(lingua curiosa 👅)
Capitolo 24
Quando vai più tu allo stadio che i calciatori che ci giocano
Alla fine Adua non dovette aspettare tanto per scoprire cosa intendesse Alicia con quella frase. La sera dopo Paulo le scrisse, chiedendole – anzi no, imponendole – di accompagnare la madre a vedere una partita allo Stadium. L'argentino aveva poi aggiunto che la donna aveva "insistito tanto" e che Adua "davvero non poteva mancare" – questa, a detta sua, erano state le esatte parole di Alicia. Alla ragazza faceva piacere il fatto che la madre avesse pensato di invitarla; aveva accettato entusiasticamente – seppure il ragazzo non le avesse davvero dato possibilità di scelta – ma col passare delle ore non poté fare a meno di pensarci su, e sentirsi in colpa per inserirsi in tutti quei momenti madre-figlio senza che i due avessero possibilità di trascorrere un po' di tempo da soli.
Ma alla fine quel che era fatto era fatto, e non c'era davvero possibilità di cambiare le cose. Cosi quel mercoledì pomeriggio Adua si preparò entusiasta in camera sua – scegliendo una semplice t-shirt e piegando accuratamente la sua maglia numero ventuno, intenzionata a farla indossare alla madre di Paulo – sotto lo sguardo un po' meno entusiasta del padre, che non l'aveva detto esplicitamente ma che segretamente si domandava perché non potesse venire anche lui a quella partita. Andrea Romeo aveva ancora lo sguardo corrucciato quando le augurò educatamente una buona serata, ma il bacio che la figlia gli diede allievò il suo umore grigio quanto bastava per regalarle un sorriso prima che lei si chiudesse la porta di casa alle spalle.
Lo stadio era meraviglioso come sempre, e la ragazza si perse ancora una volta in quel mare di colori e suoni. Trovati i loro posti – ancora una volta in posizione privilegiata, Adua non si aspettava nient'altro da Paulo nei confronti della madre – si misero comode, e la mora ne approfittò per cacciare dal suo zaino la maglietta del giocatore e porgerla ad Alicia.
«Credo che questa sia d'obbligo.» Le sorrise.
«Ma che bel pensiero, querida. Muchos gracias.» La donna non se lo fece ripetere due volte e la indossò sopra la sua camicia, aggiustandosi poi i capelli in modo che si vedesse il nome sulla schiena. La testa alta e gli occhi luminosi rivelavano quanto fosse orgogliosa del nome che accarezzava le sue spalle e quelle di migliaia di altri tifosi in tutto il mondo.
«Mi emoziono sempre a vedere mio figlio giocare.» La donna commentò con un breve battimano, gli occhi che seguivano estasiati i calciatori che si stavano scaldando sul campo.
«A chi lo dici, Alicia» concordò. Le faceva strano chiamarla così, non essendo proprio il tipo da prendersi confidenza così in fretta, ma la donna aveva più volte insistito che "signora" la faceva sentire vecchia e che aveva un nome troppo bello per non essere usato.
Alicia la guardò con un sorriso poco velato. «Hai gli occhi di una ragazza pazza di lui.»
Il cuore di Adua iniziò ad accelerare, ma tentò di non far vedere quanto la frase l'avesse scombussolata. «Cosa? No. – Rise quasi istericamente. – Mi piace come giocatore, ed è un ragazzo fantastico, ma la cosa finisce qua» si schernì, cercando di non risultare offensiva.
Nel frattempo la partita era cominciata, gli animi si erano surriscaldati e la ragazza cercava di prestare quanta più attenzione possibile al gioco senza che le gote le andassero a fuoco. Si prospettava una vittoria facile, una delle ultime partite di fine campionato prima che lo scudetto venisse assegnato, ma il mister aveva più volte ammonito la squadra di non dare niente per scontato; e i ragazzi sembravano prendere sul serio il suo monito, macinando terreno su terreno e risultando talmente aggressivi che la partita si stava giocando soltanto nella metà campo avversaria. Adua sperava che tutti i tiri fallimentari nello specchio trovassero presto una degna conclusione.
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The Mask | Paulo Dybala
FanfictionLa storia di un compleanno, e di un regalo inaspettato che le cambierà la vita per sempre. La storia di uno scontro, una maglia sporca d'erba e un nome impronunciabile. La storia di un ragazzo, e una maschera da indossare come un guerriero per vince...