Io mi sono sempre considerata leggermente fuori dall'ordinario. Non esageratamente, certo.
Non era solo il fatto che, guardando un film dell'orrore, i miei occhi si spalancassero e rimanessero affascinati alla vista del sangue. Non era solo il fatto che mi piacesse il sapore ferroso del sangue, che amassi la sua vista. Era... più.
Era il fatto che leggendo del pericolosissimo pluriomicida Jeff The Killer (così lo chiamavano i giornali) io non potessi fare a meno di restare incollata alle pagine sottili di cronaca nera, che pensassi che in fondo non era così difficile per me essere come lui.
Probabilmente avevamo qualcosa in comune.
Come il desiderio di sangue.
Avevo una sorellina, a quei tempi. Una sorellina a cui veniva riservato tutto l'amore del mondo. Piccola, perfetta, di quattro anni ma così tranquilla. Non un pianto di troppo, non un gesto avventato. Una bambina angelica nata da una relazione sana con il mio patrigno, dai capelli biondissimi e occhi odiosamente simili ai miei, ma migliori. Vivi.
I miei erano sempre stati acquosi, opachi, pallidi come quelli di un pesce morto.
La odiavo. Su di lei si scatenavano le mie fantasie di sangue. Sdraiata sul letto, a guardare il soffitto, pensavo a come prendermi la mia rivincita, per restare la sola e unica figlia di mia madre.
Io non ero perfetta, e non ero il frutto di una vita perfetta.
Ero nata da un uomo più grande di mia madre. Da lui ho preso i capelli del mio polveroso biondo sporco e la pelle pallida.
Lui non era perfetto, e così io. Lui è sparito senza dire nulla. Mia madre ha avuto problemi di soldi e mi ha lasciata a me stessa.
Non le ho mai parlato del mio amore per il sangue, della paura che a volte avevo di fare male agli altri. Lei aveva tanti problemi, non c'era tempo di preoccuparsi per me.
Quando mia madre, contenta, si sposò con un nuovo uomo che pretendeva di essere mio padre pur non essendolo, io mi chiusi sempre di più nelle mie piccole ossessioni.
Mi mordevo furiosamente le guance per avere in bocca quel sapore delizioso, lasciavo andare a briglia sciolta i miei pensieri, e più li lasciavo andare, più erano legittimi.
Del resto, erano tutti in fondo alla mia testa, mica importava. Bastava non fare male nella realtà, perché quello sì, mi spaventava davvero.
Eppure il mio odio cresceva. Verso la piccola Jo dai capelli dorati, verso il mio patrigno che aveva reso felice mia madre ma non me, e mia madre che appena mi rivolgeva la parola.
Come figlia dovevo proprio essere pessima.
Un errore di percorso. Mia madre aveva perfezionato la sua vita, come un artista con la sua tecnica. Aveva ottenuto un brutto risultato all'inizio, ma con Jo, con Jo tutto era andato bene.
Jo aveva tre anni ed io sedici, quella notte. Ho sempre fatto fatica a dormire. Le mie sere di solito passavano su Internet, a piratare serie televisive, a mordermi, a fantasticare in modo macabro. Non chattavo con ragazzi o ragazze. Né gli uni né gli altri mi interessavano, ed io stessa mi ero sempre rifiutata di far parte di un gruppo di amici. Non mi importava di avere amici. Non mi era mai importato.
Inizialmente non sentii Jeff. Non i suoi passi, non i rumori che faceva nella mia casa. Avevo le cuffie e guardavo una serie tv gore, con il massimo del volume. Eppure, ad un certo punto, sentii quello che pareva un urlo.
Un brivido mi corse sulla schiena, e io mi tolsi le cuffie. Non fu la paura a guidarmi, bensì la curiosità. Mi alzai in piedi ed aprii la porta della mia piccola stanza.
Il corridoio era buio, quindi feci correre la mia mano sul muro ed accesi la luce. Vidi un ragazzo, il cui volto era già apparso sulle copertine di tanti giornali. Jeff The Killer, lo chiamavano. L'imprendibile serial killer sorridente.
La sua felpa era macchiata di sangue fresco, di cui riconobbi l'odore. Appestava l'intero corridoio.
Credo mi avrebbe uccisa se io, essendomi resa conto di ciò che era capitato a mamma, papà, e alla piccola Jo, non fossi crollata a terra in preda alle risate, contorcendomi in spasmi senza controllo.
Angolo autrice: Abbiamo finalmente dato uno sguardo al passato della nostra Madge. Come vedete, non l'ho resa esattamente uno stinco di santo. Non voglio renderla una sorta di Harley. Madge era pazza da prima di incontrare Jeff. Pazza e piuttosto perfida, come potete vedere. Decisamente non una persona carina, ecco.
Che ne pensate di quest'idea?
STAI LEGGENDO
Jeff and Madge - Toxic [Wattys2018]
FanfictionVedendolo dal vivo, lo aveva amato. Lo aveva amato con un sentimento così forte da sovrastare ogni altro pensiero, ogni ragionevole paura. Non lo temeva, anzi. Lo ringraziava di aver preso con sé una ragazza che credeva di essere inutile. Ma lui, l...