In quell’ora lì di supplenza, Jace mi domandò parecchie cose “Sel ma il tuo colore preferito? E l’animale? E i fiori?” “perché tutte queste domande?” “dai rispondi...” “va bene... Il mio colore preferito è il celeste, poi il cavallo e il gatto e i miei fiori preferiti... Direi... Decisamente... Le rose.” “avev... Rag...”Disse Jace ma subito dopo si tappò la bocca “eh?” “niente, stavo pensando a una cosa...” “Cosa?” “eheheheh... Non posso dirtelo, mi spiace.” mi disse arruffandomi i capelli.
E subito dopo si girò verso di Kelly che le fece un occhiolino.
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Suonata la campanella andai immediatamente da Kelly “senti, state insieme tu e Jace? Dimmi la verità! Kelly?!” le urlai piangendo e lei mi rispose di si.
Corsi fuori dalla classe piangendo.
Spinsi tutti.
Fuori dal cancello c’era Jace che mi aspettava. E io lo ignorai.
E lui rimase fermo senza seguirmi o fare altre cose.
Per strada incontrai Nathan “ehi, ciao Sel! Com’è andato il test di spagnolo?” “male!” “come? Ma la prof non era ammalata?” “no, cioè... Si!” “che hai? Perché sei così scorbutica?” “lascia stare!” “e come mai hai il braccio fasciato?” “storia lunga e triste!” e me ne andai.
Arrivai a casa e mi ritrovai sul cellulare una decina di messaggi di Jace:
-amore, come mai mi hai evitato? -
-ti ho fatto qualcosa? -
-ti prego, rispondi-
-Sel! -
-non pensare male… Tra me e Kelly non c’è nulla. -
-sel, ti prego. Cosa ti ho fatto? -
E io risposi:
-mi hai fatto soffrire! E se devo continuare così è meglio che me ne VADA PER SEMPRE-
E lui:
-Sel! No! Non ci provare! Guarda che io mi ammazzo se tu ci provi ancora una volta! -
Non me ne fregava più niente.
Basta.
Non pranzai nemmeno.
Andai dove sapevo che potevo stare da sola e in pace senza che nessuno mi facesse soffrire.
Arrivai, andai dentro alla casetta e mi sedetti per terra.
Nella mia borsa io ho sempre un taglierino per qualsiasi situazione.
Lo presi, lo aprii misi la lama appuntita sulla mia pelle…
“ferma! No!” arrivò Jace che mi prese il taglierino dalle mani e mi strinse i polsi.
“senti Sel, smettila di fare queste cazzate! Basta! Io mi fido di te. Nonostante forse un giorno non ti rivedrò mai più! Nonostante tutto quello che sta accadendo! E tu ti fidi di me?” mi disse con qualche lacrima e io risposi di no con la testa “Selena! Come? Te l’ho detto io amo solo TE! Non c’è niente tra me e Kelly!” “e allora dimmi perché oggi vi facevate strani gesti, e stavate insieme? E siete arrivati tutti e due in ritardo con la stessa scusa? Eh????” gli dissi piena di lacrime.
Lui mi strinse forte, mi abbracciò e mi disse che non mi dovevo preoccupare per queste cose.
“Guarda che io sto perdendo fiducia in te! Mi stai facendo soffrire! Io per te sto male! Ma allo stesso tempo io ti amo!” gli dissi “Anch’io Sel... Anch’io ti amo... Però io mi fido di te!”
Facemmo una lunga discussione.
E come sempre concludemmo la discussione con un bacio.
“E smettila di farmi stare in pensiero. Smettila di non farmi dormire la notte. Ed inizia a fidarti di me.” mi disse guardandomi negli occhi.
Sentimmo delle urla “Jace! Fatti vedere! Avanti, tanto lo sappiamo che sei qua!” io e lui ci guardammo con uno sguardo preoccupante.
Io mi affacciai alla finestra della casetta sull’albero e vidi Tom Berger e i suoi 3 amici!
Ed incominciarono a tirare delle pietre.
Io per fortuna ne sfiorai una.
“Jace ti prego non scendere! Ti faranno del male e io non potrei sopportarlo.” “Sel, se io non scendo mi faranno a botte domani a scuola, davanti a tutti.” “ e preferisci farti vedere davanti a me? No, non esiste, tu non scendi.” e gli strinsi la mano.
Allora lui restò su con me.
Ci misimo in un angolo e aspettammo che se ne andassero. Restarono lì a urlare per ore e ore.
Arrivato il tramonto se ne andarono.
