Capitolo 5

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Il concerto era ormai quasi giunto al termine dopo circa due ore di esibizione, in cui Brook aveva dato il meglio di sé con strepitosi assoli con la chitarra, brani per il pianoforte e i pezzi più famosi del suo repertorio che riempivano tutto lo stadio.
La folla era semplicemente in delirio nonostante si stesse avviando verso la conclusione. Nessuno di quei fan sfegatati aveva smesso di urlare ipnotizzati da quella musica che toccava tutte le corde dell'anima di chi la ascoltava.
Il cantante sembrava possedere una energia inesauribile e continuava ad andare da una parte all'altra del palco saltellando come se non avesse peso.

Law, nonostante le iniziali rimostranze e la poca voglia di assistere a quel concerto di cui non gli importava nulla, si stava divertendo parecchio e aveva finito anche con l'apprezzare quello strano cantante afro e a capire perché i due fratelli lo vedessero come il loro vero idolo. Accanto a sè seduto sulla sua sedia, perché a Brook non piaceva la confusione e pretendeva che ci partecipasse ai suoi concerti stesse comodamente seduto, teneva Bepo come se anche lui si stesse godendo quella musica.
Ormai era diventato un suo amico inseparabile e mostrava il suo dito medio a chiunque osasse guardarlo storto solo perché andava in giro con un orsetto di peluche. Certo non erano da lui queste cose ma il gesto di Kidd lo aveva davvero sorpreso e non riusciva a staccarsi da quel regalo inaspettato.
Possibile che si fosse rincoglionito fino a quel punto?
Non pensava di provare qualcosa di così intenso verso il suo compagno di viaggio dai capelli rossi. Già era difficile per uno come lui ammettere di provare qualcosa in generale, poi quello che gli stava capitando era qualcosa di insolito per lui e che un po' lo spaventava anche.

Avvertiva l'energia proveniente dal corpo di Kidd, che cantava a squarciagola seduto vicino a lui, e lo attirava come se fossi una enorme calamita. Era davvero difficile per Law controllarsi delle volte, anche perché ormai si era abituato alla presenza ingombrante del giovane e alla sua vicinanza come se fosse una cosa del tutto normale.
Si voltò proprio in direzione del rosso e ne ammirò il profilo latteo, il naso dritto, le sopracciglia talmente sottili che pareva non ne avesse ed il trucco fatto ad arte.
Si morse il labbro a sangue per costringersi a non fissare troppo insistentemente le sua labbra scurite dal rossetto.
Avrebbe voluto prendere la mano dell'altro per baciarla e poi saggiare la morbidezza del suo viso.
Ma non erano né il luogo né il momento adatti per quei pensieri, così si sforzò di guardare verso il palco proprio mentre Brook ringraziava tutti i suoi fan e si ritirava dietro le quinte dopo uno dei suoi concerti più memorabili.

-Voglio chiedergli di farmi un autografo.- disse Kidd.
-Cosa? E come fai se non è prevista la sessione di foto e autografi con il pubblico?- gli ricordò Killer.
-E allora? Andremo nel suo camerino anche con la forza se necessario.-
-Sei sicuro Eustass-ya? Non mi sembra una buona idea. Per una volta dovresti dare retta a tuo fratello.- gli disse Law, in un inutile tentativo di far ragionare l'altro.
-Chi se ne frega di quello che dice mio fratello? Per una volta che ho l'opportunità di incontrare il mio idolo non saranno certo dei fottuti agenti della sicurezza a fermarmi. Non me ne andrò senza quel fottuto autografo.- replicò il rosso con un luccichio malvagio negli occhi di brace.
Law lo fissò aggrottando le sopracciglia. Era impossibile cercare di far ragionare Kidd e trascinarlo fuori dallo stadio senza ciò che voleva. Con una scrollata di spalle non gli restò che accettare di accompagnarlo.
-Va bene, vengo anche io allora.- disse il biondo alzandosi per seguirli. Non si sarebbe di certo opposto all'idea di scambiare due chiacchiere con il suo musicista preferito. 

Si scontrarono con il fiume di persone che andavano verso le uscite, ovvero nelle direzione opposta a quella verso cui stavano andando loro, e spingevano con poca delicatezza chiunque gli ostacolasse. Molti, vedendo le loro facce poco raccomandabili, li facevano passare ma non fu affatto semplice farsi strada.
Scesero l'ampia gradinata che conduceva verso il campo da gioco e ne percorsero il perimetro stando ben attenti a non dare troppo nell'occhio.
Erano quasi entrati all'imboccatura degli spogliatoi quando due guardie sbarrarono loro la strada con fare minaccioso.
-Mi dispiace ma non potete proseguire oltre. Vi preghiamo di dirigervi verso l'uscita.- Non fece quasi in tempo a terminare la frase che il pugno di Kidd lo colpì mandandolo a sbattere contro l'ingresso del corridoio.
Law diede un calcio nello stomaco dell'altro ed una gomitata che lo fece cadere all'indietro. Si diedero un cinque senza neanche essersi messi d'accordo, prima di addentrarsi lungo il corridoio illuminato da luci fredde e azzurrine.

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