8 Capitolo

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Pov Will

È il rumore della pioggia a svegliarmi o almeno così credo all'inizio.
Solo dopo noto che il display del telefonino abbandonato sul comodino si è illuminato, probabilmente a causa di una chiamata perduta.

Cazzo!

Mi metto seduto e prendo immediatamente il cellulare.
C'è un messaggio da parte di James.
James, mio fratello

Vieni a prendermi?

Risale a non più di quindici minuti addietro.
Compongo il numero per ben due volte senza successo: il telefono squilla, ma nessuno risponde, attacca sempre la segreteria.

Con l'adrenalina a mille  abbandono il telefono sul letto e mi massaggio le tempie.
Conosco bene il motivo della mia inquietudine: James ultimamente è ingestibile ed è quasi sempre fuori casa.
Accendo la lampada, illuminando così la stanza.
Le tende blu ricoprono per intero le vetrate disposte sulla parete centrale, proprio di fronte al letto. Il pavimento è interamente rivestito da parquet e qua e ci sono sparse mensole e scaffali ricoperte di libri, una tv a plasma, un impianto stereo.
Mia madre è una designer e ha sempre avuto un'ossessione per l'arredamento.
Con i soli boxer addosso e a piedi scalzi mi dirigo verso la camera di mio fratello.
Non busso nemmeno,  splalanco la porta e mi precipito all'interno.
Non ci vuole un genio per capire che non è rincasato.
Accendo la luce e mi guardo freneticamente intorno.

"James,"  lo chiamo.

La stanza a differenza della mia ha colori chiari, un soppalco in legno e una parete completamente tappezzata da foto.
Il letto è intatto, a eccezzione dei vestiti lasciati a caso su una sedia e di alcune lattine é tutto in perfetto ordine.
Rilascio un sospiro frustrato e mi riavvio verso la mia stanza.
Indosso velocemente un paio di jeans e una maglietta scura.
Non è la prima volta che vado a recuperarlo in qualche locale.
Beve troppo, fuma e frequenta compagnie poco raccomandabili.
Prendo le chiavi della macchina e senza avvisare mi dirigo verso l'esterno.
Del resto è difficile che qualcuno si accorga della nostra assenza.
Casa nostra è abbastanza grande da assicurare una certa privacy.
Mia madre vive con Greg al primo piano, mentre io, James e Mason condividiamo il secondo.
Vado in garage utilizzando le scale esterne.
Scendo gli scalini a due a due, non facendo neanche caso alla pioggia.

Arrivato in macchina la prima cosa che faccio è ripescare il cellulare e iniziare a chiamarlo.
Questa volta mi risponde
al primo squillo.
"Dove sei?" chiedo senza troppi giri di parole.
"Al Black star."

Fantastico!

" Dici sul serio? " chiedo arrabbiato "ci sono venti chilometri," mi lamento uscendo dal cancello principale con una sgommata e mettendomi in carreggiata.
James è il mio gemello e siamo sempre stati particolarmente affiatati, ma nell'ultimo anno è cambiato e non é  la prima volta che sono costretto ad andare a cercarlo.
"Non muoverti,"gli intimo "sto arrivando."
Lo sento grugnire dall'altro capo, ma non ribatte.
Da quando mio padre se n'è andato va tutto a rotoli. Tutto! Lo studio, la società,  la famiglia.
Sto perdendo perfino mio fratello e la rabbia mi sta consumando.
La pioggia mi impedisce di vedere bene e sono costretto a rallentare più volte per non rischiare di essere coinvolto in qualche incidente.
Quando arrivo al luogo indicatomi da James, individuo subito la sua macchina all' esterno, una Mercedes grigio metallizzato.
Il locale è ancora affollato e la musica rassomiglia molto a un frastuono infernale.
C'è chi balla,  chi beve e chi chiacchiera.
Mi guardo freneticamente intorno e appena avvistata una cameriera mi ci fiondo addosso.
" Hai visto James Butler?"
Ci conoscono tutti qui e non ho bisogno di fornire altre credenziali.
Scuote il capo."No, ma puoi chiedere a Funcky," me la indica oltre il banco.

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