Riallacciare i rapporti: un pranzo tranquillo. Parte 4

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Dal capitolo precedente:

Alicia chiamò a sé Elyza e aprì la porta che andava dentro casa.

«Arrivederci signora Clark, signor Manawa, ci vediamo domani a pranzo, mio zio è molto gentile con i suoi ospiti... Io lo sono meno.»

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«Dove vuoi dormire?»

«Non lo so, in camera mia ci sono due letti, se vuoi...»

«Va bene, dormo lì.»

«Andiamo...» Elyza accompagnò la ragazza più giovane nella sua stanza, aveva due brande singole a differenza delle altre camere che avevano ognuna un letto matrimoniale.

«C'è qualcosa che puoi usare per dormire nel cassetto del comodino se vuoi.»

«Grazie, posso dormire a destra?»

«Certo, io avevo già preso l'altro...»

«Bene...» Nonostante fossero entrambe in leggero imbarazzo inizialmente, alla fine, dopo aver indossato i pigiami della casa, si misero, ognuna nel proprio letto, a dormire. Alicia stava fissando il muro accanto a lei da qualche minuto, non riusciva a prendere sonno... C'era qualcosa che non andava, le sembrava quasi che qualcuno la stesse osservando e la situazione non le piaceva affatto. Provò a guardarsi intorno, ma non c'era nessuno. Non voleva disturbare Elyza che stava tranquillamente dormendo e aveva troppi brividi per alzarsi e andare a controllare cosa le dava quella strana impressione. Cambiò posizione per riuscire ad addormentarsi, cambiò ancora e ancora, ma quel silenzio penetrante non le dava pace e i suoi pensieri la opprimevano, ad un tratto una voce impastata dal sonno la costrinse a girarsi verso il letto della bionda.

«C'è qualcosa che non va Cutie?»

«No... Niente.»

«Sicura? Hai avuto un incubo?»

«Non sono una bambina...»

«Allora smettila di muoverti e dormi, mi da fastidio il rumore che fai.»

«Scusami signorina Griffin!»

«Dormi Alicia...» Alicia si girò di nuovo verso il muro questa volta leggermente arrabbiata e sospirò qualche parola impercettibile.

«Non mi fissare.»

«Non ti sto fissando.»

«Sì invece, sento il tuo sguardo sulla schiena!»

«Allora girati e guardami invece di fare l'offesa.»

«Non faccio l'offesa.»

«Mi dici cosa ti preoccupa?»

«Mi sento osservata...»

«Sì, questo me o hai appena detto.»

«Non da te, sento come se ci fosse qualcuno oltre a noi due qui, in questa stanza.»

«Hai paura?»

«Non ho paura per la situazione... Se fosse Chris e volesse provare di nuovo ad ucciderti?» Quella domanda fece sobbalzare la bionda, Alicia voleva proteggerla? In quel momento Elyza si sentì in dovere di rassicurare la mora che sarebbe andato tutto bene la quale nel frattempo si era girata e adesso la stava fissando insistentemente.

«È buffo da dire ad una diciassettenne, ma... Vuoi che andiamo a controllare chi c'è di là.»

«Va bene...» Quasi sbuffando Lex si alzò dal letto andando verso Alicia e costringendola ad alzarsi e perciò a seguirla. Uscirono dalla stanza, ma non c'era nessuno, camminarono qualche minuto per i corridoi della casa e, constatato che né Chris né qualcun'altro fosse lì fuori, tornarono in stanza. Entrambe si misero nei propri letti e Elyza chiese all'altra:

Unite da una pistolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora