Ho avuto la fortuna che non fosse nella mia stessa classe di matematica. Nemmeno in quella di storia dell'arte, di scienze, di latino e in tutte le altre a parte quella di letteratura.
Ma... ginnastica! Insomma, due lunghe ore che comprendono sudore, calzini anti sesso e umiliazioni.
Non è certo una cosa grave, ma l'idea di essere nella stessa classe (per di più di una materia in cui non vado così bene) del ragazzo bellissimo che mi odia per aver anche solo provato a fargli dire la verità, non è una cosa piacevole.Saluto Daisy e mi dirigo verso la palestra.
La J. Burke Gym si trova nell'ala ovest della scuola. È un'enorme struttura rettangolare munita di attrezzi di tutti i tipi, la maggior parte dei quali noi Sophomore (secondo anno) e i Freshman (primo anno) non abbiamo il permesso di usare. Sono infatti riservati agli studenti degli ultimi due anni, i Junior e i Senior.
Per quanto ci riguarda usiamo solamente attrezzi come palle per i giochi di squadra, cerchi per le staffette e raramente, solamente in occasione di test come quello di Cooper, la corda per saltare.Entro nello spogliatoio e comincio a cambiarmi. Qualche minuto dopo arrivano anche le altre ragazze. Mi alzo per salutare Camille e Rocky. Ci abbracciamo sorridendo e chiedendoci come abbiamo passato l'estate.
"Ecco un altro anno di esercizi stupidi e partite ingiuste!" Dice Rocky.
Spesso quando giochiamo a giochi di squadra come pallavolo, basket o pallamano, le persone che praticano questi sport anche come attività extra scolastiche tendono a stare nella stessa squadra e a lasciare tutti gli altri un po' meno bravi in quello sport nella squadra avversaria. Per questo le partire sono, come ha detto Rocky, ingiuste. Perché si sa sempre chi alla fine della partita avrà vinto.
Dopo esserci messe il deodorante ed esserci allacciate le scarpe, usciamo dallo spogliatoio e camminiamo verso il centro del campo, in cui il professore di ginnastica, il signor Bennett, ci sta aspettando con in mano quella che credo sia la lista dei nostri nomi.
Non ci conosce ancora perché l'anno scorso avevamo un'altra professoressa di educazione fisica, la signora Bennett.
Stesso cognome. Esatto.
Infatti i due sono marito e moglie e, poiché lei è rimasta incinta ed ora è in maternità, il marito, che fa lo stesso lavoro, la sostituisce.
Non mi viene difficile pensare che il loro amore sia sbocciato in una palestra.Mentre camminiamo verso il centro sentiamo gli sghignazzi di un gruppo di ragazzi dietro di noi, e quando ci giriamo verso di loro ne capiamo subito il motivo.
I loro sguardi da imbecilli sono infatti rivolti verso i nostri punti B.
"Ehi, guardate il culo a qualcun altro, grazie." Dico. "Idioti." Dice Camille guardandoli male.
È incredibile come certi ragazzi proprio non riescano ad apprezzare le ragazze per qualcosa che non sia solo il corpo.
È bello ricevere un apprezzamento sul proprio aspetto fisico, certo, ma è quando le ragazze vengono guardate come se fossero delle bambole di plastica che la cosa diventa offensiva.
E il motivo per cui questo continua a succedere è che ci sono persone che lo accettano, penso vedendo gli stessi ragazzi che hanno spostato lo sguardo sui sederi di due ragazze a cui, dal modo in cui sorridono ed emettono risolini, evidentemente la cosa piace.
Tolgo lo sguardo da quella scena patetica e automaticamente lo rivolgo verso le porte degli spogliatoi.
Proprio in quel momento esce Cole.
Indossa dei pantaloncini neri come quelli da calcio e una maglietta a maniche corte verde fluorescente. Vedo i suoi muscoli magri, il suo punto vita perfetto, gli occhi blu e la bocca carnosa, e la mia mente comincia a deviare...
No! Che cosa sto facendo?!
Comincio a sentirmi superficiale quanto i ragazzi di poco fa.
Ma non lo sono. Perché per quanto il corpo di Cole sia da urlo, io conosco anche lui.
O almeno, penso di conoscerlo."Buongiorno, per chi di voi non lo sapesse già io sostituirò mia moglie, la professoressa Bennett per alcuni mesi. Ora silenzio per cortesia mentre faccio l'appello."
Il signor Bennett comincia a pronunciare tutti i nomi in ordine alfabetico, e dopo almeno 15 persone chiama il mio nome.
"Aria Morgan."
"Si." dico ad alta voce.
"Jeanette Oliver."
"Eccomi signor Bennett!" Dice con entusiasmo una voce femminile. Mi giro e riconosco una delle due ragazze che apprezzavano gli sguardi puntati sui loro punti B.
"Camille Reynolds."
"Si."
"José Sanchez."
"Presente."
"John Stanley."
"Si." Dice Cole a scoppio ritardato. Non è neanche bravo a fingere che sia il suo vero nome.
Sento a pochi metri Jeanette e la sua amica che parlano a bassa voce ridacchiando.
"Quanto è figo quel John Stanley?"
"Già, è nuovo vero?" Dice a voce un po' troppo alta l'amica bionda di Jeanette, che la zittisce con uno sguardo omicida.
"Tesoro, per favore! Lo avrei già notato un gran pezzo di ragazzo come lui se c'era prima." dice Jeanette continuando a fissare Cole con lo sguardo da gatta ammaliatrice.
Se ci fosse stato prima. SE. CI. FOSSE. STATO. PRIMA. Non è così difficile il congiuntivo, tesoro, penso mentre mi mordo la lingua, cercando di non dire nulla.
"J, cerca di conquistarlo, no?"
"Non preoccuparti, sarà mio entro la prossima settimana."
Mi viene naturale fare una smorfia sorpresa ma allo stesso tempo di sfida.
Jeanette sembra notarlo. Mi guarda con un sorrisino sulla labbra gonfiate a ritmo di botulino, ma non dice niente.Dopo un'ora di riscaldamento e fondamentali sulla pallavolo, facciamo subito la prima partita. Evidentemente il signor Bennett non ama far fare ore e ore di esercizi quanto sua moglie.
"Per evitare che una delle due squadre sia avvantaggiata avendo più giocatori esperti, sarò io a dividervi."
Io e Rocky ci guardiamo soddisfatte.
"Dunque... questa metà sarà la prima squadra..." indica la metà che comprende me, Rocky, Jeanette, la sua amica, altri ragazzi e... Cole.
"...e questa la seconda." Indica quella che comprende i ragazzi idioti, altre persone, e... Camille!
Io e Rocky la guardiamo con uno sguardo interrogativo, e lei alza le spalle. Non lo sa
nemmeno lei come sia finita nell'altro gruppo.Ci mettiamo davanti alla rete che divide in due il campo. Una ragazza che fa pallavolo, Jessica, ci spiega gentilmente le postazioni di gioco e alcune tecniche.
Posiziona le persone più alte, tra cui lei stessa, me, Rocky e Cole, nella parte più esterna della metà campo e quelle più basse, tra cui Jeanette e la sua amica, più avanti, verso la rete.
Vedo Jeanette che "provando il bagger" si mette a novanta proprio davanti a Cole.
Lui nemmeno se ne accorge. Ha lo sguardo distante, e sembra distratto. Chissà a che pensa.
"Ohhh Johnnyyy! Non è che mi verresti a dare una mano?" Canticchia Jeanette con voce mielosa.
Questa sarà la partita più lunga della mia vita, penso.
STAI LEGGENDO
♡ ☾ I love you to the moon and back
AdventureQuanto può cambiare il tuo presente un semplice flashback? Lo svelerà Aria, una ragazza da scoprire, capitolo per capitolo, attraverso viaggi, scoperte e luoghi improbabili, e un amore che la farà vivere e ardere come non mai.