Capitolo 3: Tyler or not?
Apro gli occhi quando ormai la sveglia di Valerie ha smesso di trillare e dopo pochi istanti mi alzo a mezzo busto per passarmi le dita tra i capelli, che sembrano a primo impatto della paglia ammassata. Mi sento la bocca impastata, così dopo pochi minuti mi alzo definitivamente, scostando ovviamente prima le coperte. Mi dirigo in cucina, noto che Valerie è sveglia ed è già si fornelli, così sul mio volto compare un'espressione disgustata, a causa del ricordo della sua poltiglia che intitola 'pancakes'. Sembra che lei si accorga subito della mia presenza, infatti senza voltarsi, mi chiede come ho dormito. Mi avvio al frigorifero, prendo dell'acqua naturale e dopo averla aperta, faccio un sorso molto lungo. Dopodiché mi giro verso la mia amica e le rispondo.
"Molto bene, Valerie. E tu?" Lego poi i capelli in uno chignon con uno degli elastici che porto sempre al braccio.
"Non c'è male." Dice girando con un cucchiaio, la cioccolata? Che sta preparando.
"Oggi hai il turno mattutino?" Le chiedo affiancandomi a lei, poggiando la schiena al bancone.
"Purtroppo sì, quella carcassa aliena ma appetitosa.. " sottolinea. "del mio capo ha insistito tanto col fissarmi il lunedì ed il venerdì come turni mattutini." Si gira verso di me e mi rivolge un sorrisetto sarcastico, alzando le sopracciglia in modo strano, al che scoppio a ridere.
È proprio questo il motivo per il quale adoro Valerie. Lei affronta la vita in modo così sereno e non si lascia mai coinvolgere dalle situazioni sgradevoli che le si ripresentano, perché è sempre pronta a rimboccarsi le maniche e a prendersi la vita un pò come viene. Ed il più delle volte, ha sempre quel senso dell'umorismo o quella parolina che ti rallegra la giornata. Credo che qualsiasi persona a questo mondo abbia bisogno della propria Valerie, io ho la mia."E adesso perché stai ridendo?" Dice, borbottando a sua volta una risatina.
"Niente, niente.. lascia perdere." Esclamo prendendo i biscotti dalla mansarda e mangiandone uno o due."Avresti potuto evitare, però." Esclama Zayn divertito dalla situazione che mi si è presentata ieri sera alla reception, così da riportarmi in mente quel ragazzo dalla folta chioma riccia.
Alzo le spalle e cerco dei documenti nel cassetto.
"Se l'è cercata." Esclamo con non-chalance e dopo pochi secondi, finalmente trovo quello che stavo cercando.
"Mi ha chiamata baby. Ti rendi conto?" Alzo finalmente lo sguardo verso di lui, che sta giocherellando con una penna presa dalla scrivania.
"Dai però, non fare l'antipatica..." alza gli occhi al cielo. "ha anche detto che gli sei sembrata carina." Ride ancora.
Sospiro e lo guardo, alzando entrambe le sopracciglia.
"Carina, io? Lo so, ma con i modi che ho avuto ieri, meritati da parte sua, sono sembrata tutt'altro che carina." Concludo il mio discorso, visto che non voglio prolungarlo.Per mia fortuna, squilla improvvisamente il suo cellulare, che gli segnala l'arrivo di un nuovo messaggio. Lo vedo sorridere mentre contempla lo schermo, così lo guardo divertita dalla scena. Immagino sia una delle sue tante fiamme.
Dopo un po' di tempo, sembra ritornare sul pianeta Terra, ma il suo sguardo rimane ugualmente inquietante."Beh? Che hai da sorridere? Smettila di guardarmi così, mi inquieti." lo guardo quindi leggermente inorridita.
Lui ride nuovamente e come se nulla fosse, improvvisamente, esce dal mio ufficio.
Non ho decisamente parole, ma non ho neanche un filo di voglia che mi spinga a capire cosa diavolo gli sia preso, così lascio perdere e mi concentro su quello che è il mio lavoro.Dopo una mezz'oretta, sento bussare alla porta e suppongo sia Tyler, siccome abbiamo delle cose da sistemare, così lo lascio entrare direttamente.
