Ai gonplei ste odon, nomi

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«Aden tranquillo, non ti accadrà niente, ok?»

«Ti voglio bene mamma, sono felice che tu sia qui con me.»


«Dobbiamo uscire da qui Lexa.» Le gridò in faccia Elyza, cercando di farle capire la verità che lei non carpiva.

«Loro...» Iniziò la frase venendo interrotta ancora una volta dalla bionda.

«Loro moriranno, tutti. Murphy è già andato ad aprire il cancello facendo entrare i vaganti.» Confessò a quel punto non potendo più trattenere quelle menzogne

«Cosa?!» Sbottò la mora.

«Lo so che non sei d'accordo con quello che faccio, ma io non sono più da bambina che hai lasciato nella villa di Los Angeles e non lo sarò mai più. Io sono un'assassina e non smetterò mai di esserlo nonostante io smetta di uccidere, ciò che è fatto è fatto. Ora dobbiamo scappare e non ti permetterò di ostacolarmi o di restare qui a morire, quindi hai una sola chance.»

«Ma loro...»

«"Ma" niente Lexa! Deciti una buona volta!»

«Chiama i tuoi, ci vediamo davanti a casa mia, vado a cercare Aden, Anya e Costia...»

«No, loro non vengono, non c'è posto per la tua amante, un bambino che hai "adottato" perché la sua famiglia è morta e una donna che ha tradito la mia fiducia.»

«Non sai di cosa parli.»

«Certo che lo so.»

«No invece, quindi tu vai a prendere le tue cose e io le mie.»

«Fa' come vuoi.» Lexa sorrise, consapevole della controvoglia con la quale stava facendo quel gesto la sorella, ma la ringraziò ugualmente.

Elyza corse verso la sua tenda e con il fiatone dovuto alla velocità con la quale l'aveva raggiunta ringraziò Bellamy, che ,irremovibile, faceva da guardia all'entrata, per essersi occupato dell'incolumità della ragazza all'interno e gli disse di radunare gli altri al luogo prestabilito. Lui annuì e, dopo essersi lanciati degli sguardi consapevoli che tra meno di un paio d'ore sarebbero stati in viaggio per tornare dal resto dei loro uomini, se ne andò. la bionda sospirò ed entrò.

«Elyza! Che succede?! Come mai sei qui? È successo qualcosa?» Le domandò cercando di non sembrare troppo preoccupata per la sua incolumità e fallendo miseramente.

«Non è successo niente Alicia, tranquilla.» La rassicurò stranamente contenta della reazione apprensiva della mora nei suoi confronti.

«E allora come mai sei qui?»

«Lexa ha detto di prendere le mie cose e di incontrarci davanti alla sua tenda.» Le disse non riuscendo a smettere di sorridere alla faccia ascoltatrice della ragazza davanti a lei.

«In realtà qui non abbiamo niente di nostro.» La bionda la trascinò fuori per poi stringere la sua mano nella sua e dire:

«Adesso ho tutto.» All'inizio Alicia non riusciva a intendere, aveva detto che doveva prendere le sue cose... Ma poi capendo cosa significavano realmente per la bionda le parole "le sue cose" arrossì bruscamente mentre veniva trainata da Elyza.

«Anya! Hai visto Costia e Aden?!» Le chiese Lexa vedendo la sua migliore amica respingere degli uomini che lei stessa aveva addestrato e uccidendoli con non poca difficoltà.

«Non sono con te?» Le domandò beccandosi poi uno sguardo truce.

«NO! TI HO APPENA CHIESTO DOVE SONO!» Le urlò a qualche centimetro dalla faccia indicando con le braccia lo spazio intorno a lei quasi a mostrarle che non c'era nessuno vicino.

Unite da una pistolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora