Capitolo 17: Collaborazione

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La notte in cui Jeff mi prese con sé non lo amavo ancora. Nonostante ciò, credo che qualcosa mi attirasse terribilmente. Lui mi aveva condotto nel suo rifugio di allora, una polverosa soffitta affollata nella casa di una coppia di vecchi.

- È un trucco o qualcosa del genere? - chiesi, guardandomi attorno - Mi hai portata qui per torturarmi più a lungo?

Jeff era seduto su un vecchio cassettone, e mi guardava con il suo strano sorriso di sangue. I suoi occhi non si chiudevano mai e la sua faccia era immobile come quella di una bambola. L'unica differenza era che il suo volto era deturpato e sporco.

- No, in realtà. Devo dire che mi sembri molto interessante. Però ora non puoi uscire di qui senza il mio permesso. Se lo facessi, dovrei ammazzarti.

Rimasi a fissarlo, e lo vidi cercare qualcosa con lo sguardo, in me.

- Tu non sei spaventata.

- Non molto. Emozionata, ma spaventata no.

Jeff rise, di una risata rauca e soffocata - Tu sei tutta pazza.

- Tu no?

- Parliamo. Perché non hai paura?

- Trovo la morte più affascinante che spaventosa. Se tu mi uccidessi, sarei solo curiosa di vedere il dopo.

La reazione sul viso di Jeff, ovviamente, era indecifrabile, in quanto inesistente. Però mi fece spazio sul cassettone, invitandomi a sedere di fianco a lui. Mi stava forse considerando una sorta di pari?

L'idea mi piaceva. Jeff era sempre stato una figura ispiratrice. Trovarmi di fianco a lui mi faceva sentire importante.

- Non ti mancherebbe qualcuno, se morissi?

- E chi? Hai ucciso la mia famiglia, ma per quel che riguarda non mi importava nulla di quei bastardi, e non ho amici.

Jeff ridacchiò tra sé e sé - Madge, tu mi somigli. Mi somigli più di quanto non credi. Saresti una buona compagna di squadra.

- Mi stai proponendo di lavorare con te? - iniziavo a sentirmi seriamente onorata. Jeff era un assassino, ma era anche intelligente e forte. E poi, la violenza non mi era mai dispiaciuta.

- Non ti sto proponendo nulla. Te lo sto ordinando - disse, improvvisamente serio, lui. Poi tirò fuori dalla tasca della propria felpa il suo coltello da cucina, disegnando con esso linee immaginarie nell'aria - Io non faccio proposte. Io prendo e faccio quello che voglio. È uno dei vantaggi di essere un criminale.

Sorrisi, guardandolo. I suoi occhi luccicavano, sembravano avere un fuoco potente, che li alimentasse da dentro. Un fuoco che mi faceva venire una terribile voglia di bruciarmi.

- Credevo che ti piacesse lavorare da solo. Non ti sei voluto tenere dietro nemmeno quella ragazzina letteralmente impazzita per te.

- Nina? Troppo ribelle, troppo ostinata ad essere la nuova me. Non mi piace chi mi copia e cerca di farmi ombra. Lei è andata. Tu sarai più obbediente, non è vero?

Jeff desiderava avermi con sé. Mi sentivo quasi onorata. Mi passai una mano tra i capelli, tossicchiando. Non mi era mai capitato di sentirmi in alcun modo desiderata, ben accetta.

Allora avevo l'impressione che io e Jeff saremmo stati amici, o qualcosa del genere, che ci saremmo aiutati, ma che io non mi sarei mai dovuta rendere un suo possesso.

Gli ero grata, questo era certo, per avermi liberata dalla mia famiglia. Ma non avevo ancora bene inquadrato a cosa stavo andando incontro.

Jeff and Madge - Toxic [Wattys2018]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora