Capitolo 9

195 9 3
                                    


-E così sei sua cugina?- chiese Killer rivolto a Baby. Erano seduti nel bar dell'albergo e lei si rigirava tra le mani dalle unghie smaltate un calice di vino rosso.
-Teoricamente si. Sono figlia adottiva di suo zio adottivo ma ci consideriamo come una vera famiglia.- spiegò lei con un sorriso.


 Kidd si grattò la testa confuso. Tutti quei discorsi sui legami di parentela assurdi di Law e di quella ragazza stramba gli stavano solo facendo venire un gran mal di testa.
 Per Kidd comunque contava solo che non fosse una minaccia per lui poi poteva anche tollerare la sua stranezza. Del resto era stato paziente nei confronti ben altri idioti, come ad esempio Cappello di Paglia e l'unico motivo per cui tollerava quella moretta era perché non suscitava in lui alcuna gelosia.


 In realtà anche Rufy non aveva fatto proprio nulla per meritarsi il suo astio, anzi lo aveva pure chiamato per sincerarsi delle sue condizioni di salute e per dirgli di passare a salutarlo prima di andare via ma per Kidd quella era stata una questione di principio.


-Baby si può sapere cosa vuoi?- le chiese Law all'improvviso.
La ragazza trasalì visibilmente nell'udire quel tono rude usato contro di lei e gli occhi le si velarono di lacrime. Si voltò e vide i due fratelli che la guardavano incuriositi.
-Posso parlarti in privato?- gli chiese guardando il calice, troppo scossa per poter guardare in quegli occhi di ghiaccio. Non era mai riuscita a sostenere la loro intensità e le facevano ancora paura come quando erano piccoli.
 Law fissò Kidd e quello fece un cenno di assenso con il capo prima di allontanarsi seguito da Killer.
-Senti Law, io non so quali problemi hai avuto con papà ma io sono venuta in pace.- disse bevendo un sorso del liquido rosso-violaceo per darsi coraggio.
-Perché ti ostini a chiamarlo in quel modo disgustoso dopo quello che ti ha fatto?-
Baby poggiò il calice e si voltò verso di lui.
-Cosa mi avrebbe fatto di così grave da essere trattato come un appestato come fai tu? Sarei forse dovuta scappare anche io?-
 -Cosa ha fatto?- disse lui battendo il pugno sul bancone che gli costò un'occhiataccia da parte del barista. -Non ti rendi conto che ti ha manipolata fin da quando eri piccola per farti diventare come voleva lui? Sei troppo stupida per capirlo o non vuoi ammetterlo? Dammi una buon motivo per fidami di lui invece. Quando Cora è morto non ha fatto granché per aiutarmi, anzi voleva solo che stessi zitto e facessi quello che mi diceva lui. Ma io non sono il tenero agnellino che credeva lui.-
Baby incassò tutte quelle provocazioni senza rispondere. Se Law pensava che lei fosse un tenero agnellino si sbagliava di grosso. In tutti quegli anni in cui non lo aveva più visto non era cambiato di una virgola.  Aveva sempre lo stesso atteggiamento arrogante e e sprezzante nei confronti di chiunque.
-Io sono venuta qua per invitarti al mio matrimonio, sinceramente non me ne frega nulla di quello che è successo tra te e papà.-


Law rimase con il bicchiere di Whisky sollevato a mezz'aria. -Ti sposi?- chiese seriamente stupito.
 Baby roteò gli occhi al cielo. -E' così strano che mi sposi? Dovrei offendermi?-
 -Beh ammetterai che è un po' strano.- disse lui ghignando
-Chi è il fortunato?-  

 -Si chiama Sai, è un amore di persona e soprattutto ha bisogno di me.- disse lei con una luce gioiosa sul viso. Law aveva sempre odiato la vena sensibile del carattere di sua cugina che la portava a voler aiutare sempre tutti, forse lo faceva per rimediare all'egoismo di Doflamimgo e anche a quello dello stesso Law.
 Chissà da chi aveva preso questo lato dolce.


 La ragazza picchiettò un'unghia sul bordo del calice, visibilmente nervosa e Law si chiese il perché di questo repentino cambio di umore.
-Sono venuta qua senza dire niente a papà. Ci tengo davvero ad averti con me nel giorno del mio matrimonio. So che non sono stata vicina quando lo zio è morto ma tu te ne sei andato troncando i rapporti con tutti e non ho avuto modi di contattarti per chiederti come stavi. So che probabilmente sono sono scuse queste ma davvero mi dispiace.- disse poggiando una mano davanti agli occhi, nel flebile tentativo di scacciare quella lacrime che le premevano ai lati delle ciglia.
 Non essere stata in grado di aiutare qualcuno bisognoso di aiuto la faceva stare terribilmente male.
 -Lo sai che odio quando inizi a frignare. Non sprecare le tue lacrime per uno come me.-
 Una lacrima solitaria scivolò lungo la guancia truccata della mora che si affrettò ad asciugarla per non far irritare suo cugino.
-E' che sono così dispiaciuta per tutto quello che è successo.-
Law batté nuovamente il pugno sul tavolino e la ragazza strillò spaventata.
 -Baby piantala una volta per tutte. Non me ne faccio nulla della tua compassione. Sei venuta qua per invitarmi al tuo matrimonio o per compatirmi per la mia cazzo di infanzia?- le disse fissandola con uno sguardo glaciale che alla fine fece scoppiare in lacrime la ragazza.
-Scusami... io non volevo.... farti arrabbiare...- singhiozzò lei.

Around the WorldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora