Capitolo 12: Nathaniel & French Fries.
Mi sveglio al rumore frastornante della sveglia ed apro leggermente gli occhi. Riesco subito a percepire la luce che filtra dalle tende della mia camera sulla mia pelle nuda, che non è avvolta nelle coperte, così muovo le gambe in modo vago. Fisso poi il soffitto bianco sopra di me per alcuni secondi, finché non ricordo che oggi non è un lunedì come tutti gli altri. Oggi è il giorno in cui torna mio fratello da Parigi. Divento raggiante solo all'idea di rivederlo, mi è mancato molto per tutto questo tempo in cui siamo stati lontani. Lui è un fashion editor e lavora per Elle Magazine, una rivista francese ragguardevole ed abbastanza influente. La moda è un mestiere per duri, è vero, ma ormai questa professione è diventata il pilastro delle nostre vite. Il motivo per il quale mio fratello non lavori all'azienda insieme a me?
Un disaccordo passato, per così dire, tra lui e nostro padre. Ovviamente però, al contempo, Nate è molto dedito al suo lavoro attuale, che d'altronde lo ha aiutato a distaccarsi dai vari disguidi avvenuti in famiglia.
Deve andar fiero del lavoro che ha svolto, anche perché la sua tenacia, la sua spiccata personalità e la sua perspicacia gli hanno spianato la strada verso il raggiungimento di quella che è una delle riviste più importanti a livello mondiale.Mi alzo anche se sono ancora leggermente addormentata, mi incammino verso la scrivania sulla quale ho riposto il cellulare la sera precedente e controllo i messaggi, notandone subito uno da parte di Tyler, così lo apro.
"Nove e mezzo fuori casa tua.
A dopo. Xx" dice il messaggio, così gli rispondo.
"Ok, grazie T. A fra poco." Inoltro e ripongo nuovamente il cellulare sulla scrivania, prima di dirigermi verso l'armadio, dove prendo una gonna ed una camicia.
Tyler deve accompagnarmi all'aeroporto a recuperare Nathan, visto che quest'ultimo non è molto pratico con le strade di Seattle, essendoci stato pochissime volte.Mi dirigo verso il bagno, ma appena passo davanti la camera di Valerie, mi affaccio e vedo che ancora dorme. Sono le sette e mezzo, così entro per svegliarla, dato che lei oggi ha il turno mattutino. Appoggio i vestiti che ho in mano sul suo comodino, prima di sedermi accanto a lei e di chiamarla.
"Val, svegliati." Le picchietto la spalla, quando lei mormora qualcosa di incomprensibile.
"Val, è ora di alzarsi." Continuo a picchiettare, ma questo risulta alquanto inutile perché la mia amica continua a tenere gli occhi chiusi. Così la smetto e penso a come fare per poterla svegliare, dato che ha il sonno abbastanza pesante. D'improvviso, un'idea mi balza in mente.
"Val, mi ha appena chiamato Louis..." mi passo le dita sulle tempie, provando a ricordare il cognome del suo "orripilante" capo.
"Aspetta com'era? Louis.. Thompson?" Mi avvicino e le parlo all'orecchio, così che mi senta meglio.
Il mio piano sembra dare buoni risultati, infatti la mia amica spalanca improvvisamente gli occhi.
"Tomlinson." Afferma lei, con la bocca ancora impastata.
"Esatto. Dice che dovresti svegliarti e che dovresti andare al lavoro tra circa" guardo il mio orologio da polso per rendermi nuovamente conto dell'ora. "Un'ora." Concludo poi.
Detto questo, Valerie salta all'in piedi, terrificata dall'idea di fare tardi. Alla sua reazione, rido di buon gusto.Scendo dall'auto affiancata da Tyler ed insieme ci avviamo verso l'entrata dell'aeroporto. Sono le dieci in punto, quindi Nathan dev'essere già dentro. Come infatti, appena entriamo, focalizzo il volto confuso di mio fratello, che è in cerca di qualcosa, o meglio di qualcuno. Così mi avvio da lui a passo svelto e gli picchietto la spalla destra da dietro, aspettando che si volti verso di me. Questo avviene dopo pochi secondi e non appena mi vede, mi abbraccia senza dire nulla.
"Mi sei mancato." Sussurro io, stringendolo tra le braccia. "Anzi, mi è mancato l'odore della tua colonia." Inalo rumorosamente, dopodiché lui ride.
"Sei sempre la stessa, non cambi mai." Si allontana da me sorridendomi e mi guarda ulteriormente.
In effetti, neanche lui è cambiato molto. Ha sempre quell'aria da bravo ragazzo, i suoi atteggiamenti aggraziati e composti non sono scomparsi nel tempo, anzi, crescendo e diventando l'uomo che è oggi, queste sue qualità si sono ancora più accentuate. La sua compostezza lo fa sembrare uno di quegli uomini severi e duri ma se vogliamo dirla tutta, tra i due, è sempre stato lui quello più emotivo e sensibile.
Lo osservo attentamente per imprimere nella mia mente ancora una volta la sua figura e per realizzare che finalmente è qui al mio fianco, dopodiché riprendo a parlare.
"Andiamo, Nate. Devo andare in azienda e tu." Gli punto l'indice contro il petto, che sembra muscoloso più del solito.
"Tu verrai con me e non accetto un no come risposta."
Lo vedo alzare gli occhi al cielo non appena apro bocca e rido sotto i baffi, ovviamente evitando di farmi vedere, poiché nonostante lui sia mio fratello maggiore, sono io quella che prende le decisioni.
"Tu invece non mi sei mancata per niente." Afferma dopo un pò, guardandomi con aria scherzosa e trascinando svogliatamente la sua valigia dietro di se. "Spiritoso come al solito, ma non è vero che non ti sono mancata." Dico, scostandomi i capelli dietro le spalle. Lo supero e raggiungo poi l'uscita, udendo la sua risatina come sottofondo.Tyler parcheggia la macchina fuori l'azienda, mentre io inizio ad entrare, seguita da Nate. In macchina non abbiamo fatto altro che raccontarci cosa è successo in questo periodo in cui purtroppo non ci siamo visti.
Appena mettiamo piede nell'azienda, posso sentire gli occhi di tutti i miei dipendenti, maschi o femmine che siano, puntati su me, ma soprattutto puntati su Nathan.
"Cosa c'è da guardare? Su forza, a lavoro!" Esclamo con tono autorevole, sventolando la mano in aria, e subito dopo, come per magia, tutti ritornano a svolgere le proprie mansioni. Mi giro poi verso Tyler, che è intento a seguire me e mio fratello.
"Tyler, ascolta. Potresti cancellare tutti gli appuntamenti fissati per oggi?" Gli chiedo, aspettando che lui risponda.
"Certo, per oggi c'era solo la riunione con le nuove modelle." Mi risponde ed alza poi gli occhi, provando a ricordare i miei impegni lavorativi, che lui stesso fissa.
"Perfetto, ti ringrazio. Ora salgo di sopra per compilare gli ultimi documenti e poi vado via con Nate." Dico, raccogliendo i capelli in una coda.
"Per qualsiasi cosa.." il mio segretario non mi lascia terminare la solita frase che gli ripeto, completandola lui stesso.
"Chiamami." Mi sorride, anticipandomi. "Certo che chiamerò, rilassatevi che al resto ci penso io." E così conclude, lasciandoci salire finalmente all'ultimo piano.
Credo di adorare Tyler, lui è sempre così disponibile e gentile. È il suo lavoro, vero, ma si comporta allo stesso modo anche quando siamo fuori dall'azienda. Un giorno, mi sono anche arrivati dei pettegolezzi su di una nostra presunta relazione.
