Capitolo 12

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Killer bevve un sorso di birra, decisamente irritato dal ritardo di Penguin. Sapeva che gli era sempre piaciuto farsi desiderare, quasi più che ad una qualsiasi donna, ma quarantacinque minuti di ritardo erano troppi perfino per uno paziente come lui.

Però era decisamente strano il comportamento di Penguin se pensava che era stato lui a chiedergli di vedersi quando lo aveva visto al palazzetto delle sport. Era rimasto incredulo da tale proposta visto che era stato Killer a lasciarlo e senza dargli neppure una giustificazione accettabile e sarebbe stato più normale se ce l'avesse avuta a morte con il biondo. Forse voleva prendersi un rivincita infantile facendolo aspettare come uno scemo in quel bar per niente.
E nonostante tutto Killer non poteva biasimarlo ed un po' pensava di meritarselo se l'altro non voleva avere più niente a che fare con lui. Non era mai stato un fidanzato modello e lo aveva pure lasciato senza troppi giri di parole. 
Terminò la sua birra e ne ordinò poco gentilmente un'altra al cameriere. 
-Come al solito ti fai riconoscere.- lo rimproverò Penguin apparendo alle sue spalle.
-Ah sei arrivato. Iniziavo a pensare non venissi.- rispose il biondo.
-Sono rimasto per mezzora seduto come uno scemo in cucina indeciso se venire oppure no.- spiegò lui interrompendosi quando il cameriere si avvicinò per prendere la sua ordinazione. Penguin aspettò che si fu allontanato per riprendere il suo discorso anche se il cameriere sembrava aver rallentato apposta la sua andatura per poter origliare e la cosa non sfuggì ai due giovani.

-Ci ho pensato parecchio e ho capito di essere stato troppo impulsivo quando ti ho chiesto di vederci. Ero così ferito ed arrabbiato che volevo venire qua solo per dirti che sei stato un grande bastardo. Ma mentre arrivavo ho capito che non sarebbe assolutamente a nulla. Anche se ti avessi preso a pugni le cose non sarebbero cambiate comunque. Voglio solo sapere perché mi hai lasciato senza degnarti di darmi uno straccio di spiegazione. Forse ti ho fatto mancare qualcosa oppure ho sbagliato in qualcos'altro?- disse dopo quel fiume di parole e riprendendo fiato. Non si era neppure accorto di averlo trattenuto mentre parlava come un matto.

Killer l'aveva fissato per tutto il tempo chiedendosi cosa a suo tempo lo avesse spinto a mettersi con lui.
Forse era stato il carattere gentile ma caparbio del ragazzo ad attirarlo insieme alla sua generosità e alla sua intelligenza nascosta dietro i sorrisi un po' scemi. Non era uno qualsiasi Penguin e questo Killer lo aveva capito subito e non avrebbe ma pensato di sentirne così tanto la mancanza come in quel momento.
Aveva detto a Bonney che non era stata una cosa seria la loro ma aveva mentito spudoratamente.
Era nato tutto come un gioco quello tra loro due, una storia nata come amici di letto ed avevano giurato di non innamorarsi e di non legarsi sentimentalmente.
Ma, come nel più banale dei film, non erano stati in grado di tenere fede a quella promessa e si erano ritrovati invischiati in qualcosa forse più grande di loro. 
Ecco cosa aveva spaventato Killer tanto da portarlo ad un rapido allontanamento da Penguin. 
A costo di sembrare un vigliacco o uno senza cuore era andato via con Kidd, lungo quel viaggio in moto che lo aveva distratto permettendogli di non pensare troppo all'altro.

-Penguin, tu non hai sbagliato assolutamente nulla. Se c'è qualcuno che non è stato onesto in tutta questa faccenda sono io.- disse prima di lanciare un'occhiata omicida al cameriere che stava impiegando decisamente troppo tempo per poggiare sul tavolo le loro ordinazioni.
Quello, spaventato dal biondo, scappò a gambe levate dietro al bancone.
-Non hai risposto alla mia domanda comunque.- disse Penguin deciso a non lasciar cadere l'argomento.
-Dobbiamo proprio parlarne?- chiese Killer sospirando.
Penguin aprì la bocca per dire qualcosa poi la richiuse, stringendosi la radice del naso con due dita come se gli stesse venendo mal di testa a causa di tutta quella situazione.
-Va bene, ho capito. Lasciamo perdere che è meglio. Cosa ci fai tu qua?- 
-Sto facendo il giro del paese in moto con Kidd. Tu invece?-
-Sono qua per un corso di aggiornamento e studiare la vita dei pinguini ricreando qua il loro habitat naturale.-
-E come va con il tuo assistente?- 
-Chi Jean Bart? E' un assistente efficiente e mi facilita davvero il lavoro.-
Killer annuì. Sapeva che quelle erano solo chiacchiere che riempivano il silenzio imbarazzante che altrimenti si sarebbe creato tra loro e impediva ad entrambi di toccare nuovamente lo spinoso argomento.
-Killer perché non ci riproviamo?- disse Penguin all'improvviso. Al biondo andò la birra di traverso e rischiò di soffocare se non fosse stato per il tempestivo intervento dell'altro che gli batté la mano sulla schiena diverse volte.
-Cosa stai dicendo? Perché te ne esci all'improvviso con queste assurdità?- 
Le gote di Penguin si colorarono di rosso e quasi si pentì di essersi esposto in quel modo.
-Io... ecco... non volevo.- balbettò.
-Non fraintendere. Non che io non voglia ma sei davvero sicuro? E se dovessi sparire di nuovo? Se dovesse andare male?-
-Non se ci impegniamo entrambi stavolta.- disse sfiorandogli la mano.
-Non lo so Pen... io, mi sembra di non meritarti.-
-Non fare lo stronzo. Non te lo chiederei se non lo volessi.- disse lui con un sorriso.
-Non ti garantisco nulla ma possiamo provarci. Se qualcosa non va stavolta dimmelo.-
Penguin annuì convinto che stessero facendo assolutamente la cosa giusta.

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