"Vivere è la cosa più rara al mondo. La maggior parte della gente esiste e nulla più."
Oscar Wilde
Pov Kath
La cosa che odio di più è somigliare a lei. A Charlotte. Stessi capelli castani, stessi occhi grigi, labbra carnose, naso piccolo e simmetrico, pelle diafana.
Do a lei la colpa di molte cose.
Se a dieci anni morivo di fame lo devo a lei, che preferiva comprare whisckey e sigarette.
Se a diciassette anni Bill mi ha violentata lo devo a lei che non mi ha protetta abbastanza.
Bill mi ha violentata tre volte, poi non gli ho permesso più di toccarmi.
Nessuno può toccarmi in realtà: gli psicanalisti dicono che è a causa della violenza subita.
Sto male al solo pensiero che qualcuno mi sfiori, anche un semplice abbraccio mi porta ad avere veri e propri attacchi di panico.
Non lego con nessuno, ho serie difficoltà a relazionarmi con gli altri.
Cos' altro... non mi piace attirare l'attenzione.
A parte Josie la mia compagna di stanza, Aaron e Nelly non frequento alcuno. Sono schiva, restia a fidarmi degli altri, un paradosso vivente.
Al liceo non avevo amici,
mentre le mie compagne facevano a gara per essere notate dai ragazzi più popolari, si organizzavano per il ballo di fine anno e facevano domanda per i college più prestigiosi: io mi nascondevo.
Ogni giorno era una lotta per non farmi notare. E sembrava funzionare.
Del resto non era difficile: camminavo a testa bassa, non rivolgevo la parola ad alcuno, ero scontrosa, apatica, poco incline alla dolcezza.
E tutto era filato liscio come l'olio fino a un anno fa.
Era semplice. La gente mi evitava: ero un soggetto pericoloso, una sbandata, qualcuno con cui non avere a che fare. Non avevo previsto New York, il college, una compagna di stanza..."Sei certa di voler uscire conciata così?" Josie storce il naso alla vista del mio vestiario poco curato.
Paragonata a lei sembro la vecchia versione di Cenerentola.
Lei una modella, uscita da una rivista di Victoria Secret, con i capelli biondi lunghi fin oltre le scapole, gli occhi color caramello e le labbra a cuore.
Indossa un vestito di lana blu che lascia scoperte gran parte delle gambe, stivali da cowboy e una giacca di pelle marrone.
Vicino a lei l'autostima di qualsiasi ragazza crollerebbe.
Ma non sono invidiosa. Non mi interessa essere carina, quindi il problema non si pone.
Lo ripeto: attirare l'attenzione non rientra nei miei progetti.
Scrollo le spalle alla domanda di Josie. "Sto comoda," preciso chinandomi per allacciare le vans bianche "dobbiamo andare a lezione, non a una festa."
Indosso jeans e una felpa con un logo sconosciuto, mentre i capelli castani mi ricadono in onde morbide.
Sono decisamente troppo lunghi, ma non mi va di tagliarli.La sento grugnire. "Tu non vai alle feste," precisa "non esci coi ragazzi," elenca sulle dita della mano quelle che a suo dire sono le mie mancanze "e non frequenti locali."
Inarco un sopracciglio. "E allora?"
"Allora non puoi," mi si para di fronte col suo metro e sessantacinque di altezza "dovresti venire con me a una festa delle confraternite," mi stocca un'occhiata biricchina "magari senza questa felpa," propone indicandola."Scordatelo!"
Sbuffa mettendo le mani sui fianchi. "Non ti sto proponendo nulla di scandaloso," insiste.
"Non verrò con te ad alcuna festa." Mi dirigo verso l'armadio e tiro fuori il giubbino blu.
Josie fa un'altra smorfia riferita chiaramente al mio vestiario.
"Potrei cedere sulla felpa, ma di andare a una festa non se ne parla."
Mi aspetto di sentirla ancora insistere e invece la vedo aprirsi in un largo sorriso. "Rinuncieresti alla felpa?""Ho detto che potrei," confermo.
"Bene!" rilassa la postura "allora mi aspetto che uno di questi giorni tu mantenga la promessa."
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Anime avverse
RomanceATTENZIONE - TEMATICHE DELICATE - LINGUAGGIO ESPLICITO- QUESTA NON È LA SOLITA STORIA SDOLCINATA. A TRATTI SARÀ CRUDA E VIOLENTA. I PROTAGONISTI SI ODIERANNO E SI FARANNO LA GUERRA... Kath ha un passato difficile e doloroso con cui convivere. Gli...