1. Prima sera

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Emma
Guardo il grande ingresso dell'hotel, consapevole del fatto che quasi tutti gli altri allievi della scuola saranno già lì dentro e saranno riuniti in gruppi affiatati.
A malapena ricordo i loro nomi e sicuramente non riuscirò a parlare con nessuno di loro, se non forse con la ragazza americana che come me parla inglese.

Resto ferma a fissare la porta a vetri davanti a me, ma non mi muovo di un passo.

Avanti, di cosa hai paura? Di un albergo pieno di ragazzi in competizione con te?

Mi mordo il labbro cercando di prendere coraggio.
Ho paura di vederli fuori dalla scuola che è un ambiente sicuramente più tutelato, qui invece chiunque potrebbe dirmi qualsiasi cosa senza il rischio di essere ripreso o registrato.

"Ehi Emma, che fai? Vuoi restare qui fuori?"

Una voce mi fa sussultare e quasi tiro un sospiro di sollievo quando mi accorgo che si tratta di uno dei ragazzi che oggi si sono presentati in sala relax.

"Scusa, ti ho spaventata?" chiede ancora con un inglese sorprendentemente sicuro e scorrevole.
"Solo un po'." gli sorrido sinceramente e lui ricambia.

Si avvicina alla porta e la spinge facendomi cenno di entrare prima di lui.

"Dai, non ti mangiamo mica!" esclama come se avesse sentito i miei pensieri di poco fa.

Sono realmente stupita dalla sua dimostrazione di gentilezza e ad essere sincera anche dal suo impegno per parlarmi.

Mi convinco ad entrare, ma dopo aver fatto pochi passi mi fermo nel bel mezzo della hall senza un apparente motivo.

"Vieni, andiamo al ristorante." il moro mi prende per una mano e mi guida fino al ristorante dell'hotel, dove la maggior parte dei ragazzi è già seduta.

Nessuno si accorge del nostro ingresso, ma tutti continuano a mangiare e a chiacchierare fra di loro non degnandoci di uno sguardo.

"È normale che tu oggi sia disorientata, domani andrà meglio." mi dice il ragazzo che, mi sembra di ricordare, si chiama Luca.

"Grazie." rispondo con la parola che conosco meglio in italiano, sinceramente grata.

È stato il primo a capire che mi sento a disagio da quando sono arrivata.

Mi trascina letteralmente fino ad un tavolo dove sono seduti solo due ragazzi e dopo aver parlato con loro in un italiano per me troppo veloce ed incomprensibile, mi invita a sedermi tra lui ed un altro ragazzo biondo di cui non conosco nemmeno il nome, dato che è stato l'unico a non presentarsi dopo il mio ingresso.

"Loro sono Einar e Biondo." me li presenta Luca, come se avesse nuovamente letto nella mia mente.
Stringo la mano ad entrambi e mi presento a mia volta, ma a quanto pare loro si ricordano già il mio nome.

Credo che tutti e tre siano abbastanza amici e si rivelano essere subito molto gentili e disponibili nei miei confronti.

Sorrido ancora una volta al ragazzo dai capelli scuri e lui mi risponde con un altro sorriso.

Grazie a lui la mia prima cena qui dentro non è stata quantomeno deprimente, ma mi sento comunque un pesce fuor d'acqua e in questo momento avrei tanta voglia di un abbraccio dei miei genitori.

Biondo
La cena prosegue tranquillamente come tutte le precedenti di questi mesi.
L'unico cambiamento, che a dire la verità mi fa parecchio piacere, è la presenza di Emma seduta con noi.

È bellissima e quando Luca ci ha chiesto se potesse sedersi con noi per questa sera, per poco non lo abbracciavo per la sua meravigliosa idea.

Durante la cena sia io che Einar ridiamo per le solite battute di Luca, ma quando mi volto alla mia destra mi accorgo che Emma non ha quasi per niente toccato cibo.
Sta giocherellando con un pezzo di carne sul suo piatto e tiene lo sguardo basso.

Stolen Kisses || S&EDove le storie prendono vita. Scoprilo ora