Mi ritrovai in un nuovo spicchio di memoria, si ho deciso come chiamarli; mi trovavo in luogo molto stretto, infatti stavo sdraiato a pancia sotto, alla mia destra stava il piccolo me, sembrava spaventato, non capivo ma il motivo della sua paura fin quando non sentì una voce dire: - puoi uscire Mina se ne è andata- e il piccolo me uscire strisciando dal nascondiglio; uscì anch'io e alzandomi mi ritrovai in una stanza bianca, le pareti erano bianche con sopra dei quadri raffiguranti fiori o paesaggi o delle persone vestite in modo ridicola, il pavimento era pieno di piastrelle di marmo bianco con delle macchie grigie, al centro stava un letto con sulla parete a sinistra un enorme finestra socchiusa da una tenda di seta bianca e a destra la porta di legno nero, sul letto stava una donna sulla quarantina, aveva lunghi capelli neri a macchie bianche e gli occhi bianchi, dallo sguardo sembrava piena di vita, indossava un pigiama bianco con un motivo a fiori; il piccolo me stava esattamente al lato davanti la porta, la donna disse: - ora puoi rilassarti, Mina non ti troverà le ho detto che sei andato dall'altra parte del castello, ci metterà ore ad andare e tornare-, il piccolo me disse con voce flebile e piena di candore: - grazie mamma-, lei accarezzandolo: - di niente amore-, notai una cosa dietro di lei stavano dei disegni attaccati, erano quelli che normalmente fanno i bambini, cioè quei scarabocchi che tutti facciamo, gli omini fatti con un cerchio per testa e le lineette per il corpo e gli altri, le casette fatte con degli stuzzicadenti, mentre lì guardavo senti il piccolo me dire: - aspetta ho qualcosa per te- e cercandosi nelle tasche tirò fuori un rotolò di carta, la donna lo prese e aprendolo disse: - wow, stai migliorando Umeno, questo avrà un posto d'onore- e girandosi sentì aprire un cassetto e lei tirò fuori un portagioie di legno intarsiato riponendo dentro di esso il disegno per poi chiudere il tutto e riporlo nel cassetto del comodino vicino a lei; lei si girò e si sentì gridare: - SEI ESCI FUORI! ORA!! –, il piccolo me si nascose nell'armadio a parete sulla parete della porta e chiudendosi dentro disse: - ti prego non farmi trovare-, la donna scosse il cranio in segno di aver capito; io ero come sempre vicino al me medesimo, non riuscivo a vedere niente, cioè di tutti i posti dove potevo nascondermi l'unico in cui non potevo vedere la scena; sentì la donna dire: - oh ciao Freo e Nevia che succede? -, Nevia: - hai visto Sei? È ancora una volta mancato agli allenamenti-, Freo con voce altisonante: - bah quel perdente non sarà mai un combattente-, Nevia con tono di rimproverò: - Freo, non dire così lui non è come noi ma si impegna più di te-, la donna: - voi due lo sottovalutate troppo e un giorno potreste essere voi cinque quelli deboli, ricordate le mie parole, Umeno sarà anche meno di voi in forza e addestramento, ma anche lui ha le sue qualità-, Uno: - beh a me non importa, tanto papà vuole ritentare l'operazione su di lui uno di questi giorni, ma tanto è un caso perso- e lo sentì andarsene; mia madre stava per dire qualcosa e la sentì tossire molto forte, ma non una di quelle tossi che sembrano forti ma poi non sono niente, una di quelle tossi forti e che provocano un dolore tremendo, sentì Nevia dire: - mamma, stai bene? Chiamo subito il dottor Guzman- e sparì, il piccolo me aprì socchiudendo un pochino la porta e vidi la scena, mia madre aveva un fazzoletto in mano completamente sporco di sangue, stessa cosa la bocca; ma prima che il piccolo me si potesse avvicinare tornò subito dentro, non capì il motivo fin quando non sentì la voce del dottore che disse: - Linda, sorella mia, è successo ancora? -, lei con voce debole: - si, sto peggiorando eh? -, lui preoccupato: - si, non ti devi stancare, non dopo quello che hai fatto-, lei: - ti riferisci al veleno prima della nascita di Ume? Ho dovuto-, lui: - ma perché, i tuoi figli saranno dei campioni, un nuovo gradino della scala di evoluzione umana-, lei con tono di tristezza: - ma non hanno emozioni, sono come dei burattini, l'unica cosa che conoscono è l'odio, la cattiveria; non sanno cos'è la gioia, l'amore, la tristezza; non voglio che anche Umeno sia così, ti prego promettimi che non permetterai a Grecis di fargli quello che ha fatto agli