“ok, possiamo andare ora” gli dissi “no, rimaniamo qua. Fino a notte fonda. In fondo questa sera c’è un cielo molto più stellato delle altre volte. E si sta anche bene.” “ma i miei genitori non vogliono.” “digli che vai da Jodi a dormire, no?” “ si...” “dai... Qua ci sono anche un paio di coperte che avevamo portato 2 giorni fa. Vedrai sarà bellissimo” mi disse con gli occhi che gli brillavano.
Io non potevo non dirgli di no, mi faceva troppa pena e poi... Fa bene passare del tempo con la persona che ami.
“ma... Jace? Io devo andare da Stefan... Ricordi?” “ah.... Si, ricordo. Eh... Ti addormenterai più tardi.”
Per fortuna che nella mia borsa c’erano due pacchetti di patatine.
Sennò saremo morti di fame. Ahahahahah.
Giunta notte io mi sdraiai e si sdraiò anche lui assieme a me.
Parlammo tanto.
Finché chiudemmo gli occhi tutti e due.
Ed io... Dovevo continuare il viaggio.
Stefan era già sveglio, e Tadù era in giro che guardava la casa.
“Oh... Ben tornata Sel.” “ciao” “che mi racconti di bello?” “eheheh... Niente di che... Solite cose sai.” “ma dai,... Dimmi” e allora gli spiegai “pf... Tutto qui? E questo Jace... È bello?” “si, moltissimo!” “Simpatico?” “si molto” “geloso?” “un po’...” “affettuoso? Si preoccupa per te?” “si, ovviamente!” “classico ragazzo. Pf...” “Senti Stefan, smettila. Lo so che ti fa rabbia. E mi spiace. Ma tu sei un po’ diverso da me.” “in che senso?” “sei più testardo, timido, e un po’ pauroso... Jace è tutto il contrario. A me piacciono quelli così... Eh... Mi spiace” “ah...”
Ci fu un attimo di silenzio.
“dai, andiamo. Dobbiamo scalare il Monte Clew e poi arriveremo a Dufis. Forza!” ci disse Tabù e così ci mettemmo in cammino.
Salutammo Marzia e andammo verso il Monte Clew.
Per tutto il tempo non volo una mosca.
Si sentivano i respiri profondi e il rumore che facevano gli zoccoli di Uranio.
Giunti ai piedi del monte... Ci guardammo.
“io ve lo dico subito. Io non so e non sono mai stata capace di scalare le montagne.” dissi “io sono capace!” mi disse Stefan orgoglioso.
“beh... A questo ci penso io!” ci disse Tabù “ho con me della polvere fatata che praticamente vi alzerà e potrete avere l’onore di volare.” “wow!” dissi io esterrefatta “a me non serve. Me la cavo da solo” “ma guarda Stefan che sarà alto circa… 1057 m!”
“beh... Non mi serve della polvere fatata.” “va bene, fai come vuoi.”
Tabù tirò fuori un po’ di polvere fatata e ce la sparse sul tutto il corpo. Uranio era un po’ … sbalordito.
Non è una cosa di tutti i giorni vedere un cavallo che vola.
Noi arrivammo in cima subito mentre Stefan stava sudando 7 camicie per scalare quel monte.
Mi faceva un po’ pena.
Ad un certo punto “Tadù! Aiuto! Non ce la faccio più!” urlò Stefan ridendo.
Allora Tadù scese e sparse altra polvere fatata sul suo corpo e finalmente era felice.
Arrivato anche lui sulla cima, ci girammo, demmo un ultimo sguardo al bellissimo paesaggio e i cancelli si aprirono.
“avanti, ora ci aspettano altri 8 mondi!” disse orgogliosa Tadù mentre Uranio sbuffò.
Arrivammo dopo un bel po’.
Arrivammo davanti al cancello.
Le guardie ci guardarono e ci fecero entrare senza fare tante lamentele.
“come mai ci fanno entrare?” le chiesi a Tabù “non lo so...” “beh... Meglio così no?” “hm... No... Direi. Stanno tramando qualcosa… Le mie antenne da brava fatina lo sentono.”
Una guardia ci disse “benvenuti a Dufis. La Regina Sifora vi aspettava con ansia. Dirigetevi verso il castello” “ok... C’è sì qualcosa sotto.” pensai.
Ci dirigemmo verso il castello e le porte si aprirono.
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10 Mondi In 10 Notti
FantasyEd è solo nei sogni che si riescono a fare i viaggi più belli ♡