16 Insieme

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Quando finalmente arrivò l'ambulanza, Thomas venne portato d'urgenza all'ospedale mentre il gruppo di ragazzi in centrale di polizia.
Sotto interrogatorio, ognuno raccontò la stessa storia e, ovviamente, i poliziotti li lasciarono andare.
"Voi andate pure a dormire" disse Newt una volta fuori "vado a trovare Thomas".
"Non ti lascio solo con il mio ragazzo", commentò acidamente Teresa.
"Sei esausta, come tutti voi", guardò anche gli altri.
"Va bene" disse Minho "tienici aggiornati sulle novità".
"Lo farò".

3:45

Era quella l'ora che segnava l'orologio appeso nella sala d'aspetto. Anche se ogni tanto giravano dei dottori o delle infermiere, Newt poteva dire di essere solo, visto che questi non gli degnavano di uno sguardo. Per passare il tempo, contava le perline che componevano il rosario; con tutto il casino che era venuto, non si era reso conto di aver tenuto il rosario al polso fino ad allora. Il crocifisso era dorato, col corpo di Cristo in alto rilievo rispetto alla croce; contemplandola, Newt cominciò a socchiudere le palpebre, ma si ordinò di tenere gli occhi aperti. Voleva essere sveglio quando Thomas si sarebbe svegliato.
"Signorino Sangstar".
Una voce femminile lo animò di scatto, facendolo balzare dritto i piedi. Era una giovane donna, vestita con un camice azzurro e una camicia bianca, abbinata a dei pantaloni lattescenti; era bionda con i capelli legati con uno chignon dietro la nuca.
"Sì?", chiese Newt.
"Il signor O'Brien è sta bene".
Il ragazzo prese un sospiro di sollievo.
"Grazie a Dio...".
"Il suo amico è stabile, anche se non si è svegliato".
"Fa lo stesso. Grazie comunque".
"È il mio lavoro. Mi segua che la porto dal suo amico".

Quando l'infermiera aprì la porta, Newt rimase bloccato sull'uscio della porta; Thomas era sdraiato sul lettino - posto al centro della parete opposta rispetto all'entrata - col braccio sinistro collegato a un flebo. Indossava un camice di carta, con i vecchi vestiti chiusi in un sacco di plastica; anche se aveva gli occhi chiusi, il respiro era regolare e, a quanto diceva il macchinario, anche il battito cardiaco era stabile.
Oltre ad esserci la luce del lampadario, dalla finestra - che mostrava una bellissima frazione di Los Angeles - entrava quella lunare.
A piccoli passi, Newt entrò nella stanza, udendo alle spalle la porta schiudersi dolcemente.
Il biondino allora prese una sedia e si sedette sul fianco destro del lettino, senza mai smettere di guardare Thomas. Seduto, gli strinse la mano.
"Ciao Tommy", lo salutò tristemente, fingendo una felicità fasulla.
L'amico non reagì in alcun modo.
"So che ora preferiresti avere al tuo fianco Teresa" cominciò a dire Newt "ma mi sentivo in dovere di venire a trovarti...".
Sentì gli occhi appesantirsi e diede sfogo alle lacrime.
"Tu mi hai salvato la vita, quando avrei preferito morire. Ma tu...è difficile da spiegare, ma io ti amo. Sì Tommy, io ti amo. Ti amo come non ho mai amato nessuno, ma ti prego, svegliati: se non vuoi farlo per me, fallo per i tuoi amici, o per la tua ragazza...".
Lasciò la frase in sospeso, cominciando a piangere con la fronte appoggiata al materasso del lettino. Sotto al petto udì dei movimenti e una mano mentre gli accarezzava la guancia, asciugandogli le lacrime; Thomas era sveglio, e sorrideva.
"Ciao Newtie", salutò debolmente.
"Ciao Tommy..." mormorò Newt mettendosi composto "come stai?".
"È la domanda più stupida che tu possa farmi" disse quella frase ridacchiando "comunque sto bene".
"Lo vedo. Senti...".
"Ho sentito tutto quello che mi hai detto".
Newt avvampo' dall'imbarazzo.
"D-davvero?", balbetto'.
"Sì, ma non volevo vedere Teresa. Con tutto quello che è successo, non provò più niente nei suoi confronti".
"Stai dicendo che...".
"Esatto. Anch'io ti amo; ti amo così tanto che ho deciso di sacrificarmi per te".
"Non avresti dovuto farlo".
"E perché no? L'amore non è ricevere, ma dare".
Newt sorrise, stringendo ancor di più la mano di Thomas, come se avesse paura di perderlo.
Poi, con dolcezza, si baciarono.

I Don't wanna miss a think ~Newtmas~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora