Capitolo 13

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-Hai bisogno di una mano per scendere?- mi domanda Louis una volta giunti davanti alla sua villa.
Scuoto il capo e scendo dall'auto, credo di essermi ripreso dallo spavento.

Saliamo gli scalini che ci separano dal portone d'ingresso, e finalmente entriamo all'interno dell'abitazione.
-Sei da solo?- chiedo.
-Si si, i miei se ne sono tornati in America l'altro giorno-

Tolgo la giacca e la appoggio su un appendiabiti lì di fianco, poi vengo spinto da Louis su per le scale fino alla su stanza, dove mi fa segno di stendermi sul letto.

-Vuoi qualcosa? Non so, un té, una cioccolata...-
Sorrido a quella domanda, non credevo che il ragazzo fosse tanto premuroso.
-No tranquillo, sto bene-

Louis si siede al mio fianco e mi prende la mano intrecciando le sue dita con le mie - il giorno del mio compleanno appena te ne sei andato, mio padre, o meglio, il mio patrigno, mi ha urlato addosso perché ci siamo stretti le mani-

Lo osservo con la bocca aperta pronto a dire qualcosa, ma lui mi interrompe riprendendo a parlare - mi ha detto che voleva sapere se aveva cresciuto un uomo o una ragazzina, e ha aggiunto che ciò che sono è sbagliato-

-Tu non sei sbagliato Louis-
Quelle parole escono fuori dalla mia bocca istintivamente, come se fossero li ad aspettare quel momento da anni.

Ed è allora che succede.
Louis si volta mettendosi in ginocchio e si sporge verso di me appoggiando le mani sul mio bacino, per poi avvicinare il suo viso al mio e baciarmi.
Le sue labbra sono così morbide al contatto con le mie, sento la sua lingua chiedere accesso e un secondo dopo è attorcigliata alla mia in una sorta di danza.

Riesco a sentire il sapore di tabacco e vodka, mentre il ragazzo si stacca un secondo per prendere fiato.
Abbiamo entrambi il respiro affannato, vedo il suo petto andare su e giù mentre i suoi occhi blu mi guardano quasi a trapassarmi.

-Sai da quanto aspettavo questo momento?- esclamo passandomi una mano sui capelli.
-Probabilmente da quando lo aspetto io- risponde prima di rigettarsi sulla mia bocca.
Mi inginocchio anche io sul letto e sento le sue mani scorrere fino al mio didietro, per poi stringere la presa lasciandomi sfuggire un mugolio all'interno della sua bocca.

Louis si leva svelto la maglietta rivelando quell'accenno di addominali che già avevo avuto l'onore di vedere.
Poso una mano sul suo collo fino a scendere al petto seguendo le linee create dai muscoli, con mio grande piacere lo sento avere un sussulto e capisco che è arrivato il momento di togliere anche la mia camicia.

Il moro armeggia rapido con i bottoni del mio colletto per poi liberarmi completamente da quel peso, si ferma un secondo ad osservarmi e si avvicina al mio petto lasciandomi una scia di baci fin sopra linguine, causandomi dei brividi per tutta la schiena.

Mi getto sul collo di Louis poggiando le labbra su di esso per poi iniziare a succhiare al fine di lasciargli una prova di quanto successo.
Mentre lo marchio mi mette una mano nei capelli e con l'altra cerca di abbassare la zip dei miei jeans neri, lavoro che rendo più semplice staccandomi da lui e osservando l'opera d'arte che ho appena creato sulla sua pelle.

-Dopo è il tuo turno eh- esclama ridendo dopo essersi toccato la macchia rossastra.
Termino di sfilarmi i pantaloni mentre lui fa lo stesso con i suoi, e ci ritroviamo l'uno davanti all'altro in boxer aderenti, a fissarci sorridendo.

Subito noto una grossa erezione trasparire dai boxer neri di Louis, cosa che mi fa istintivamente mordicchiare il labbro superiore, il ragazzo sembra accorgersene perché guarda verso il basso e scoppia a ridere.

Ecco, sta per succedere.
Non sono pronto cazzo... so di per certo che Louis non ha alcuna intenzione di fare il passivo, ma neanche io sono particolarmente elettrizzato all'idea.
La prima e unica volta in cui ho fatto sesso, ero io l'attivo.
-Lou, io...- sussurro senza sapere come dirlo.

All his little things ||Larry Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora