Al centro della camera da letto di Cristie, Andrea si osservava le mani cercando di farle smettere di tremare. Quell'uomo e il nome con cui l'aveva chiamata erano stati troppo per lei. Ultimamente aveva costantemente la sensazione di essere fuori fase, di essere nei panni di un'altra persona, di non essere veramente Cristie. Era difficile da spiegare, persino a sé stessa, perché tutti i luoghi e anche tutte le persone che aveva attorno a sé sentiva di non conoscerle, ma nonostante questo non le erano esattamente come degli estranei. In più, oltre a vaghi ricordi con il suo ragazzo del quale non riusciva a ricordare il nome, della sua scuola e della sua famiglia, nella testa le rimbalzavano anche ricordi confusi che non sembravano appartenerle, ma in qualche modo avevano a che fare con quell'uomo che aveva visto alcuni minuti prima alla villa, e col modo in cui l'aveva chiamata. Andrea... era questo il suo vero nome?
Di colpo quella stessa voce la chiamò:
"Andrea..."
Quell'uomo era nella sua stanza? Com'era possibile? Si voltò col cuore in gola e lui era lì, poco lontano da lei. Lo fissò confusa senza riuscire a parlare... Chi era? Perché l'aveva chiamata così? Prima ancora che potesse anche solo formulare queste domande, la sorpresa la sopraffece e un urlo spaventato uscì dalla sua bocca, richiamando l'attenzione della madre di Cristie, la quale piombò subito dalla porta di quella camera, spaventata da quell'urlo.
"Cristie, che succede? Stai bene?"
Andrea continuava a guardare l'uomo nella stanza di fronte a sé con gli occhi sgranati e la faccia sconvolta. Cercò di indicarlo, ma per la donna accanto a lei, ovviamente, puntò il dito verso il nulla.
Preoccupata e senza comprendere cosa stesse succedendo a sua figlia, la madre di Cristie le accarezzò il viso e i capelli, cercando di calmarla.
"Ok, tesoro, va tutto bene. È evidente che sei molto stanca," la confortò sospingendola verso il letto. "Perché non ti stendi un pochino prima di mangiare, eh? Ti chiamo quando è pronto."
La fece stendere e la coprì con le coperte. Le tolse le scarpe e la lasciò a letto vestita, preoccupata per quell'urlo spaventato.
Le lisciò i capelli con una mano e Andrea capì di aver appena fatto la figura della sciroccata, ma rimase in silenzio cercando di capire il senso di quello che aveva visto e l'identità di quell'uomo. La madre di Cristie stette al suo capezzale ancora per un po', finché non si convinse che sua figlia si era calmata e finalmente le diede un bacio sulla fronte e abbandonò la sua stanza.
Quando fu di nuovo sola, Andrea si sedette sul letto e si guardò attorno alla ricerca di quell'uomo sconosciuto. Era sempre lì, esattamente al centro della stanza che la guardava con un misto di apprensione e sollievo.
"Stai bene?"
Lei cercò di non farsi prendere dalla paura e di rimanere calma.
"Chi sei? Come sei entrato qui dentro?"
Anche se non aveva parlato con tremore, l'uomo le rispose con cautela.
"Perdonami se ti ho spaventata, non era mia intenzione. So che in questo momento sei impaurita e confusa, ma credimi, io sono qui per aiutarti!"
Andrea continuò a fissarlo inebetita. Era un fantasma? E se non lo era, come aveva fatto a entrare in camera sua? Come faceva a sapere della sua confusione?
"Tu non sei veramente chi credi di essere, il tuo vero nome è Andrea McLeap." Continuò lui. "Sei figlia di Adam McLeap, il quale ha..."
L'uomo sospirò, bloccandosi, non sembrava più convinto di quello che stava facendo.
"Ma tu chi sei?"
Gli domandò di nuovo Andrea. Patrick sorrise, la stava prendendo decisamente meglio della volta precedente.
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Bloccata Nel Tempo
Science FictionStoria vincitrice del concorso "The girls 2017" sezione Fantascienza. Vincitrice come "Miglior suspence" agli "ShadowsAwardsContest 2018". Per Andrea McLeap la carriera è la cosa più importante. Ha sacrificato tutta la sua vita per lei, dalla famigl...