La tensione all'interno della sala operatoria era palpabile, gli unici rumori che si sentivano erano i "bip" ritmici dei macchinari e il leggero fruscio dei camici, il silenzio innaturale rendeva assordante ogni altro minimo rumore.
L'anestesista controllava la velocità d'infusione del farmaco, mentre il suo aiuto-infermiere si occupava di regolare la percentuale di ossigeno in base alla saturazione e di verificare che tutti i cavi dei monitor per i parametri vitali fossero ben attaccati.
Le infermiere al tavolo contavano per l'ennesima volta le garze, i ferri e i dottorandi ripassavano mentalmente la lista del materiale occorrente, anche in caso di emergenza.
Nessuno parlava, nascosti dietro ai lunghi camici verdi, con i volti semi coperti dalle mascherine, ognuno concentrato sul proprio compito e tutti in attesa dell'arrivo del cardiochirurgo che avrebbe avuto potere di vita o di morte su quella giovane donna sdraiata al centro della stanza.
Andrea McLeap fece il suo ingresso in sala e alla vista della giovane dottoressa fu come se l'intero personale di sala tirasse un grosso sospiro di sollievo; lei era la garanzia per la riuscita di ogni trapianto cardiaco.
Non appena fu vestita con l'aiuto dei colleghi, iniziarono le danze.
Con la sua voce ferma e decisa, la dottoressa McLeap ordinò uno per uno tutti i ferri che le servivano, senza mai battere ciglio o titubare un solo istante, neppure quando la riuscita dell'operazione sembrò difficoltosa per via di una lieve emorragia. Complicanza che seppe raggirare senza difficoltà.
L'anestetista, che aveva trattenuto il fiato come il resto del personale presente, si rivolse alla donna distesa sul tavolo operatorio: "Stai tranquilla, Lorraine, già si sapeva che sei in buone mani."
Si guadagnò un'occhiataccia nervosa della dottoressa e immediatamente si zittì, mortificata per essere stata ripresa da lei.
L'operazione ebbe finalmente termine e Andrea ordinò, chiara e decisa: "Defibrillatore!"
"Libera!" urlò l'infermiera e tutti si allontanarono dalla paziente.
Il monitor che segnava il tracciato cardiaco emise un "bip" e poi un altro e un altro ancora.
L'intervento era perfettamente riuscito e il nuovo cuore batteva regolare nel corpo di quella giovane madre.
Mentre Andrea procedeva veloce a suturare la ferita, intorno a lei tutti i presenti si lasciarono andare a sospiri di sollievo e complimenti, sussurrati dietro le mascherine chirurgiche. Nei loro occhi brillava un'ammirazione senza pari verso quella giovane cardiochirurgo che aveva appena salvato la vita della paziente.
Tuttavia, lei si mantenne calma e distaccata fino alla fine, ignorando quelle esternazioni di stima da parte dei suoi collaboratori. Alla soglia dei trent'anni concorreva per diventare la più giovane primario di cardiochirurgia dell'ospedale, ma non permetteva che ciò potesse suggestionare in qualche modo il suo operato, o la sua professionalità.
Aveva lavorato duramente per arrivare a quel traguardo, non permettendo a niente e a nessuno di impedirle di realizzare le sue aspirazioni, sacrificando moltissimo la vita privata e tutto ciò che non aveva a che fare col lavoro o che potevano distoglierla da esso.
Una volta tolto il camice e abbandonato la sala operatoria si preparò e uscì dall'ospedale in tutta calma, inforcando gli occhiali scuri per proteggere i suoi occhi color del cielo dai raggi del sole. Quel giorno, infatti, era davvero infuocato sopra Seattle, cosa molto rara da quelle parti, e la città era simile ad un forno rovente; l'asfalto assomigliava a una piastra incandescente e il sole picchiava davvero forte sulle teste della gente. Per ovviare a questo problema, Andrea si infilò un grazioso cappello, in modo da proteggere dai quei raggi i suoi capelli color del grano.
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Bloccata Nel Tempo
Science FictionStoria vincitrice del concorso "The girls 2017" sezione Fantascienza. Vincitrice come "Miglior suspence" agli "ShadowsAwardsContest 2018". Per Andrea McLeap la carriera è la cosa più importante. Ha sacrificato tutta la sua vita per lei, dalla famigl...