altri-, lui con tono triste misto a preoccupazione: - lo farò, ora riposati sorella, devi essere in forze, Sei non può vederti malata, stessa cosa Cinque o gli altri- e sentì la voce di "mia madre" dire: - ti prego, mantieni la mia richiesta, prendilo e fuggì via, Grecis è pazzo- e si addormentò, Guzman disse: - non ti preoccupare, sorellona, manterrò la promessa, costi quel che costi Grecis non farà niente a Umeno- e andandosene disse: - ah comunque Sei, so che sei qui puoi uscire-, il piccolo me uscì e lui avvicinandosi lo accarezzo dicendo: - hai capito qualcosa di quello che hai sentito? -, il piccolo me scosse la testa in segno di negazione, beh ci credo aveva quattro anni mica riusciva a capire tutto quello che sentiva, ma io che ne ho sedici invece li capivo e non voglio esprimere parere; la scena divenne nera e finì per sentire una leggera brezza, mi ritrovai in un enorme spiazzo erboso, sentivo il rumore del mare che sbatteva contro gli scogli, forse eravamo su una scogliera, vidi il piccolo me che stava piangendo davanti una tomba che aveva davanti una marea di fiori colorati, mi avvicinai per vedere chi era il deceduto, era meglio se non l'avessi mai letto, sulla tomba stava la foto della donna, cioè di mia madre, quindi un nuovo tassello per questa storia, forse stavo capendo qualcosa; mi sedetti vicino al me, stava inginocchiato in una pozzanghera di lacrime, provai ad abbracciarlo ma niente le mie braccia lo attraversavano come fosse un fantasma, allora misi le braccia a cerchio e lo circondai dicendo: - dai, su, è in un posto migliore, si felice per lei, ora potrà ehm danzare con gli angeli? – non sono bravo a confortare la gente, persino quando papà morì dissi queste stesse parole, sembrano stupide ma sono la prima cosa che mi viene in mente quando penso a cosa dire a chi ha una persona che è morta da poco; la scena cambio di nuovo e stavolta si vide il piccolo me con indosso quel maledetto casco di metallo, stava andando da solo per il corridoio fin quando non si trovò difronte a Grecis circondato da guardie e un misto di assessori, consiglieri, politici e affini; il piccolo me si mise di fronte alla loro strada e tirò fuori un coltello da cucina, lo teneva tremando e impaurito di fronte a suo padre e disse con un tono di pura rabbia: - io ti ammazzo, per la mamma- e si lanciò contro di lui, ma il vecchio gli sferrò un calcio e disse: - non fare pazzie, piccolo idiota, tua madre è voluta morire di sua volontà, come una stupida, pregando in ideali idioti- e togliendogli il coltello lo prese alla maglia e disse: - guardie, riportatelo in cella e chiudetela a quadrupla mandata, lo voglio sotto controllo ventiquattr'ore su ventiquattro, portategli solo acqua e pane raffermo e dite a quattro che gli dia una lezione, non accetto atti di ribellione come questo, soprattutto da un errore come te- e lo consegnò alle guardie, ma mentre lo portavano via lo sentì dire qualcosa a bassa voce, diceva: - bene, vedo che almeno qualcosa da lei l'ha preso, un po' del suo spirito combattivo, ma sempre inutile- e se ne andò insieme al suo gruppo in un'altra direzione; mentre stavo lì a contemplare le immagini che vedevo mi sentì come osservato, cioè stavo dormendo e mi stavo sentendo osservato mentre dormivo, sensazione più strana no eh? La scena divenne nera e vidi dietro di me accendersi una grande luce, mi girai e vidi una figura entrarci e la segui, entrai nella luce e mi ritrovai in un corridoio diviso in due colori, destra nero sinistra bianco ognuno con alle pareti dei quadri che raffiguravano delle figure molto strane e senza senso, tutte raffiguravano delle persone e sotto di loro c'era scritta con una vernice rossa una parola, per esempio sotto la prima nella parte nera c'era scritto "Odio", in quella nella parte bianca invece "Controllo"; quando fui a un passo dal uscire da questo corridoio mi sentì scuotere come ci fosse un terremoto e si sentì gridare: - Roy svegliati! Farai tardi! -.
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Number 6
Fantasy- chi sei veramente N.6 o Royal? Un amico o un nemico, un eroe o un mostro? Un uomo o una bestia? - - nessuno di questi, io sono io, non mi importa di sapere altro- Roy è un ragazzo di sedici anni, il suo sogno è di comandare uno spirito e diventar...