Il resto delle ore che mancano alla fine delle lezioni le passo a prepararmi psicologicamente al lungo pomeriggio che dovrò passare insieme a Yoongi.
In un battibaleno mi ritrovo a casa mia a fare su e giù per la mia camera mentre aspetto il suo arrivo.
Dovrei fermarmi se non voglio creare una trincea sul pavimento.
Mia madre è già uscita e non tornerà prima dell'ora di cena così come mio padre.
Non so per quale motivo ma mi sono anche cambiato.
Ho messo i miei jeans migliori e la t shirt nera che di solito uso per danza.
Credo di essere carino vestito così....
Davvero non capisco cosa mi passi per la testa.
Ci tengo davvero ad apparire più bello agli occhi di Yoongi?
Sono nervoso...
Il campanello suona.
Scendo come un fulmine le scale e dopo un lungo respiro apro la porta.
La prima cosa che noto è che non indossa giacca e cravatta come al solito.
Ha una semplice maglia bianca a maniche lunghe e dei jeans strappati alla ginocchia.
Sembra una persona completamente diversa vestito così ma in fondo dovrebbe avere si e no 25 anni e questo deve essere il suo abbigliamento di tutti i giorni.
Insomma adatto alla sua età.
Ci sta maledettamente bene...
Noto che anche lui mi sta squadrando dalla testa ai piedi.
<<Ciao>>
Mi sorride mentre io mi limito solamente a scostarmi per lasciarlo entrare.
Nascondo poi con maestria la mano fasciata dietro la schiena.
Tornando a casa mi sono reso conto di essermi tagliato,probabilmente per ripararmi quando sono stato buttato a terra questa mattina.
Nulla di che ma non voglio che la veda quindi tiro più giù che posso la manica. Si dirige da solo verso la cucina ma io lo blocco prontamente.
<<Andiamo in camera mia>>
Lo vedo sbarrare gli occhi e irrigidirsi.
Perchè mai una reazione del genere?
<<Perchè?>>
<<Perchè mi è stato tassativamente ordinato di non farti entrare in cucina o in salone visto che non abbiamo avuto il tempo di pulire. Mia madre é così>>
<<Non c'è un'altra camera dove possiamo metterci?>>
Borbotta sembrando quasi in imbarazzo.
Alzo confuso un sopracciglio mentre gli rispondo.
<<No. Dobbiamo per forza stare nella mia camera>>
Senza aspettare una sua risposta salgo le scale sentendolo poi seguirmi.
Apro la porta della camera ed entro subito mentre lui rimane per qualche secondo fermo sulla soglia guardandosi intorno.
Non c'é nulla di speciale in verità.
Solo qualche disegno qua e dei trofei che ho vinto a delle competizioni.
Quando entra sono indeciso se chiudere la porta o meno.
Ma penso subito che chiudendola ostacolerei una mia possibile fuga quindi decido di lasciarla così.
Lui è ancora al centro della stanza e si guarda incuriosito intorno.
Sofferma lo sguardo su un mio disegno appeso all'armadio e poi si avvicina ai trofei alla mensola.
<<Balli?>>
Chiede poi voltandosi nella mia direzione.
<<Un po'>>
Annuisce alla mia risposta riportando l'attenzione ai trofei.
<<Ho trovato il tuo blocco da disegno dopo che te ne sei andato. Ma è finito in una pozzanghera ed era in pessime condizioni a causa del fango quindi...>>
<<Non ti preoccupare. I disegni importanti li tengo qui in camera. Non li porto mai a scuola. Quello serviva più che altro per esercitarmi>>
Rispondo subito sorridendo alla sua gentilezza.
Lui sembra contento del fatto che non me la sia presa e mi mostra uno splendido sorriso gengivale.
Davvero il suo viso è stupendo quando sorride. Adorabile.
<<Hem...non dovremmo...sai la matematica>>
<<Si giusto>>
Scuote la testa quasi volesse tornare alla realtà e mi si avvicina,non prima di essersi soffermato a guardare il mio letto ad una piazza e mezzo vicino alla finestra.
Sicuramente sono io che mi sto preoccupando per nulla. Non vuol dire nulla.
Mi siedo davanti alla scrivania facendogli capire che una delle due sedie è destinata a lui.
Recependo il messaggio si siede accanto a me e sento mancarmi il fiato per quanto è vicino.
La pelle del suo viso è così perfetta e liscia e la lingua che continua a passare distrattamente sulle labbra leggermente screpolate mi sta mandando in tilt il cervello.
<<Partiamo un po' dalle basi ok?>>
Annuisco cercando di sembrare convinto mentre lui passa un dito sottile e pallido tra le pagine del libro per scegliere degli esercizi da farmi fare. Mi torna in mente ieri, il suo tocco freddo sulla pelle accaldata del mio viso...
Sento il suo fiato alla menta mentre mi spiega come svolgere l'esercizio e ancora il suo tocco freddo quando mi ripassa la matita che gli ho prestato.
Davvero è troppo vicino...
Sto ancora attento a nascondere la fasciatura della mano sinistra e questo mi fa ricordare di questa mattina.
<<Grazie>>
<<Di cosa?>>
Sento dal suo respiro che ora il suo viso è rivolto verso di me.
<<Per la matematica?>>
Aggiunge poi senza nascondere lo scetticismo.
Nego con la testa lasciandomi scappare una risata.
<<Non esattamente. Mi riferivo a questa mattina>>
Mi sento in imbarazzo ma dovevo pur ringraziarlo.
Lo guardo con la coda dell'occhio. Ora ha lo sguardo fisso sulla pagina del libro e non sembra intenzionato a rispondere.
Non so come interpretare questo suo comportamento allora decido di fare finta di nulla.
<<Continuiamo?>>
Ancora perso nei suoi pensieri vedo la guancia gonfiarsi al passaggio della sua lingua per poi finire nuovamente sulle labbra sottili.
Deglutisco rumorosamente a quella vista.
<<Yoongi?>>
Lo chiamo di nuovo non riuscendo a smettere di fissarlo.
<<Mi dispiace>>
Dice alla fine lasciandomi più confuso di prima.
<<La verità è che non ero li per caso. Ti stavo seguendo. Sentivo che c'era qualcosa che non andava. Non lo so... quando si tratta di te il mio corpo si muove da solo>>
Finalmente decide di ricambiare il mio sguardo.
Sembra nervoso.
Gira completamente la sedia nella mia direzione prima di continuare.
Prende un respiro e la sua lingua fa ancora capolino velocemente tra le labbra chiuse.
<<Jimin...la verità è che sto impazzendo. Impazzendo per te>>

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Teacher
FanfictionPark Jimin ha un problema con la matematica. Anzi col nuovo professore di matematica. ~Yoonmin ~Smut