Capitolo 2

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Due Giorni Dopo.
Sospiro.
Prendo una Marlboro accendendola e facendo qualche tiro.
Guardo fisso il computer davanti a me, non riesco più a scrivere da esattamente due giorni.
Che cazzo mi sta succedendo, di solito mi vengono queste crisi quando mi capitano cose gravi, infatti l'unica volta è successo quando mio fratello se n'è andato.
Sospiro di nuovo al pensiero.
Mi arrendo deluso e amareggiato, caccio il telefono e faccio una stories su instagram per avvisare tutti i miei fan di una sorpresa in arrivo, ovvero il video.
Tra le visualizzazioni noto una certa Jessica, le visualizzo il profilo, e cazzo è lei.

Puttana, se è bella.
Inizio a scorrere tutte le sue foto lasciandole due like tattici.
Cazzo è così strano, è la prima volta dopo tanto, che noto prima il sorriso a una ragazza che il culo.
È così maledettamente bello, mi fa sorridere pure a me, perché dio?

Mi arriva una telefonata da Tahir.
«Pronto fratè» inizia a parlare: «il video è un successo, vieni all'Honiro così te lo puoi vedere e dopo andiamo a festeggiare. Ci siamo tutti manchi solo tu.»
«Uhm, si arrivo.» dico per poi alzarmi dal divano e uscire di casa.
Decido di andare a piedi, lo studio non dista molto da casa mia, giusto cinque minuti di cammino.
Tahir ha detto che ci sono tutti, quindi c'è anche lei.
Mi spunta un sorriso spontaneo che scuoto via subito, sembro pazzo forte quando faccio così e forse lo sono.

Entro in studio raggiungendo gli altri che mi accolgono con pacche sulla schiena contenti del risultato del video.
Me lo fanno vedere e si, è davvero pazzesco, ma solamente perché la protagonista è Jessica merda.
La cerco fra i ragazzi e la trovo seduta su un divanetto, così prendendo due bicchieri di vino bianco, decido di andarmi a sedere vicino a lei.

«Abbiamo fatto un'ottimo lavoro.» le dico dandole il bicchiere.
Lei sorride e annuisce, poggia le labbra carnose sul bordo di plastica e beve tutto a un sorso la bevanda alcolica.
Mi mordo il labbro guardandola.
«Che c'è?» alza un sopracciglio guardandomi.
«N-no nulla..cioè.» cerco di dire, ma da quando non riesco più a dire una frase sensata?
Scuoto la testa bevendo il vino.
«A me non piace la folla, che ne dici se andiamo da qualche parte solamente io e te a festeggiare?» dice alzandosi, nella sua voce non c'è malizia.
«Per me va bene.» dico prendendo tre bottiglie di vino rosso per poi andare verso l'uscita con lei.
Ho accettato solamente perché nemmeno a me piace il casino.
Si certo, vai convinto.
Volevi stare solo con lei.
Zitte. Voci. Di. Merda.

Dopo qualche minuto di cammino ci fermiamo a una pista di skateboard e ci sediamo su una panchina.
Stappo due bottiglie, gliene passo una, poi le uniamo in un brindisi.
Iniziamo a bere, io per zittire le voci, lei, bhe, non so perché beve.
«Raccontami qualcosa su di te.» le dico curioso.
«Bhe, allora ho 22 anni e lavoro in un negozio di dischi a Roma Centro. Vengo da Milano ma dopo la morte di mio papà e mia madre che è finita in manicomio ho deciso di trasferirmi in questa splendida città.» fa una piccola pausa per fare un sorso di vino e poi riprende:
«Ti ascolto da tantissimo tempo e senza di te potrei sprofondare. Sono venuta a tre tuoi concerti e fidati che stare qua con te a bere vino in un parco è la cosa più bella che mi sia mai potuta capitare.» finisce ridacchiando.
Mi dovrei ricordare una ragazza così bella.
Butto giù un grosso sorso di vino per distruggere quel pensiero.
«Ed io sono felice di stare qua a bere con te.» dico per poi sorridere impercettibilmente.

03:51PM
Ormai sono quasi due ore che stiamo continuando a parlare senza sosta di musica.
Abbiamo idee molto diverse e mi piace appunto per questo.
Aspetta, ho detto "mi piace"?
Non mi piace.
Il vino è finito, e sia io che lei, non siamo in ottime condizioni.
Cazzo, lei è così dannatamente bella e così pericolosamente vicina a me, se si sposta di poco, le sue labbra toccano le mie e al solo pensiero, merda.
Da quando mi faccio così tanti problemi?
Sono ubriaco.
Sono pazzo di lei.
No, sono ubriaco.
Finisce sulle mie gambe e mi guarda intensamente negli occhi.
«Sei ubriaca.» le sussurro.
«Sei dannatamente bello.» dice posandomi un dito fra le labbra per poi avvicinarsi sempre di più al mio viso.

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