24. RESTO

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MIA

Falco mi osserva, e non posso fare a meno di lasciare la mano di Damiano, e li sento i suoi occhi bruciarmi addosso, li sento chiedermi cosa sta succedendo. Ma non lo so nemmeno io, non lo riesco a capire cosa mi sta succedendo. Falco mi fa sentire nuda, vulnerabile, sotto il suo sguardo, e mi fa male. Mi fa male, soltanto ripensare a quello che siamo stati per nove mesi. Nove mesi di illusioni, di dolore, e sofferenza. Nove mesi nei quali pensavo di essere amata, ma non era vero, lui non mi amava.

«Mia...» sussurra, con la bocca leggermente socchiusa.

I capelli scuri ricadono sulla fronte, gli occhi neri come la pece indugiano sul mio viso, e le braccia tatuate si flettono appena, quando infila le mani in tasca.

«Falco.» lo saluto, con la voce che trema, perché con lui tutta la mia sicurezza e la mia forza vanno a farsi un giro lontano da me.

«Sei... sei venuta a disintossicarti?»

E mi sembra lui quello vulnerabile in questo momento, come se si fosse reso conto di tutto il dolore che mi ha causato lo scorso anno. E il mio stomaco si stringe in una morsa al solo pensiero di noi due assieme, al solo pensiero di come mi sono distrutta con le mie stesse mai.

«Luca mi ha costretta.» dico, abbozzando un sorriso. «Non l'hai più sentito?»

«No, mi odia dopo quello che è successo fra noi.»

Falco e Luca erano amici, fra loro c'era un rapporto quasi fraterno, ma quando il mio ex ragazzo ha deciso di spiattellarmi in faccia i suoi svariati tradimenti, mio fratello ha chiuso con lui, arrivando addirittura alle mani. Luca sembra odiarmi a volte, ma lo so che non è così, lui vuole solo proteggermi da questo mondo che mi ha strappato via ogni cosa, vuole proteggermi dalle persone che mi circondano, da tutto. Non capisce che il dolore ormai mi appartiene, non capisce che ormai sono abituata a vivere così.

«Già.» Soffio, con l'aria che mi manca nei polmoni.

Soltanto quando la voce di Damiano mi invade le orecchie, mi rendo conto che lui è ancora qui, e probabilmente non ci sta capendo niente.

«Vi conoscete?»

Sembra tranquillo quando lo chiede, ma lo so che dentro di sé si sta scatenando il caos, e mille domande affollano la sua testa ingarbugliata, e mille pensieri viaggiano troppo veloci.

Mi volto verso lui, con gli occhi che non riescono ad entrare nei suoi, forse per paura, forse per altro, non lo so.

«Sì, stavamo insieme.» mormoro.

I suoi occhi si sbarrano per la sorpresa, e li vedo i suoi pugni stretti, fino a sbiancare le nocche.

Falco si avvicina di più a noi, fino ad essere ad un passo da me. «Possiamo parlare, Mia?»

Scuoto il capo. «Non abbiamo nulla da dirci.»

La sua mano si posa sulla mia spalla, ed ho un sussulto. Non perché provo qualcosa per lui, ma perché i ricordi fanno male, e mi puntellano prepotentemente la testa.

«Ho fatto un casino l'anno scorso, lo so, ma io ti amavo davvero, e forse non ho mai smesso. Quando... quando è finita tra noi ero a pezzi, ma tuo fratello non mi ha permesso di avvicinarmi a te. Per questo sono sparito...»

Tremo. E' questa l'unica cosa che posso fare, perché non è possibile, perché non è vero, perché è tutto uno scherzo.

I passi di Damiano sull'ebra secca mi fanno realizzare che se n'è andato, che mi ha lasciata lì, da sola. Osservo le sue spalle, mentre corre via, e posso sentire lo schianto del mio cuore nella cassa toracica, e le gambe tremarmi dalla paura di perderlo.

«E' tardi.»

«Lo so, permettimi di rimediare almeno, e provare ad esserti amico.» la sua mano scivola lungo il mio braccio.

«E' tardi anche per quello. Hai già fatto abbastanza.»

«Verrò qui, ogni giorno, finché non mi darai una possibilità.» dice, sicuro che alla fine cederò al suo volere, sicuro che io sia la stessa ragazza insicura e sola che lui ha conosciuto. «Sai quello che c'era fra di noi, ed era qualcosa di grande.»

«Pensavo che fosse qualcosa di grande, almeno finché non ho conosciuto la persona che mi ha rubato il cuore. E non sei tu, Falco.»

Passa le mani sul viso, come se avesse ricevuto uno schiaffo. «E'... è Damiano?»

Mi limito ad annuire, sotto il suo sguardo indagatore.

«Ti spezzerà anche lui il cuore, lo sai?»

«Preferisco farmi spezzare il cuore da lui, che stare di nuovo male per te.»

Lo liquido con quest'ultima frase, tanto dolorosa quanto vera, e seguo la persona che si è presa tutto di me, senza che sia riuscita ad oppormi. E quasi non posso credere che sia stato Falco a farmi realizzare, che non devo avere paura di urlare al mondo i miei sentimenti, perché quelli li sento scorrermi nelle vene. Amo Damiano, e glielo devo dire. Glielo devo urlare in faccia, glielo devo sussurrare fra un bacio e l'altro, glielo devo far sentire addosso quel ti amo. Tanto da non farglielo scordare mai.

Corro talmente veloce, che sento il fiato mancarmi nei polmoni. Arrivo alla serra in pochi secondi, e tutti gli occhi sono fissi su di me, tutti tranne i suoi, tutti tranne quelli che desidero avere addosso. I suoi non ci sono.

«Dov'è?» Chiedo, con la voce che neanche vuole uscirmi.

«Ha detto che andava in camera, ma sembrava una bugia.» Risponde Marzia, scuotendo il capo.

Scappo di lì, prima che qualcuno possa dire altro, e mi dirigo nell'unico posto in cui Damiano può trovarsi, nel suo posto segreto.

Raggiungo il tetto in men che non si dica, ma di lui non c'è nessuna traccia, non c'è. Non è nel suo posto segreto, e se non è lì, allora dov'è?

Non vuole essere trovato da me, non vuole vedermi, vuole scomparire. E ci è riuscito.

Con ampie falcate mi dirigo verso la sua stanza, che raggiungo in pochi minuti, e sbatto i pugni sulla sua porta, fino a farmi male, ma il dolore neanche lo sento. L'unica cosa che sento è la paura scorrermi dentro, fino a consumarmi, perché se l'unica cosa bella che mi sia capitata nella mia vita sparisce, io non lo so se sopravvivo. Perché Damiano è peggio della droga, è lui la mia dipendenza, e senza di lui non ci posso stare. E me ne rendo contro ora, ora che lui non mi vuole, ora che lui non mi vuole vedere.

Mi accascio a terra, davanti alla sua porta, e da qui non mi muovo. Ci resto finché non torni, ci resto finché non ti vedo davanti ai miei occhi, ci resto, e non me ne vado più.

Non provate a salvarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora