Timore per la propria famiglia

673 57 1
                                    

Le due ragazze arrivarono in una ventina di minuti alla villetta dove abitava la bionda. Quest'ultima inserì un codice ed entrarono. La casa era intatta, nessun segno di sangue o cervella in giro, tutto era rimasta a come, probabilmente, era qualche settimana prima. Appena le persone dentro l'abitazione sentirono qualcuno entrare si misero sull'attenti con le armi salde in mano. Elyza appena li vide così concentrati alzò le mani in aria affermando con tranquillità che era solo lei e non dovevano essere troppo tesi. Bellamy vedendo che l'amica non era sola indicò Alicia con il fucile chiedendo bruscamente:

«Cosa diavolo ci fa lei qui? Dov'è andata la tua promessa che saremmo stati solo e soltanto noi?» Chiese Bellamy furioso.

«Primo: non volevo lasciarla morire mangiata dagli zombie, mi sarebbe dispiaciuto troppo ridurre quella testolina in brandelli per ucciderla. Secondo: La promessa del rimanere solo noi l'hai infranta tu quando hai portato qui tua sorella! Il che non mi dispiace, ma non far ricadere la colpa su di me. In più non ho salvato un morto di fame, ho salvato, stranamente, una persona che ci farà comodo avere, sono convinta che possa essere più testarda di Raven.» 

«Elyza, dov'è Lincoln?» Chiese Octavia preoccupata

«Sta sabotando la base militare.» Rispose incurante la bionda.

«Perché? Non ci servirà andare lì!» Urlò la mora impaurita per l'incolumità del ragazzo.

«Invece credo proprio che sarà la nostra salvezza, ma vi spiegherò più in là. Adesso la nostra ospite deve riposare!» Eslamò la bionda appoggiandosi con tutto il peso alla spalla della nuova.

«Ci sono poche stanze, io, Monty e Jasper dormiamo già insieme. Octavia con Lincoln, Murphy guai a chi entra nella sua camera, Raven ne ha una talmente piccola che se entrasse anche solo una zanzara morirebbero entrambe per insufficienza di ossigeno, quella di Elyza...» Disse Bellamy  venendo interrotto dall'irruenza di quest'ultima.

«Starà nella mia, credo di avere un letto gonfiabile in garage.»

«Forse voi credete di avermi salvata, ma io avrei preferito restare con la mia famiglia, quindi se non vi dispiace, l'idea di dormire con uno di voi mi fa veramente ribrezzo, quindi non potrei semplicemente dormire sul divano?»

«Ha ragione! Io ho dormito sul divano finché non mi sono tolto l'odore di puzzola di dosso!» Urlò Jasper. Tutti si guardarono e iniziarono a ridere compresa Alicia che fino a qualche minuto prima non sorrideva nemmeno.

«Va bene puoi dormirci, ma allora dovrai imparare alcune cose: Monty si alza sempre verso le quattro per andare in bagno...»

«Non è vero!»

«Quindi spera che non ti dia fastidio la luce mentre dormi perché a volte la tiene accesa anche per una decina di minuti. Jasper dorme fino a mezzogiorno se non lo svegliamo, quindi lui almeno la mattina non dovrebbe fare niente. Raven dalle otto in poi inizia a usare tutti i suoi attrezzi per migliorare le attrezzature o per costruire una sorta di scudi o armature, Murphy va in giro dalle sei di mattina alla sera per le case del quartiere. Lincoln e Octavia probabilmente andranno ad esplorare le zone più distanti da qui, come Beverly Hills o Hollywood. Solitamente io mi alzo subito dopo che Raven ha iniziato a usare trapani e cose varie mentre Elyza inizia a vagare per casa per trovare ispirazione ai suoi disegni dalle sette finendo poi quando mi alzo io.» Continuò il suo discorso esplicativo Blake.

«Va bene, non credo mi darà fastidio...»

«Perfetto, allora aspettiamo il ritorno dei due ragazzi e andiamo a dormire, domani ci aspettano grandi cose.»

«Tipo?» Chiese Jasper.

«Tipo bisogna trovare uno dei soliti strani dispositivi elettronici che vuole Raven per fare le sue fantasticherie.» Gli rispose Lex facendo l'occhiolino a Raven che la guardava di sottecchi. Murphy e Lincoln arrivarono un'oretta dopo, tutto quello che gli era stato chiesto di fare era stato fatto, chiunque fosse passato di lì non avrebbe preso niente di importante in più dalle descrizioni dei due il posto era già stato invaso dagli zombie.

