Capitolo 23: Capelli

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(Capitolo dai contenuti particolarmente violenti. Nel caso foste sensibili, vi sconsiglio di leggere)





Jeff mi tira dentro casa. È stato zitto per tutto il tragitto, tenendomi il polso stretto in una morsa ferrea. Sono dietro di lui, e non posso vedere il suo viso, ma sinceramente non riesco a immaginare come possa essere il suo sguardo.

Non sono riuscita a ribellarmi. Jeff ha una strana influenza su di me. Mi si avvicina soltanto e io divento impotente, come paralizzata. Prima andava bene, ma io non lo voglio più.

Mi sento gettare nell'ingresso della nostra casa sporca e umida senza grazia. Vorrei urlare, ma la voce non mi esce.

- Cosa significa questo? - chiede Jeff, costringendomi ad alzarmi. Mi guarda fisso negli occhi.

Solo ora mi accorgo di quanto siano gelidi, di quanto facciano paura. Abbasso lo sguardo, non sapendo cosa rispondere.

- Chi ti ha detto di poter uscire?

- Nessuno - rispondo, a voce strozzata, e arriva il primo schiaffo. Un singhiozzo risale la mia gola.

- Chi ti ha detto di potermi abbandonare?

- Io ti stavo cercando, volevo aiutarti - dico, sperando di calmarlo.

Invece mi sento afferrare per i capelli e tirare in avanti. Stavolta lascio andare un gemito. Il primo calcio di Jeff mi colpisce allo stomaco.

Cerco di divincolarmi, agitandomi come un animale, e senza fiato dal dolore mi stacco da lui.

Il mio scalpo brucia, e so che varie ciocche dei miei capelli sono rimaste tra le dita bianche del mio aguzzino.

- Bugiarda! - urla lui, gettandosi su di me.

Mi fa paura. Ha uno sguardo orribile, e so che questa volta non avrà pietà con me. Non voglio soffrire, non voglio vederlo un secondo di più.

Il mio petto si alza e abbassa velocemente, alla ricerca di aria, mentre sfuggo di striscio a Jeff.

Poi mi sento afferrare per il cappuccio della felpa e tirare all'indietro. La mia nuca sbatte a terra e un dolore sordo si propaga in tutto il corpo.

- E questi vestiti di chi sono? Me ne sono andato e hai trovato un altro uomo? Ti ci vuole così poco a dimenticarmi, puttana? - chiede lui con una voce orrendamente distorta. Non si riesce a capire se rida o pianga, e il suo tono ciondola. Odio quando parla così.

- No - sussurro, trattenendo un singhiozzo - Non ti ho mai tradito. Amo solo te, Jeff.

- Tu credi di poterti prendere gioco di me, vero? So che lo credi, credi che io sia solo un demente! - dice lui, e avanza verso di me.

Cerco di ritrarmi ma lui mi afferra per il collo della felpa, tirandomi su con uno strattone violento. Lo sento toccarmi, e ringhiare come un animale.

- Cosa hai fatto fuori, Madge? Ti sei venduta come la puttana che sei, vero? Sei una puttana, un'inutile puttana utile solo a farsi aprire in due. E ti piace anche, vero?

- No, no... - cerco di dire qualcosa, ma subito mi arriva uno schiaffo sul viso, e lo sento bruciare. Sono premuta contro un muro, e Jeff mi guarda dall'alto, mi fa paura. Ha gli occhi iniettati di sangue, ed è tanto arrabbiato. È colpa mia, sono stata io. Non dovevo farlo arrabbiare.

- Taci! Ma io lo so che ti piace, vero? - si slaccia i pantaloni, afferrandomi per i capelli, e fa davvero male. Lui è più forte, e ha il coltello. E poi è colpa mia. È colpa mia.

Questa notte, per la prima volta, Jeff dorme stretto a me. Mi avvolge le braccia attorno al bacino e le sue unghie paiono voler trapassare la mia pelle. Eppure non credo di esserne felice.

Un tempo avrei amato sentirlo stretto e attaccato a me.

Ora mi fa schifo. Ora non posso piangere perché ho paura che mi farebbe di nuovo... quella cosa.

Ora lo sento sporco. Mi sento sporca. È tutto così orrendo. Il mondo è diventato grigio, ogni ombra un mostro tirato fuori dagli angoli più scuri dell'Inferno.

Ma nessuna creatura della notte potrebbe mai fare più paura di quella che respira contro il mio collo.

Vorrei solo poter piangere.

Jeff and Madge - Toxic [Wattys2018]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora