Capitolo 4: Nice to meet you, I am...
Scendo al minibar e mi faccio preparare il mio adorato caffè amaro. Mentre attendo, controllo il cellulare e noto un messaggio di mia madre che mi ricorda dell'Intervista, così lo richiudo dopo averle inoltrato un semplice e pacato "Me ne ricordo."
Bevo il caffè ringraziando Yvonne e risalgo a raccattare la mia borsa e la mia giacca. Appena recupero queste ultime cose, mi dò un'ultima occhiata allo specchio e a mia stessa sorpresa, mi piace come mi sono preparata. Esco dall'edificio che sono le 14:30 e l'intervista è alle 16:00, non mi piace arrivare in ritardo anche se ammetto che a volte mi capita di esserlo. Non mi scomodo per prendere la mia auto poichè stamattina mi accompagna Tyler con la sua Audi. Il viaggio dura all'incirca venti minuti ed una volta arrivati, scendiamo entrambi e ci incamminiamo verso questo enorme grattacielo, forse più del nostro. Non ci impieghiamo molto a trovare la reception e Tyler chiede informazioni per quanto riguarda un certo Tomlinson. Non ho idea di chi sia, immagino il caporedattore ma il suo cognome mi è molto familiare. L'avrà forse nominato Valerie? Oh sì giusto, Valerie è una giornalista, prossima redattrice. Ritorno sul pianeta terra quando un ragazzo non molto alto e dalla chioma bruna si avvicina.
"Salve, Ms. Hamilton. Benvenuta nel nostro stabile. Io sono Louis, mi segua.. la accompagno." Mi comunica con tono cordiale e garbato.
Mi balza subito in mente l'immagine dell'amico di Zayn e mi viene quasi da ridere, lui e Tomlinson, due gocce d'acqua.
Annuisco sorridendogli e lo seguo presso quello che mi sembra un ufficio.
Aspetta, quella alla reception era Valerie? Strizzo gli occhi e faccio due passi indietro, chiedendo scusa ed allontanandomi da loro un secondo per accertare la mia ipotesi. Appena poggio i gomiti sul vetro freddo, la mia amica alza gli occhi e mi vede.
"Cosa ci fai tu qui?" Esclama leggermente sorpresa a bassa voce.
"No, tu cosa ci fai qui? Non mi hai mica detto che la stagista la facevi qui." Le rispondo a mia volta, un tantino infastidita dal fatto che l'abbia omesso ma sono anche stranita del fatto di trovarla qui.
"Ho omesso questo particolare perché pensavo fosse irrilevante siccome sono ancora una stagista. E poi, sono qui da due settimane." Mi dice divertita, alzando le sopracciglia.
"Ok, va bene. Devo andare, ne riparliamo dopo." Dico avviandomi verso l'ufficio ma poi mi blocco sul posto. Mi avvicino a lei nuovamente e mi allungo leggermente sulle punte.
"Ed è lui la carcassa del tuo capo?" Sussurro ancora più sconcertata, marcando la parola carcassa.
Lei ride e scuote la testa. "Non è sempre così. Tutta illusione."Ritorno da Tyler e dal presunto capo di Valerie e mi scuso nuovamente.
"Oh, non si preoccupi. Siamo in perfetto orario." Mi sorride e mi mostra i suoi occhioni blu. Non riesco a capire come possa Valerie definirlo carcassa aliena, vista la sua cordialità. Sono proprio certa che la mia amica si sbagli, anche se questo succede raramente.
Louis ci apre la porta e sono quasi incantata dalla bellezza e dalla scelta dell'arredamento di questo ufficio, sono sempre più sicura di ritrovarmi nel set di Cinquanta Sfumature. La scrivania rifinita in legno, immagino nel più pregiato, si trova al centro della stanza ed è circondata da due poltroncine bianche. Dietro ad essa, c'è una vetrata che presenta una vista di Seattle al dir poco mozzafiato. Alla sua destra, si trova un'alta libreria stracolma di libri appartenenti alla letteratura inglese del 900 e se potessi mi siederei su una di quelle poltrone e ci trascorrerei metà della mia solita giornata. Provo un'ammirazione profonda nei confronti dei libri, essi sono fonte di informazione; di ispirazione e quando ne prendo uno tra le mani sono sempre entusiasta di venire a conoscenza di nuove cose.
Tyler mi riporta sulla Terra comunicandomi che deve ritornare in azienda, così facendo mi lascia da sola con Louis.
Mi giro verso di lui e lo esamino per bene, dopodiché gli chiedo: "quindi, attendiamo il direttore?"
"Oh sì, sta per arrivare." Si passa le dita fra i capelli e si sistema la giacca avviandosi poi all'uscita.
Una volta rimasta sola, mi avvio alla libreria e dopo aver adagiato la borsa sul pavimento, sfioro leggermente i libri uno dietro l'altro con l'indice. Mi guardo in giro, mi avvio poi alla scrivania e sfilo una penna dal portapenne argentato. La rigiro tra le mani e noto una nome ed un cognome incisi su di essa: Harry Styles.
"Sa, non si toccano le cose altrui. È maleducazione." Esordisce una voce purtroppo a me già conosciuta ed alzo lo sguardo, sperando vivamente di non trovarlo qui, ma le mie speranze sono vane perché mi si presenta davanti l'unica persona che non avrei voluto incontrare, almeno non oggi. Ma poi cos'è, uno stalker? Per quale motivo è sempre in mezzo ai piedi?
"Non sono maleducata." Gli rispondo con tono monocorde. "E poi tu, cosa ci fai nuovamente davanti ai piedi?" Lo guardo per bene, è vestito in modo elegante e devo dire che il colore della giacca gli risalta gli occhi. La camicia bianca gli ador... aspetta ma a che cavolo sto pensando?
"Neanche te lo immagini, tesoro." Si incammina verso di me ed involontariamente faccio un passo indietro, verso la scrivania. Ritento nel mantenere il suo stesso gioco e riprendo le sue identiche parole del giorno precedente.
"Senti caro, chiamami un responsabile.. ho un reale bisogno di parlare con qualche pezzo più grosso che con un semplice stagista."
Attendo una sua risposta con ansia, guardandolo negli occhi e mi sembra che stia sorridendo leggermente sotto ai baffi.
"Ah, giusto.. non mi sono ancora presentato." Replica, col suo fare presuntuoso che lo accompagna spesso, da quanto abbia potuto constatare.
"Sono Harry Styles." Enuncia, fiero di se. Appena percepisco quel nome, una sensazione strana si impossessa di me e una stretta allo stomaco mi assale. La penna che ho tra le mani, che indica il suo nome, cade sul pavimento, le guance mi si dipingono di un colorito roseo e lui sembra accorgersene, infatti continua. "credo anzi sostengo che di più importante di me non ci sia nessuno qui al momento disponibile per parlarle e mi dispiace deluderla di questo."•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Eccolo! Il nuovo capitolo appena sfornato per voi.
Speriamo davvero che vi piaccia.
Vogliamo parlare di Harry che sfrutta le parole di Audrey contro di lei?
Alla prossima,
RiLess28 Xx

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Vogue |H.S.
FanfictionOrmai quello che aveva sempre desiderato fare stava per diventare realtà. Audrey Hamilton, 26 anni, stilista, immagine e futura direttrice della "Hamilton Imperium" nonché l'azienda di moda di famiglia, conosciuta in tutto il mondo. Lei, ragazza det...