Tutti andarono a dormire, meno che Alicia, non ci riusciva. Pensava alla sua famiglia, erano riusciti a scappare? Quello che Murphy aveva riferito non le era d'aiuto. Era uscita sulla veranda, tutti dentro dormivano, il tramonto era già passato da un po'. Qualche ora prima subito dopo l'essersi riuniti tutti in casa Jasper era andato da lei e le aveva chiesto come si sentiva, lei gli aveva risposto che le girava la testa, che le veniva quasi da vomitare per la paura che le stava venendo, senza farsi vedere il ragazzo le aveva portato una bottiglia di Martini, dicendole che per un po' le avrebbe fatto dimenticare tutto e tutti. Alicia non aveva mai bevuto se non qualcosa di molto leggero alle feste a scuola, ma lo accettò lo stesso. Adesso lo beveva, piano, ma lo faceva. Dentro casa nonostante fosse mezzanotte passata si sentiva ancora qualche rumore. Dei piatti che sbattevano tra loro, un interruttore che si accendeva e si spegneva, un bicchiere che cade, una porta che si apre... Appena Elyza aprì la porta di casa Alicia gettò in gola un intero bicchiere dell'alcolico. Elyza le si avvicinò sedendosi accanto a lei.

«Mi dispiace.» Confessò stupendo anche se stessa per le parole che le erano uscite quasi spontaneamente di bocca.

«Per cosa?» Le chiese Alicia che se avesse bevuto ancora qualcosa avrebbe facilmente potuto dimenticare anche il proprio nome.

«Per la tua famiglia.» Le ricordò a quel punto l'altra. Alicia non rispose e senza guardarla si riempì un altro bicchiere.

«Mi dispiace veramente.» Continuò la bionda.

«In questo momento non ricordo nemmeno i loro volti.» Le disse Alicia che continuava a ingurgitare qualche dose troppo sostanziosa di coraggio liquido.

«Sei triste?» Le domandò la bionda guardandola e incatenando i loro occhi.

«No.» Proferì a bassa voce la più piccola mentre distoglieva lo sguardo.

«Sei stanca?»

«Un po', ma non ho voglia di dormire.»

«Dovresti farlo invece di ubriacarti, sei troppo piccola.» La rimproverò Elyza.

«Non sono così piccola.»

«Quanti anni hai?»

«diciassette quasi diciotto.»

«Vedi sei troppo piccola.» Elyza prese la bottiglia dalle mani della studentessa, la quale subito si alzò dalla poltrona barcollando e "corse", per quel tanto che poteva farlo, verso la bionda poco distante da lei, le due ragazze caddero a terra e la bottiglia si frantumò al suolo.

«Sei un mostro!» Urlò la mora.

«È solo una bottiglia di Martini.» Le rammentò la maggiore.

«Tu li hai lasciati morire! Loro... Erano le uniche persone che mi rimanevano! Loro mi volevano bene!» Urlò la mora in faccia alla ragazza più grande e presa da un momento d'ira le diede un pugno in piena faccia.

«TI ho già detto che mi dispiace! Tutti noi abbiamo perso qualcuno, so come ci si sente! Anche io ho dei sentimenti!»

«NO! Non è vero! Tu non puoi saperlo! Non hai sentimenti! Quando mi hai vista qualche ora fa, una delle prime cose che mi hai detto è stata " Ho ucciso circa duecento persone tra vivi e morti tra cui i miei amici e la mia famiglia".»

«Sì li ho uccisi!»

«Una persona con dei sentimenti, dopo aver ucciso i suoi genitori non ucciderebbe i genitori di qualcun altro! Sei solo un mostro! Un'assassina... Sei... Una... Assassina.» Sentendo che le lacrime trattenute per ore adesso stavano cadendo sulle guance di Alicia e di conseguenza sul suo petto Elyza, ancora schiacciata dal corpo della mora, la abbracciò. Voleva rassicurarla. Niente di più, ma forse lo stava facendo troppo tardi, avrebbe dovuto pensarci prima, non puoi rompere un cuore e subito dopo chiedergli scusa sperando che si rimetta a posto. E questo Elyza lo capì quando si beccò uno schiaffo dovuto all'abbraccio. Alicia si alzò in piedi e entrò in casa stendendosi sul divano lasciando la bionda sola, stesa a terra. 

_________________________________________

Buonsalve a tutti gente! Se vi piace la mia storia supportatela con una stellina e un commento! Grazie a tutti!

L'autore. 〷◠‿◠〷

Unite da una pistolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora