6 - Ricordi, sentimenti e speranze

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Andrea era rimasta sola nella stanza. Nicole l'aveva lasciata consentendole di riposare ulteriormente mentre Patrick l'aveva abbandonata per poter consultarsi con suo padre e tornare ai suoi affari. Ristette a osservare il soffitto, nuovamente distesa su quel letto enorme e soffice. Tornò con la memoria al momento preciso in cui aveva intravisto Patrick tra la folla, quel suo incedere verso di lui attratta da qualcosa che non sapeva giustificarsi... O meglio, l'aria smarrita e l'abbigliamento di quest'ultimo lo avevano fatto esaltare tra le persone, ma era un'altra cosa quello che aveva stuzzicato la sua curiosità. In quel momento per lei Patrick era un perfetto estraneo, esattamente come tutti gli altri, ma avvicinandosi e osservandolo più da vicino, si rese conto che invece lo conosceva bene. Nella sua mente immagini confuse di un passato che le era appartenuto le si affollarono prepotenti e cupe, mescolandosi e confondendosi con altre immagini insicure. Ad un tratto riuscì a collocare Patrick nella sua giusta posizione e le sembrò come se l'intero universo si fosse fermato, solo per darle l'opportunità di comprendere. Comprendere l'importanza che Patrick aveva ricoperto nella sua vita e che, forse, ancora ricopriva in sordina.

Avvertiva che la confusione mentale si stava dissolvendo lentamente. Mentre nuove informazioni si aggiungevano nella sua testa, i ricordi confusi che le rimbalzavano nella mente prendevano il loro giusto posto. La cosa che la strabiliò fu che non aveva solo ricordi del suo passato, ma anche quelli della bella Annabelle Tavern. Era per questo che conosceva il nome della sua tata, o che sentiva una certa attrazione per il bel Philippe Gavoir. D'istinto si portò la mano alla pancia, ricordandosi il dubbio della tata circa quel "qualcosa che non le aveva detto", ma nella sua testa non c'era nessun ricordo di Annabelle e Philippe stesi nel solito letto. No, era ragionevolmente certa che la bella Annabelle non fosse incinta.

D'improvviso un forte bussare alla porta la fece sobbalzare e sentì il suo cuore iniziare a battere velocemente. Deglutì spaventata.

"Chi è?"

"Sono io, tuo padre, posso entrare?"

Il timbro della voce era inequivocabilmente quello del signor Tavern, forte e risoluto. Si guardò attorno, frenetica, alla ricerca di Patrick o di qualcosa che le avrebbe dato la forza per quell'incontro. Ma, ahimè, era sola.

"Avanti..." tremò.

La maniglia si abbassò lentamente e il signor Tavern fece il suo ingresso nella stanza. Il cipiglio serio e la circonferenza voluminosa del suo petto lo rendevano un uomo che incuteva un certo grado di timore, anche se questa impressione faceva a pugni con la sua ridotta statura. Ma questo non fermava il signor Tavern dal mantenere l'autorità assoluta sulle sue terre e su tutto ciò che gli apparteneva. Compresa sua figlia Annabelle.

"Ho saputo da Nicole che ti senti meglio. Mi fa piacere. Posso sapere cosa è successo?"

Andrea aveva la netta sensazione che il signor Tavern volesse sentirsi dire certe cose precise, che non avrebbe mai e poi mai accettato frasi sulla debolezza delle donne. Ristette immobile cercando un modo per togliersi da quell'impiccio. "È stato solo un calo di zuccheri, papà."

"Papà?" Corrugò la fronte.

E adesso cosa voleva? Ad Andrea non sembrava di aver detto qualcosa di sbagliato. Lo fissò senza aggiungere niente, il signor Tavern sospirò.

"Sentimi bene, sono a conoscenza dei tuoi desideri e dei tuoi sentimenti, e sono pienamente consapevole che il conte di Devonshire, nonché tuo fidanzato, non sia esattamente il miglior partito a cui una ragazza della tua età vorrebbe arrivare, ma è molto potente, benestante. E poi non posso venire meno alla parola data, quindi metto le mani avanti e ti dico no, non ho alcuna intenzione di ascoltare le tue motivazioni al riguardo. Ormai è deciso, lo sai che per me è importante."

Bloccata Nel TempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora