28. CREDI IN TE

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MIA

Il chiacchiericcio della mensa arriva ovattato alle orecchie, la mia testa viaggia più veloce, ed il pensiero di Damiano e me ieri notte non vuole abbandonarmi. Forse perché è stata la prima volta in cui mi sono sentita amata per davvero, forse perché è stata la prima volta che ho amato per davvero, forse perché Damiano è tutto quello di cui avevo ed ho bisogno. Lui è la mia salvezza, la mia luce che mi trascina fuori dal buio. Lui è questo, e molto di più.

Ho lasciato la sua stanza ad ora di pranzo, con la promessa di rivederci qualche minuto dopo in mensa. Non riuscivo neanche ad allontanarmi da lì, volevo restare con lui ancora e ancora, finché non si fosse stancato di avermi intorno. Però alla fine ho dovuto farlo, me ne sono andata, avevo bisogno di una doccia, ed anche di riprendermi da tutte le emozioni provate.

Anche se non sono con lui, Damiano è rimasto accanto a me, inchiodato nella mia testa, ma soprattutto nel mio cuore. Ha preso posto lì, e  probabilmente non se ne andrà mai.

«Mia!»

La voce di Marzia mi distoglie dai miei pensieri, e quando realizzo di avere gli occhi di Ginevra, Marzia, e Giovanni addosso, esco dal mio stato di tranche.

«Per caso devi dirci qualcosa?» Indaga Giovanni, ovviamente curioso.

«Perché me lo chiedi?» biascico, ormai in trappola.

«Forse perché da quanto sei arrivata qui, sei nel tuo mondo e non ci hai rivolto nemmeno la parola.» sbuffa Ginevra.

Le guance prendono fuoco per l'imbarazzo, e abbasso lo sguardo verso il cibo che ho nel piatto.

«Oh, ho capito!» Esclama Giovanni soddisfatto, attirando il mio sguardo su di lui.

«C-che hai capito?» balbetto a disagio.

«Beh, è piuttosto ovvio, Mia.» ridacchia. «Ieri non avete fatto altro che punzecchiarvi, e vi stavate praticamente mangiando con gli occhi. Quindi se i miei occhi non mentono, e ovviamente non mentono, tu e Damiano siete stati a letto assieme.» sorride allegro.

In questo momento vorrei essere uno struzzo, e sprofondare la testa nella sabbia. Almeno mi evito questa figura, e soprattutto i loro sguardi curiosi.

«Era ora!» esclama Marzia, sorridendo come un ebete. «Com'è stato?»

La sua domanda mi lascia di stucco, e ricordo di essere seduta al tavolo con una delle tante ragazze che Damiano si è portato a letto, e questo è fottutamente imbarazzante e mi fa parecchio infuriare. Non posso pensare a lui con altre ragazze, proprio non ci riesco, soprattutto se sono mie amiche. La mia vita fa davvero schifo.

«Non... non credo di voler rispondere.» ammetto. «Lo sai già com'è lui a letto.»

«Cazzo, Mia.» sbotta Marzia. «Era una semplice domanda, e sicuramente fra te e lui sarà stato diverso ed unico, visto che vi amate.»

«Ha ragione Marzia.» Ginevra sorride appena. «Con noi non era niente, era solo sesso. Con te è molto di più.»

Scuoto il capo, confusa. Che significa? Anche Ginevra è andata a letto con lui? Quante ragazze sono state con lui? Cazzo.

«Con noi?» chiedo, con la voce che trema appena.

Ginevra sbarra gli occhi e si copre la bocca con il palmo della mano, mortificata. «Non lo sapevi?»

È come ricevere una pugnalata in pieno petto. Una rabbia incontrollata cresce dentro di me, e non la posso fermare, non posso impedire di essere furiosa. Due delle mie amiche sono state con lui, e questo dev'essere uno scherzo, per forza. Non può essere successo davvero. Non può. E perché non ne sapevo niente?

Non provate a salvarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora