomi per il braccio, mi voltai sconvolta dato che non lo avevo sentito arrivare e vidi che era Isaac -Che diavolo fai ragazzina?- -Me ne vado da questa casa, non resterò qui ad aspettare che mi uccidano- La sua espressione seria mutò in un ghigno -Non credo proprio- Con la mano libera mi prese per il collo, lasciandomi poi il braccio e mi alzò da terra , rimasi stupita dalla facilità con cui lo fece, e cercai subito di fargli mollare la presa sulla mia gola, dato che non riuscivo a respirare. Mi guardò drittto negli occhi -Tu non puoi andartene, Jack ci rimarrebbe male, ti verrebbe a cercare, e io non riuscirei a stare col mio amico prima di porre fine alla sua vita- Emisi un lieve lamento -Lasciami, non respiro- Il suo ghigno si estese da orecchio a orecchio -Oh povera inerme Max, sai, Jack è preoccupato perchè non sa come ucciderti, se provassi a soffocarti? Credi di morire?- Aumentò la presa sulla mia gola impedendomi ulteriormente di respirare, alla fine, stremata e senza un filo d'aria nei polmoni, gli tirai un calcio nello stomaco con tutta la forza che avevo e ciò gli fece mollare la presa sul mio collo, e mi fece cadere a terra; iniziai a tossire e a prendere lunghe boccate d'aria, guardai Isaac, che si stava lentamente rialzando e mi avvicinai a lui, gli tirai un calcio in faccia rompendogli il naso -Lo avevo detto che se mi tradivi te la facevo pagare, e dillo al tuo caro amico che sono scappata, e se vi vedrò nelle vicinanze, se solo riconoscerò una delle vostre faccie, non esiterò a proteggermi in tutti i modi che conosco, a costo di essere considerata a mia volta una serial killer- Scesci velocemente le scale e mi diressi alla porta sul retro, cercai di aprirla senza risultato; era stata chiusa a chiave. Sbuffai dalla rabbia e gli tirai un calcio ben assestato, che la fece cadere a terra con un forte tonfo, a quel punto non mi importava se il clown mi avesse sentita o meno, pensai solo a correre fuori da quella casa, e ad avventurarmi nel bosco.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 23, 2018 ⏰

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