"Tyler, vieni entra, abbiamo delle cose da rivedere, delle riunioni da spostare e tanto..." dico alzando gli occhi dal computer e dirigendo il mio sguardo verso la porta, ma non concludo quello che stavo per dire perché ciò che mi trovo davanti è tutt'altro che il mio segretario.È lo stronzo capellone ritardato mentale che mi squadra nuovamente dalla testa ai piedi. Per caso, avrà preso un ufficio in affitto in quest'edificio? Perché è di nuovo tra i piedi?
Sbatto le palpebre, faccio un sospiro e riprendo poi a parlare.
"Che ci fai tu qui? Tra l'altro, davanti la porta del mio ufficio?"
Il suo viso viene adornato da un sorrisetto strafottente, che gli risalta le fossette che ha ai lati delle labbra.
"Ciao cucciola, ti sono mancato? Mi dispiace deluderti ma cercavo Zayn. Mi aveva detto di essere qui." Esclama con tutta la normalità e la tranquillità di questo mondo.
Aspetta, cosa? Adesso baby l'ha sostituito con cucciola?
Per non parlare di quel cazzone di Zayn e delle sue bravate da bambino con disturbi psichici!
Adesso mi è chiaro il motivo per il quale rideva e il motivo per il quale è scappato via all'improvviso senza spiaccicare una parola."Mi dispiace." tengo il suo stesso gioco, strizzando un occhio dal nervosismo.
"Ma no, non mi sei mancato per niente." Esclamo infine, sorridendo in modo abbastanza forzato.Ci rendiamo conto che qui siamo in un'azienda seria e che il quasi-capo, alias io, sta tenendo lo stesso gioco di un cretino, che d'altronde sembra non avere nulla da fare?
"E non so se l'hai notato.." dico e mi alzo successivamente, avviandomi all'uscita.
"ma Zayn non è qui, sarà nel suo ufficio quindi..." non concludo il mio discorso, apro la porta e lo spingo fuori.
Dopo Zayn mi sentirà, oh eccome se mi sentirà. È solo fortunato, al momento, perché a differenza sua, ho davvero delle cose da finire e da rivedere con Tyler.Dopo un paio di ore che ho finalmente concluso tutto il lavoro che avevo da svolgere, mi catapulto nell'ufficio di Zayn e senza nemmeno bussare, entro pronta per ucciderlo, in tutti i sensi.
"Brutto rincitrullito che non sei altro, la testa ti aiuta oppure no?"
Lui avendo già compreso le mie intenzioni, come se nulla fosse, mi ride di nuovo in faccia. Ma qui ridono tutti?"Che ti ridi?" Gli sferro un pugno sul braccio, che d'altronde non gli fa né caldo né freddo.
"Pensavo ovviamente che fosse Tyler, avevamo delle cose da sbrigare e... rullo di tamburi?" Esclamo con tono sarcastico, guardandolo.
"Mi sono ritrovata davanti l'altro deficiente impalato lì, che mi guardava con un'espressione da ebete!" Mi passo le mani sulle tempie e lo fisso in attesa di una risposta.Tutto questo mi sa tanto di Fifty Shades, lui mi sa tanto di Mr.Grey, solo che io, al momento, mi sento tutt'altro che Anastasia.
Non ha altro da fare durante le sue giornate, quel don Giovanni?
Zayn tenta di riprendere fiato per parlare ed infine, mi risponde.
"Dai tesoruccio, mica te la sarai presa per questo scherzetto? Era giusto una cosa per divertimento."
Ma poi del resto, con tutti questi nomignoli, quasi dimentico il mio nome. E poi lui non li odiava i nomignoli?"La prossima volta, ci penso io a farvi divertire, cretino." Lo fulmino con lo sguardo, ma poco dopo me ne vado.
Meglio che mi rilassi, tra qualche ora ho un'intervista da Vogue, la mia prima intervista lì e sinceramente sono agitata già di mio. Non posso lasciarmi distrarre dagli insulsi e futili scherzetti di Zayn o da quell'insolente non so chi.
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Ecco il nuovo capitolo.
La storia procede a gonfie vele, vi ringraziamo per il tempo che ci dedicate.
Alla prossima,
RiLess XX

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Vogue |H.S.
FanficOrmai quello che aveva sempre desiderato fare stava per diventare realtà. Audrey Hamilton, 26 anni, stilista, immagine e futura direttrice della "Hamilton Imperium" nonché l'azienda di moda di famiglia, conosciuta in tutto il mondo. Lei, ragazza det...