Elettrizzate come non mai per questa partenza improvvisa, le due ragazze prepararono in fretta e furia due zaini con l'occorrente di tutti i giorni e si infilarono nella macchina del proprio padre, ansiose di arrivare a destinazione. Per il breve tragitto fino al maneggio rimasero a osservare la città e tutta la strada, fremendo dall'emozione. Con l'inizio delle loro lezioni di equitazione la possibilità di fare una gita a cavallo e dormire una notte fuori in tenda era diventata una speranza per le due sorelle, ma non credevano che l'avrebbero realizzata così presto.
Ovviamente, come dovevano aspettarsi, la loro madre non volle aggregarsi per questa gita. Nessuna delle due tentò di insistere, sapevano che non sarebbe mai venuta. Ma le erano grate per non aver impedito loro di partire.
Una volta arrivati al maneggio trovarono subito il signor Bruce con il giovane Kevin che li stavano aspettando.
Adam parcheggiò la macchina e scese subito per salutare il suo amico, con un gesto cameratesco, strinse la mano anche al ragazzo che era rimasto immobile al fianco del padre, rigido come una statua per l'emozione di questa gita. Fu subito evidente anche per Adam che il suo amico aveva parlato a suo figlio di quello che si aspettava da lui e gli aveva raccomandato di comportarsi bene con la figlia di Adam.
Kevin gli tese la mano e gliela strinse e Adam cercò di stemperare l'atmosfera con una poderosa pacca sulla spalla. Kevin rimase sbigottito da quel gesto, ma lo aiutò a sciogliersi un po' e a essere meno rigido.
Dopo i saluti di circostanza, Bruce aiutò Adam a scaricare i bagagli dalla sua auto, lasciando che i ragazzi si mettessero a loro agio.
Rimasta con i due piccioncini, Andrea si sentì di colpo il terzo incomodo e con una scusa si allontanò per andare a vedere un puledrino di alcuni giorni che gironzolava ancora incerto sulle zampe in uno dei box della stalla. Lasciò soli quei due che si guardavano negli occhi, notando lo strano rossore della sorella, ne fu nauseata. Entrò nella stalla per non pensarci e si affacciò al box del puledrino per ammirarlo mentre succhiava il latte dalla mamma. Lo osservò con un dolce sorriso sulle labbra, finché la voce di Patrick, divenuta ormai familiare, la sorprese alle spalle.
"È davvero molto dolce, vero?"
Andrea si voltò di scatto e vide Patrick dietro di lei, intento a oaservare a sua volta il puledrino che sgambettava allegro in quel piccolo spazio.
"Tu cosa ci fai, qui?" Fu subito irritata dalla sua presenza.
"Mi dispiace di non essere la tua persona preferita, ultimamente, ma tuo padre mi ha mandato qui per un motivo."
"Mio padre?" chiese lei, incredula.
"Sì... l'inventore della macchina che ti ha portato qui."
Andrea roteò gli occhi e sbuffò riportando la sua attenzione all'interno del box. "Senti, non mi interessa sentire nuovamente le tue cavolate, non sono qui per quello. Tanto non ti credo e non ho intenzione di ascoltare di nuovo i tuoi vaneggiamenti."
Andrea sperò in questo modo di aver chiuso la conversazione, ma ovviamente Patrick non poteva permettersi di rinunciare così facilmente.
"Sì... mi rendo conto che per te è difficile ricordare, ma io sono fiducioso, credo che hai solo bisogno di aiuto per farlo. Come so che la mia presenza non ti lascia del tutto indifferente."
Ad Andrea tornarono alla mente i vari ricordi che aveva avuto da quando lui le aveva parlato, e sentì il cuore iniziare a battere più velocemente nel petto. Ma non voleva crederci, e soprattutto, non voleva dare la soddisfazione che lui avesse ragione.
"Non so di cosa stai parlando." Mentì, tentando di ignorarlo.
"Andrea, tu sai cosa sei veramente, e io ho la pazienza di aspettare il tempo che ti occorre per ricordarlo. Spero solo di aiutarti a farlo."
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Bloccata Nel Tempo
Science FictionStoria vincitrice del concorso "The girls 2017" sezione Fantascienza. Vincitrice come "Miglior suspence" agli "ShadowsAwardsContest 2018". Per Andrea McLeap la carriera è la cosa più importante. Ha sacrificato tutta la sua vita per lei, dalla famigl...