8 Vita da cowboy •parte 3•

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Quando Newt raggiunse la sponda, il toro si era già dileguato e a terra vi era il corpo sofferente del cavallo di Thomas. Di lui invece, non c'era alcuna traccia.
"Ma dove caspio...?".
La domanda gli morì in gola quando lo vide. Era nel bel mezzo del fiume con la pancia in su e gli arti divaricati, come se stesse facendo l'angelo sulla neve.
"Tommy!", gli urlò.
Non lo vide reagire.
Era svenuto.
Newt provò a ragionare: se si sarebbe tuffato, sarebbe stato trascinato dalla corrente e avrebbe fatto la stessa fine di Thomas, ma guardandosi attorno, seppe immediatamente cosa fare.
In sella al cavallo, lo spinse a seguire il compagno, galoppando come in una gara sulla riva del fiume.
Un occhio destro guardava avanti, quello sinistro il moro.
Ma cosa sto facendo?
Già, cosa stava facendo? Per quanto lo riguardava, poteva lasciar morire Thomas e tornarsene al ranch, ma qualcosa dentro di sé lo spingeva a seguire quel ragazzo e salvarlo. Cos'era? Amicizia? Affetto? O solo il senso del dovere?
Non riusciva a convincersi, ma se era quello che pensava...lasciò il pensiero in sospeso e si concentrò su Thomas. Più avanti vide un ponte di pietra che conduceva dall'altra parte; una volta raggiunto, fece svoltare il cavallo e lo fece attraversare, col corpo incosciente di Thomas che passava sotto il ponte. Giunto dall'altra parte, Newt vide sempre un po' più avanti un piccolo pontile di legno con sopra quelle che sembravano delle corde; con i nervi che quasi esplodevano sotto la sua pelle per lo sforzo, spinse il cavallo a una velocità mai raggiunta, superando di gran lunga Thomas. Arrivato al pontile, Newt scese da cavallo e con la corda creò un lazzo; quando il corpo entrò nel suo campo visivo, cominciò a far girare il lazzo su sé stesso e lo lanciò verso Thomas. Per fortuna, lo aveva agganciato per il collo. In ginocchio sul pontile, cominciò a tirarlo a sé delicatamente, fino a ritrovarselo sotto. Lo liberò della corda e - col braccio sinistro sotto al collo e quello sinistro sotto le ginocchia, a mo' di sposini - lo mise con delicatezza sulla superficie di legno del pontile. Tastando sia il collo che il petto, Newt non captò né respiro né battito.
Cosa posso fare? Cosa posso fare?!
Poi si ricordò delle lezioni di primo soccorso: glielo aveva insegnato anni addietro, quando era ancora in vita...
Il biondino scosse la testa e seppe immediatamente cosa fare: aprì con uno strattone la maglietta di Thomas, scoprendo i pettorali. Rosso dall'imbarazzo, mise le mani - una sopra l'altra - sullo sterno e cominciò a praticare il massaggio cardiaco. Dopo trenta compressioni, aprì la bocca a Thomas e tappandogli il naso gli soffiò dentro alla bocca per un paio di volte.
"Non ti azzardare a morirmi così cacchio".
Riprovò col massaggio e la respirazione bocca a bocca.
"Non è il momento di recitare la parte del morto pivello!".
Ripeté la sequenza, ma non ebbe nessun risultato.
"Respira caspio!".
Riprovò un'altra volta.
"Non farmi questo Tommy!".
Esasperato, si lasciò sedere sulla superficie bagnata del pontile con  affianco il corpo del ragazzo. Aveva le lacrime agli occhi, più esausto che mai. Perché si sentiva così male? Thomas era soltanto il primo stupido che gli era capitato, proprio quello: un attore che non aveva voglia di lavorare, troppo abituato al lusso e alla pigrizia. Eppure, l'aveva colpito. Gli assomigliava così tanto...anche lui come Thomas agli inizi era il classico scansafatiche, divenuto poi un grande lavoratore.
Quanto vorrei fosse qui...
