Capitolo 24: Coltello

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Al mattino sento Jeff che mi lascia alcuni baci su una spalla. Mi sembra si lasci dietro una scia di qualcosa. Sento le sue impronte sulla mia pelle come macchie che coprono il mio corpo. Mi sento così sporca.

- Madge - mormora lui, tra un bacio e l'altro - Tu mi ami?

No. Non lo amo. Mi fa schifo, mi fa schifo, voglio che tolga quelle mani, che mi lasci e non mi tocchi mai più.

- Certo Jeff. Ti amo più di qualsiasi altra cosa.

- Sei felice che io sia tornato?

Lo sento giocherellare con una ciocca dei miei capelli.

Mi sarebbe piaciuto che tu fossi morto.

- Non sono mai stata più felice.

Jeff stringe le braccia attorno alla mia vita - Sono felice di sentirti dire queste cose, Madge. Non ti chiedi cosa mi sia successo?

Mi bacia ancora sulla pelle pallida.

Avrei voluto non rivederti mai più.

- Ero così occupata a gioire nel vederti da aver completamente rimosso la domanda.

- Beh, non ti interessa saperlo?

- Mi interessa - rispondo.

- Ho incontrato quel bastardo di mio fratello - sento la sua bassa risata salire dal suo petto e scontrarsi sulla mia schiena nuda - Si è messo in testa di ammazzarmi e mi ha ferito. Ci ho messo un paio di giorni per riprendermi, ma in compenso anche lui è messo male. Dopo che mi ha ferito ho dovuto seminarlo e vivere in un vicolo come un barbone, disgustoso. Non riuscivo più ad alzarmi in piedi, fino a oggi.

- Sei ferito?

- Nulla che non guarisca presto. Ti preoccupi per me?

Vorrei semplicemente che la tua ferita si infettasse e ti lasciasse agonizzante per giorni prima di ucciderti.

- Mi preoccupo sempre.

- Allora alzati e vai a prendere qualcosa da mangiare, su.

Mi alzo in piedi, liberandomi finalmente dalla sua stretta.

Indosso i miei vestiti e mi alzo.

- Odio quegli abiti - commenta Jeff - Mi ricordano che razza di bastarda sei. Dovresti cambiarli.

- Ora non ne ho altri - rispondo, e mi allontano.

Quando esco dalla stanza e vado nella zona della cucina porto la manica della felpa al mio naso.

Profuma ancora di Ingrid.

Non riesco a non pensare a ieri. A Jeff,  a quello che mi ha fatto.

Stavolta sento una lacrima che scende dalla mia guancia. Mi appoggio con le mani al polveroso bancone e abbasso la testa.

Quando scoppio in singhiozzi silenziosi non sento di essere più in grado di fermarmi. È tutto orrendo, voglio scappare da qui.

Ma Jeff è di là, e lui ha sempre il coltello. È più forte e più veloce.

Apro il cassetto dove dovrebbe esserci qualcuno dei soliti sandwich.

Ci sono anche delle vecchie posate, tra cui un piccolo coltello. Lo guardo per un po'.

E se lo uccidessi? Posso liberarmi di lui, posso ucciderlo, non farà più nulla di male.

Mi basterebbe avvicinarmi, lui è mezzo addormentato. Passargli il cibo e pugnalarlo. Forse potrei colpire l'occhio, o la gola, o poco più in basso.

- Madge! - sento Jeff che mi chiama - Quanto cazzo ci devi mettere per un solo panino? Su, porca puttana!

Mi porto dietro il cibo, lasciandomi dietro le posate di metallo.

Jeff and Madge - Toxic [Wattys2018]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora