Capitolo XXXVIII

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C'era agitazione nel castello: non si era mai visto nulla di simile. Nel castello tutto era sospeso, come in una fiaba recitata da un menestrello: lo sposo, in un abito scarlatto, aveva raggiunto la stanza della sposa. Poi era entrato scortato da due testimoni, aveva trovato la sposa seduta su una sedia, vestita di tutto punto, rossa come la vampa d'amore. Aveva sollevato il velo e contemplato per un attimo la bellezza raggiante di quel viso, poi aveva fatto scivolare di nuovo il velo giù, come se quella vista lo stordisse di beatitudine.

Un baldacchino era stato innalzato a un capo del salone delle udienze e lì, sotto quel baldacchino, lo sposo era andato ad aspettare la sposa. Ed ella apparve come avvolta in un alone di divina dolcezza, scortata da fanciulle nubili e da guardie del re – queste ultime a debita distanza – ammantata di stoffe e gioielli come fosse una regina. Il velo le copriva il viso, ma lo sposo non aveva più motivo di nutrire dubbi e non si voltò a guardarla entrare, benché le esclamazioni di stupore di tutti i curiosi accorsi per l'evento lo tentassero non poco.

La sposa lo raggiunse e gli dedicò uno sguardo segreto, celato dal velo geloso. Il rabbino la invitò a compiere i sette giri rituali attorno allo sposo ed ella, aiutata dalle damigelle, li portò a termine senza grandi difficoltà. Quindi tese la mano destra e lo sposo, traendo un anello d'oro fino, glielo mise al dito, pronunciando ad alta voce la formula: «Osserva, tu mi sei consacrata con questo anello secondo la legge di Mosè». Il rabbino allora porse il calice e impartì su di esso le benedizioni, e al termine gli sposi ne bevvero un sorso a testa. Il bicchiere di vetro, ultimo atto del rito, fu avvolto in un panno e posato a terra. Lo sposo alzò il piede e lo calpestò, frantumandolo in un colpo con sicurezza.

La piccola cerchia di persone ebraiche accorse all'evento si alzò festante e gli spettatori cristiani li imitarono subito, appena compresero che la rottura del bicchiere significava la fine della cerimonia. Il rabbino disse poche parole agli sposi prima di andarsene sorridente a rendere omaggio davanti al re. Si fece avanti allora il vescovo di Lincoln che, allontanando leggermente gli sposi dal baldacchino, impartì loro la solenne benedizione cristiana che segnava l'inizio della coabitazione legittima di una coppia. I cristiani presenti, sposo compreso, si segnarono con il segno di croce. Dopodiché, l'euforia esplose di nuovo prepotentemente. Per la città si distribuì birra alla salute degli sposi e il popolo fu accontentato.

«Tornando al cerimoniale ebraico, ora che siete sposati – intervenne il rabbino – E' giunto il momento dell'ychud. Il banchetto nuziale comincerà tra un'ora circa; le fanciulle ebree verranno a chiamarvi»

Sia Bois-Guilbert sia Rebecca erano ben consapevoli di cosa li aspettasse e si diressero alla stanza nuziale accompagnati dal piccolo corteo ebraico. Avevano oltrepassato la soglia e la porta si era chiusa dietro di loro. La luce del sole di fine settembre penetrava ancora dalle due finestre e bastava a illuminare tutto lo spazio della camera. D'un tratto si trovarono soli, isolati dal mondo di fuori. Quel momento era un primo assaggio di matrimonio.

Rebecca guardò il letto nuziale e vi si diresse spedita, come se attendere ancora sulla soglia la imbarazzasse. Fece per sollevare le lenzuola, ma Bois-Guilbert la richiamò, ingiungendole di non farlo.

«Ma come? – domandò smarrita – È il rito...»

Bois-Guilbert fece cenno di no e rispose: «Un'ora non è sufficiente. Avremo tutta la notte per questo...»

Rebecca si sentì avvampare le guance e solleticare gli occhi. Tuttavia, non demorse: «Il rito ebraico prescrive che in questo momento noi...» ma non riuscì a portare a termine la frase. Bois-Guilbert sorrise della sua innocenza e si avvicinò. Le accarezzò la guancia, poi si sedette sul letto e la prese per i fianchi con più confidenza. La fece sedere di sbieco sulle proprie ginocchia e, dopo averla osservata intensamente, ripeté: «Un'ora... Cosa vuoi che sia? Vogliono forse metterci fretta?»<br />

Paix entre nousDove le storie prendono vita. Scoprilo ora