Scosse di nuovo la testa e si concentrò sul corpo alla sua destra. Quella considerazione gli giustificò le lacrime che aveva represso sin dal giorno della sua morte e che in quel momento gli solcavano il volto.
Se le asciugò con foga.
No, non te lo permetterò
Determinato, sovrastò di nuovo Thomas e ricominciò a praticargli il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca: una sola combinazione, ripetuta più volte.
Poi accadde.
Come un miracolo, Newt vide Thomas tossire sputando acqua; il biondino scese immediatamente permettendo al moro di mettersi di fianco e tossire di nuovo, respirando affannosamente. Tornato supino, gli occhi gli si chiusero col petto che si alzava e si abbassava freneticamente. Newt tirò un sospiro di sollievo.
Allora Dio esiste...
Perché si è ritrovato a pensare a Dio?
È sempre stato ateo, e sempre lo sarà.
Ritornando a Thomas, questo non si era degnato di svegliarsi. Newt poté comprenderlo: con tutto quello che gli era accaduto, era naturale se si sarebbe addormentato in quel modo.
Lo prese delicatamente di peso e lo fece sedere in sella al cavallo - che nel frattempo non si era mai mosso - poi lo strattono' per le redini, incamminandosi verso la fattoria di Frypan. Ci arrivò a sera, interrompendo la cena di tutti i ragazzi. Mentre Newt raccontava l'accaduto, Thomas venne lavato e curato, dandogli poi abiti caldi e asciutti. Venuta a sapere della cosa, Brenda venne a prenderli col furgoncino. Tornato al ranch, Newt prese Thomas e lo portò in camera sua, facendolo sdraiare sul letto. Gli rimbocco' le coperte, coprendolo fin allo sterno. Appena finito, il biondino lo contemplò; il respiro si era fatto regolare, così come il battito, ma qualcosa spingeva Newt a rimanere lì, a controllare che Thomas possa stare bene fino alla mattina seguente.
Gli s'inginocchiò davanti, con le labbra a un soffio dalla guancia; fremeva nel baciarlo - e Dio solo sapeva quanto lo voleva - ma c'era sempre quel blocco a impedirglielo, qualcosa che non avrebbe mai digerito: il suo passato. Scosse di nuovo la testa. Accarezzò la foresta di capelli corvini di Thomas e gli diede un bacio sulla fronte; non seppe il motivo di quel gesto, ma gli diede una serenità mai provata dopo tanto tempo.
"Ecco dov'eri".
Newt si alzò di scatto, voltandosi verso l'uscio della porta: lì ci stava Brenda.
"Stavo solo controllando che stesse bene".
"Vallo a raccontare a qualcun altro. Ammetilo: ti ha rubato il cuore".
"Il mio cuore è al suo solito posto", disse battendo la mano sul petto.
"Non stai mentendo solo a me, ma anche a te stesso".
"Non sto mentendo a nessuno. Sto solo dicendo come stanno le cose".
"Ovvero?".
"Che Thomas sta bene. Ora mi lasci andare a dormire?".
Senza aspettarsi una risposta, Newt s'incamminò verso la porta quando Breda gli prese il braccio, bloccandolo.
"Ripensi ancora a lui?".
Il ragazzo sospirò.
"In ogni momento".
"Non ti dico di dimenticarlo, ma di concentrarti sulla tua vita. Ti stai autodistruggendo".
"E come posso concentrarmi sulla mia vita se tutto è accaduto per colpa mia?".
"È stato un incidente".
"Ma l'ho fatto!".
I suoi occhi erano fuori dalle orbite da quanta rabbia stava provando, ma Brenda seppe che in realtà quella era disperazione. Newt si liberò dalla morsa della ragazza ed andò in camera sua, sbattendo la porta con rabbia. Chiusa quella di Thomas, Brenda appoggiò l'orecchio su quella di Newt. Stava piangendo.


Angolo Autore:

Ciao ragazzi! Come vi sembra la storia fin'ora? Ho una piccola domanda da farvi: secondo voi chi è LUI? Quello nominato più volte sia da Newt che da Brenda? Scrivete la risposta nei commenti, ma vi rispondero' solo con i capitoli successivi.

I Don't wanna miss a think ~Newtmas~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora