6 Vita da cowboy •parte 1•

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La sveglia del mattino seguente fu alquanto straziante per Thomas. Quest'ultimo non ne era abituato; da quando aveva fatto carriera a Hollywood, era raro che utilizzasse la sveglia, e quel suo suonare - causato da un martelletto all'interno di una cupola di metallo - lo riscosse completamente. Guardò l'ora:
6:30
Sbuffo', ma dentro di sé seppe di non poter disobbedire.
Si alzò dal letto ed indossò gli abiti del giorno prima, poi uscì. Appena uscito, vide proprio davanti a sé una porta bianca con sopra una targhetta rettangolare di ottone traslucido. Recitava semplicemente:

250

Thomas perse un battito. Quella era la stanza dove Newt gli aveva proibito l'accesso: era troppo curioso nel saperne il motivo. La curiosità cominciò a dilaniarlo, e seppe che prima o poi avrebbe ceduto.
"Ehi Thomas".
Questo si voltò di scatto, trovandosi di fianco un Newt alquanto sospettoso.
"Che stai facendo?".
"Niente. Quindi sarebbe questa la stanza 250?".
"Proprio così. Come ti ho già detto, è proibito l'accesso".
"E come mai?".
"Non sei tenuto a saperlo. Forza vieni, Brenda ha preparato il caffè".

Appena scese le scale che conducevano al piano terra, Thomas venne investito in pieno dall'essenza del caffè appena fatto. Il piano terra era composto da una piccola cucina - abbinato a un tavolo quadrato con delle sedie - e un divanetto, voltato verso la finestra. Brenda era dietro ai fornelli mentre serviva il caffè - proveniente dalla moca - in tre tazze; sopra alla tavola vi era cesto di vimini il cui interno era occupato da della frutta.
Thomas si sedette attorno al tavolo e si prese una mela gialla, imitato da Newt e da Brenda mentre questa porgeva le tazze ai ragazzi.
"Qualcosa di nuovo?", chiese il biondino prima di bere il caffè.
"Sì" le rispose Brenda "il nonno di Frypan mi ha chiamato prima. Vuole che lo aiutiamo a radunare le mucche nel recinto".
"Sono scappate di nuovo?".
"Sì".
"Che palle...è la seconda volta questo mese" frustrato, appoggiò con un tonfo la tazza vuota sulla superficie del tavolo di legno "e va bene, facciamo così. Tu rimani qui a fare le tue solite mansioni, tu e io invece" guardò ed indicò Thomas "faremo i cowboy".
Il ragazzo sbarrò gli occhi, incredulo.
"Cowboy? Proprio come sei film?".
"Sì, tranne per il lazzo".
"So di essere ignorante in queste cose, ma i nostri cavalli non sono da traino?".
"Lo so benissimo. Quando andremmo in fattoria ci daranno i cavalli giusti".
"Va bene. Che stiamo aspettando?".
"Che tu indossi un cappello. Anche se è mattina c'è un sole da spaccare i sassi".
"Te ne darò uno io", s'intromise Brenda.

E così fu.
Newt aspettò fuori mentre Thomas usciva di casa con un cappello da cowboy marrone; quello di Newt  invece era bianco.
"Andiamo Tommy".
Il moro rimase pietrificato. Tommy? Da dove veniva Tommy? E poi, cosa più importante, perché l'aveva chiamato così? Non che gli dispiacesse, ma voleva approfondire.
"Abbiamo un lavoro da sbrigare", continuò il biondino.
"Come se non si facesse niente tutto il giorno, eh Newt?".
Quest'ultimo sorrise e annuì.
"Giustissimo Tommy. Stai imparando".

La fattoria della famiglia di Frypan si trovava a mezzo chilometro dal ranch e ovviamente i due ragazzi ci andarono a piedi, anche se Thomas avrebbe preferito andarci a cavallo. Newt ne approfittò per fare una piccola lezione sul Texas, parlando di tutto e di più. Thomas lo guardò parlare, spiegare quel territorio a lui così tanto familiare, ma non lo ascoltò più di tanto; la sua attenzione era rivolta al viso, per coglierne ogni singolo particolare. I suoi capelli biondo scuro, la sua carnagione pallida e perfetta, i suoi occhi color caffè, le labbra sottili e rosee...Thomas scosse la testa freneticamente. Cosa gli stava accadendo? Perché Newt gli faceva quell'effetto? Cos'aveva di speciale? Non fece in tempo a rispondersi che arrivò a destinazione, assieme al suo compagno. La fattoria era un agglomerato di tre piccoli edifici: la casa del proprietario, il capannone dove solitamente stavano le mucche e un enorme pollaio. All'esterno invece c'erano tanti piccoli orti rettangolari, tra qui uno di pannocchie, il più grande di tutti.
Appena entrati, vennero accolti da Frypan e da Minho.
Mentre il moro cominciò a spiegare la situazione a Newt, Thomas e l'asiatico rimasero soli.
"E tu che cosa ci fai qui?" chiese Minho "non odiavi la campagna?".
"È troppo difficile da spiegare".
"Fallo lo stesso. Così so se posso aiutarti".
Thomas allora cominciò a raccontare, partendo dalla sua lite con Gally a Los Angeles fino al suo risveglio al ranch.
"Sei nella sploff amico", fu l'unica che disse l'asiatico.
"Grazie per la consolazione".
"Prego. Senti, finché non ti accadrà qualcosa, ti conviene rimanere qui".
"Ma non mi piace-".
"Preferisci morire?".
Interdetto, l'americano sbuffo'.

Thomas, Newt, Minho, Frypan, Ben e Aris erano tutti in sella a dei magnifici Quarter Horse, tutti dal manto sauro e dalle criniere - come in fondo le code - nere.
Ogni ragazzo aveva un cappello da cowboy in testa.
"Non so voi" disse Ben "ma così mi sento un vero macho".
"Non sei l'unico fratello", gli disse di rimando Frypan.
"Avanti pive" s'intromise Newt bruscamente "poche parole e più lavoro".
"Sante parole", commentò Minho.
Thomas rimase in silenzio mentre il gruppo partiva. Durante il percorso, la squadra vide il sole proseguire nel creare il suo arco, fino a giungere perfettamente al centro, attorno a mezzogiorno.
Ne avevano fatta di strada...

I Don't wanna miss a think ~Newtmas~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora