Coincidenza?

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La canzone per questo capitolo è
"No Promises" dei Cheat Codes.

                                    

"Aria?"
Daisy mi guarda con sguardo preoccupato, non capendo cosa sia successo.
"Ehi."
"Tutto ok? Sei pallidissima, e prima sei corsa fuori... ti sei sentita male?"
In quel momento suona la campanella, tremendo avviso che tutti gli studenti debbano recarsi nella rispettiva classe per la seconda ora.
"Ti spiego tutto dopo."

Passano le ore, storia, latino, matematica, pranzo, storia dell'arte, e infine scienze.
In nessuna di queste classi incontro Cole.
Meglio così.
Comunque, non riesco a pensare ad altro che quello che è successo per tutte le ore, che sono state costituite principalmente da saluti, discorsi su quanto quest'anno sia difficile dal punto di vista dello studio, programmazione delle verifiche di recupero e del programma dell'anno.

Quando finalmente suona l'ultima ora mi precipito fuori e aspetto Daisy all'uscita.
Arriva quasi subito.
"Hey A, come è andata?"
"Hey, tutto bene, te?"
"Tutto bene. Lo sapevi che la Stevens si è sposata? Mi chiedo chi sia il pazzo che sposerebbe una tiranna del genere."
"Forse uno a cui piace caricare gli studenti di compiti di matematica il primo giorno di scuola almeno quanto a lei." Dico alzando gli occhi al cielo.
"No, davvero?! È proprio una.."
"Donna irritante" diciamo in coro. Questo è il nostro modo di chiamare le professoresse particolarmente.... irritanti.
"Andiamo?"

Camminando verso la stazione, dopo un lungo momento di attesa, comincio a parlare.
"È cominciato tutto ieri..."
Le dico tutto, mi sfogo raccontando tutto ciò che mi ero tenuta dentro quel giorno, i dubbi, le domande, ma soprattutto ciò che provavo.
Di solito non è facile esternare tutto in un colpo, ma, insomma, questa è la mia migliore amica, e con lei mi viene automaticamente più facile.

"...e ora semplicemente fa finta di non conoscermi. E lo sai qual è la cosa peggiore? Che è così bello, e che io sono rimasta attaccata al bambino speciale che pensavo di aver dimenticato. Lo sento, lo sento dentro, che in fondo è ancora lui. Ma allo stesso tempo odio illudermi, lo ho sempre odiato."

Daisy mi ascolta senza dire una parola per tutto il tempo, guardandomi con quei suoi occhioni marroni attraverso gli occhiali. Dopo qualche secondo di silenzio, in cui probabilmente ha elaborato del tutto la cosa, prende fiato e comincia a parlare.
"Okay, è una situazione strana. E capisco la tua frustrazione per il non avere risposte, e odio dirti questo, ma non è che non ci siano nemmeno le domande?
Voglio dire, e se fosse tutta una grande coincidenza? Raro, ma possibile.
Forse quelli erano sogni, forse erano flashback, ma forse quello che è entrato in classe oggi è semplicemente John Stanley.
Non è Cole, e forse ti sei ricordata di lui solo adesso perché durante la tua infanzia hai avuto altro a cui pensare."
"E perché dovrei essermene ricordata proprio adesso?" La guardo leggermente imbronciata per quella nuova prospettiva della situazione che è così diversa dalla mia.
"Non lo so. Forse ti manca. Forse qualcosa ti ha fatto ripensare a lui, anche solo una foto, o un oggetto d'infanzia.
E te ne sei ricordata perché era la tua cotta, il tuo migliore amico, è stata una parte essenziale di quella parte della tua vita. Ma forse, Ariel, non di questa.
E lo sai che ti dico la verità perché ti voglio bene, e non voglio che tu ti illuda."
Mi abbraccia.
"Grazie D. Davvero. Ma..."
"Si si, lo so, tu andrai avanti con la tua teoria, per quanto sia strana, perché sei testarda come un mulo e non c'è modo di farti cambiare idea."
La guardo alzando un sopracciglio.
"È esattamente quello che avrei detto!"
Mi rivolge uno sguardo altezzoso e scoppiamo a ridere entrambe.
È incredibile come riesca a sollevarmi il morale e farmi ridere in ogni tipo di situazione.

♡ ☾ I love you to the moon and backDove le storie prendono vita. Scoprilo ora