Una volta entrarti nell'ascensore, schiaccio il pulsante dell'ultimo piano e subito dopo guardo mio fratello, che ha sul volto un'espressione bizzarra.
"Qu'y a-t-il encore, Nathaniel?" Gli dico, facendolo ridere.
"Vedo che Tyler pende ancora dalle tua labbra, quando deciderai di dargli una chance?" Alza un sopracciglio, aspettando una replica da parte mia, che però non arriva perché le porte dell'ascensore si aprono.
Entriamo entrambi nel mio ufficio e non impiego molto tempo a togliermi la giacca e a lanciarla sul divanetto, che si trova accanto alla scrivania. Mi siedo successivamente e raccatto tutti i documenti che non ho ancora compilato, disponendoli in ordine davanti a me. Prima che possa firmarli, noto che Nate si stende su una delle due poltroncine di fronte a me e dispone i piedi sull'altra.
Lo trucido quasi con lo sguardo e lui ride, essendo a conoscenza di tutte le mie manie.
"Ok, principessina. Li sposto i piedi!"Usciamo dall'edificio dopo una ventina di minuti e dopo aver preso la mia auto ed aver lottato con mio fratello per lasciarlo guidare, decidiamo di andare in un ristorante. Una volta parcheggiata l'auto davanti quello che è uno dei ristoranti più tranquilli del posto, scendiamo e ci avviamo verso l'entrata. Ho molta fame, visto l'orario e vista soprattutto la mia solita colazione veloce, che consiste in un biscotto al volo e in un pò di succo all'arancia.
Prendiamo subito posto e mio fratello afferra un menu che gli viene dato da Cassie, la cameriera.
"Io prendo il solito." Affermo, guardando poi la ragazza riporre sul suo block-notes il doppio hamburger, le patatine e la cola.
"Per me un hot dog, french fries ed una birra." Ordina mio fratello, mettendo inconsapevolmente in risalto il suo accento francese. La cameriera scrive tutto, riprende i menu e sgattaiola via.
"Cosa mi dici invece di Zayn?" Mi guarda e poggia al contempo le mani sul tavolo.
"Beh, lui sta bene." Gli rispondo e mi abbasso poi per afferrare il cellulare dalla borsa, che ho appoggiato precedentemente sullo schienale della sedia.
"Ora che ci penso, lo chiamo." Dico, dopodiché compongo il suo numero ed attendo che lui risponda.
Al contempo, Nate si volta all'indietro poiché udiamo entrambi una suoneria di un cellulare molto vicino a noi. Mi scosto un pò più a destra perché l'altezza di mio fratello mi copre la visuale e vedo Zayn in lontananza, seduto ad un tavolo con quello che sembra Harry.
No, ti prego no.
Attacco la chiamata prima che Zayn possa afferrare il cellulare dal tavolo e con la mano libera stringo il braccio di Nate, che si volta nuovamente verso di me ed un'espressione accigliata gli contorna il viso.
"Aspetta, ma quello è Zayn?" Abbassa lo sguardo verso il suo braccio, che ora è avvolto dalla mia mano.
Stringo gli occhi rivolgendo l'attenzione verso il tavolo di Zayn e non appena lui alza lo sguardo verso la mia direzione, mi nascondo dietro mio fratello, che si sta sicuramente chiedendo cosa diavolo stia succedendo."Che diamine stai facendo?"
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Ta daaaaan!
Ecco qui un capitolo nuovo di zecca tutto per voi. Speriamo che vi piaccia e che continuiate a seguirci come avete fatto fino ad ora. Grazie mille di tutto davvero.Alla prossima avventura di Audrey allora.
Un bacione,
RiLess28 Xx

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Vogue |H.S.
FanfictionOrmai quello che aveva sempre desiderato fare stava per diventare realtà. Audrey Hamilton, 26 anni, stilista, immagine e futura direttrice della "Hamilton Imperium" nonché l'azienda di moda di famiglia, conosciuta in tutto il mondo. Lei, ragazza det...