Capitolo 9

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11:30AM
Sto andando in studio per lavorare al disco nuovo sperando di non incontrare quella faccia di merda.
Driin Driin.
«Pronto?» rispondo al telefono.
«Abbiamo trovato la chiavetta dove dentro ci avevo messo il video, ma al suo posto c'era una cartella contenente insulti per te» mi dice Tahir dalla parte opposta del telefono.
«Sto arrivando.»

Stringo le mani al volante, invidiosi del cazzo.
Parcheggio e scendo entrando nell'Honiro, mi dirigo verso la sala prove per fortuna senza incrociare Giulio.

«Eccomi» saluto lo staff.
Sul monitor del computer noto una schermata nera con varie scritte offensive nei miei confronti. Mi fanno una pippa.
Stringo i pugni lasciando sfuggire una risatina nervosa.
La porta si apre ed entra Lowlow.
«Che cazzo vuoi?» lo attacco a voce alta «la sala è nostra ora.»
Il nano non mi ascolta e inizia a leggere i commenti sullo schermo iniziando a ridere.
«Ti è piaciuto il mio scherzetto?» dice con un tono fastidioso, guardandomi negli occhi.

Nel suo sguardo noto quella scintilla di cattiveria, che in fondo c'è sempre stata.
Lo prendo dal colletto della sua costosa maglia e lo appendo al muro.
«Ti diverti così tanto a farmi dannare ogni cazzo di volta?!» gli urlo in faccia.

Le vene sul mio collo si gonfiano e inizio a diventare tutto rosso di rabbia.
Lo ammazzo cristo,
come siamo finiti ad odiarci così tanto?

Gli stringo le mani alla gola, lui soffoca qualche gemito iniziando a non inalare più aria nei polmoni. All'improvviso una mano mi afferra dalla felpa e mi spinge via, facendomi mollare la presa dal collo.
«Lasciami!» sbraito scrollandomi quella mano.
«Non ti avvicinare più a me» mi urla contro Giulio «tu sei pazzo.»
«Vaffanculo.»

Esco dallo studio iniziando a tirare pugni al muro senza sosta.
Sembrava andarmi tutto bene in questo periodo, le nocche e le falangi iniziano ad aprirsi, ma quando mai nella mia vita va bene qualcosa?!
Il sangue inizia a scivolarmi fra le mani andandomi a sporcare i vestiti.
Perché ci tiene così tanto a rovinarmi la vita?
Una volta era tutto ciò che avevo ora è tutto ciò che odio.

Sento una voce in lontananza, ma è confusa,
le urla nella mia testa fanno più casino ed è impossibile in questo momento distinguere la realtà dalla mia mente.
Una mano mi afferra la mia e Jessica si mette fra me e il muro.
«Smettila!» Dice guardandomi in viso «Che cazzo hai fatto? Mi hanno chiamato dicendomi di venire a calmarti...cos'è successo?»
Parla troppo veloce.
Non riesco a mettere insieme le parole che mi galleggiano attorno, procurandomi un mal di testa allucinante.

«Forza, ti riporto a casa.»
Così dicendo mi fa mettere un braccio attorno alle sue spalle, così da reggermi in piedi, e pian piano raggiungiamo la mia macchina.
Mi apre la portiera e mi fa sdraiare sul sedile, lei si mette alla guida e mette in moto.
«G-grazie..» sussurro, per poi addormentarmi di colpo.

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