Capitolo 6

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Passa qualche giorno e Sonia racconta quella telefonata a Marc perchè è giusto così e d'altra parte, in un modo o nell'altro, sarebbe stato realtà di lì a poco.

Marc aveva reagito tranquillamente, senza darci peso, ma lei iniziava a conoscerlo a fondo e sapeva che non era la verità e quindi, nonostante fingesse di non aver capito nulla, cercava in ogni modo di stargli ancora più accanto, dandogli ogni possibile certezza sul suo amore, sul loro <noi>.

Allo stesso modo, Sonia aveva deciso di non rimandare troppo: se doveva tornare in quella casa, beh, doveva andarci al più presto. Forse era solo la paura dell'impatto più che l'impatto stesso.

In ogni caso decide di andare in una splendida giornata di sole, dato che aveva il pomeriggio libero dal lavoro e Marc era a degli eventi con la scuderia: mancava solo di portarlo in quella casa o farsi accompagnare e poi chiedergli di restare in auto!

Così aveva parcheggiato ed era salita su quelle scale che tante volte aveva pulito e più di una volta avevano fatto ridere o arrabbiare qualcuno di sua conoscenza... ma non è questo il punto. Arrivata davanti alla porta, Sonia cerca le chiavi all'interno del vaso e fa un respiro profondo: è giunto il momento. Apre e trova esattamente come aveva lasciato lei qualche mese prima, quando era passata per ritirare le sue cose e lasciare le chiavi. Quanti ricordi!

Sonia vaga da una stanza all'altra e si sente come le protagoniste della sua soap opera preferita, quelle che iniziano a parlarsi da sole e che camminando per la città ricordano il proprio amato ormai lontano... solo che Jorge non era e non doveva essere più il suo amato.

Comincia dalla sala: lì dove era iniziato tutto, il divano dove Jorge aveva cercato di dormire quella notte per non disturbarla e lei che lo aveva minacciato altrimenti se ne sarebbe andata in giro per la città di notte da sola: ancora le viene da ridere!

Poi la cucina: certo, non che fossero entrambi dei cuochi provetti, anzi Jorge aveva più volte ammesso anche davanti alle telecamere che non gli piaceva cucinare ma ogni tanto si inventavano qualcosa e poi erano risate perchè o usciva un piatto semi-disgustoso oppure si prendevano in giro perchè combinavano qualche sciocchezza...

Poco più avanti c'era la palestra dove Jorge passava gran parte del tempo ad allenarsi e Sonia, da brava fidanzata qual'era stata (forse), ogni tanto andava a fargli compagnia: il problema è che, sebbene lui tentasse di farle da coach, era una battaglia persa: lei era una schiappa, si stancava subito e andava a finire che si sedeva lì a guardarlo, magari senza maglietta, magari madido di sudore, ma era meraviglioso anche così, anzi, soprattutto dopo, quando sicuramente aveva bisogno di una bella doccia, e si sa... No Sonia, no! Cosa stai facendo? Vai avanti a guardare la casa, va, che è meglio.

E allora eccoci arrivati in camera da letto: nei cassetti c'era ancora qualcosa di Jorge, qualche camicia che utilizzava raramente perchè gli piaceva essere più casual, più pratico, di conseguenza le utilizzava per i grandi eventi e lei, la mattina appena sveglia, rindossava per sentire ancora il suo profumo addosso, anche se lo aveva sentito per tutta notte; il problema era che non riusciva mai a stancarsi di lui.
Apre uno dei vani della cassettiera e la prima sopra era una che le aveva regalato lei e si ricordava benissimo qual era l'occasione: era in giro per la città da sola e aveva visto questa camicia a quadretti grandi neri e bianchi che subito aveva deciso di prendere perchè, boh, era impazzita con questa fantasia. Quando poi era arrivata a casa, aveva capito dalla faccia di Jorge che non era il massimo e non c'entrava nulla con i suoi gusti ma allo stesso modo aveva fatto di tutto per non fargliela portare indietro perché, in un certo senso, voleva dire qualcosa per lui: lei l'aveva comprata non come regalo per compleanno, festività o anniversario ma perchè per la prima volta, dato che stavano insieme da un paio di mesi, lei uscendo a fare shopping, prima di pensare a sè stessa, aveva pensato al suo ragazzo, alla persona che amava e allora la utilizzava magari per le loro cene o quando aveva bisogno di farsi perdonare.
Inoltre, quella camicia era stata uno degli ultimi argomenti di cui avevano parlato qualche giorno prima di lasciarsi: Jorge sapeva di non essere riuscito a portare tutto l'armadio negli Stati Uniti ma quando aveva notato che aveva lasciato proprio quella, beh, le aveva suggerito, nel preparare la valigia per raggiungerlo,  di non dimenticarsela, in modo tale che, nel momento in cui lei fosse ripartita dopo l'aspettativa, lui avrebbe continuato a sentirla attraverso quella stoffa.

Inutile dire che lei dall'altra parte del telefono piangeva come se non ci fosse un domani ma evitando di farglielo capire...

"Portami a casa
Salvami ancora
Da queste mani fredde e viola
Riportami a casa
Perché ho paura di me
Tienimi stretto al buio e dimmi
Che mi vuoi bene anche così
Mi vuoi bene anche così"

Testo: Così sbagliato - Le vibrazioni

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