Stavolta mi ritrovai nuovamente nella stanza oscura, stavolta non ero legato ad una sedia, anzi davanti a me stava un bambino che piangeva come un forsennato, avrà avuto quattro anni massimo, indossava una maglietta nera piena di strappi con un grosso sei stampato sopra, indossava dei pantaloncini bianchi, i piedi erano nudi, le braccia e le gambe piene di lividi, sul volto aveva un enorme casco di metallo che gli chiudeva il volto lasciandogli solo delle sbarre con cui respirare, le mani dietro la schiena chiuse con delle manette, mi avvicinai per guardarlo, ma mi allontanai subito rimanendo scioccato, quel bambino, quel bambino ero io, ma come diavolo, deve essere un incubo ci manca solo la biondina con la maschera da teschio; sentì una porta aprirsi e vidi entrare tre ragazzini che avranno avuta tra di loro un anno di differenza uno dall'altro e forse due dal me bambino, ok questa cosa mi sta mandando in pappa il cervello facciamo che lo chiamò "me bambino", il primo aveva i capelli rossi sparati all'indietro e gli occhi rossi, indossava una maglietta e dei pantaloncini rossi, su quest'ultimi aveva stampato sul lato il numero uno e ai piedi un paio di scarpe rosse di tela; un altro aveva i capelli blu che finivano in un ciuffo lungo e pesante, sul volto un paio di occhiali da vista con la montatura nera che mostravano gli occhi azzurri, una maglia azzurra con segnato sulla spalla il numero due e un paio di pantaloni blu notte, ai piedi una paio di scarponcini con i lacci blu; il terzo aveva i capelli verdi con un ciuffo spinto sopra l'occhio destro, i quali erano color smeraldo, aveva una camicia verde acqua e un paio di jeans con una cintura chiusa da una fibbia a forma di serpente, ai piedi un paio di stivaletti da cowboy; il ragazzino rosso disse: - tre due alzatelo-, i due mossero la testa e sistemandosi ai lati del ragazzino dissero: - certo Uno- e prendendo alle braccia il me bambino dissero: - dai Sei ora ci divertiamo, giochiamo a "strilla più che puoi" Uno tocca a te-, Uno avvicinandosi si scrocchio le mani dicendo: - molto bene, farò il punteggio massimo- e sferrò un pugno in piena pancia al me stesso che emise un enorme gridò di dolore, Tre sorridendo: - come sempre Uno hai fatto un buon punteggio, ora tocca a me stavolta ti batto- e detto ciò i due si scambiarono di posto e Tre prendendo la rincorsa si scaglio contro il me medesimo colpendolo in piena pancia e lanciandolo contro la parete, il piccolo me era steso a terra ma venne rialzato di forza da quello blu che lo prese ad una delle sbarre e disse: - alzati, scarto, devi ringraziarci che ti teniamo ancora in vita, papà dice che dobbiamo costringerti a diventare come noi o resterai per sempre in questo gabinetto di posto- ma prima che riuscì a finire gli insulti ritirò la mano gridando dal dolore e proferendo queste parole: - maledetto, mi ha morso! – e dettò ciò sferrò un calcio sul casco del me medesimo facendolo rimbombare, stava per sferrargliene un altro quando si sentì una campana e Due: - sei fortunato che è ora dell'addestramento, ma ci rivedremmo domani e sperò che non mi hai lasciato il segno o chiederò a Quattro di spaccarti di botte- e dandogli un calcio veloce se ne andò, appena non furono più lì il piccolo me scoppiò a piangere, mentre vedevo ciò vidi entrare una ragazzina che poteva avere un anno in più del piccolo me, velocemente entrò nella stanza, aveva i capelli di un viola misto a rosa con sopra un cerchietto con una spilla a forma di cinque, gli occhi color malva, indossava una tuta rosa e un paio di scarpe da ginnastica e una borsa a tracolla; si avvicinò velocemente e iniziò a toccare il piccole me dicendo con voce fredda: - quei tre ci sono andati pesante, non ti preoccupare sei ci sono io con te non sei solo, ti farò fuggire, per la mamma- e tirando fuori dalla tasca una chiave mi tolse il casco e mi diede da mangiare, mentre il piccolo me mangiava lei gli curava le ferite e disse: - non ti preoccupare, ti prometto che uscirai da qui, la mamma non avrebbe voluto questo- e sentendo dei passi disse: - cavolo stanno tornando-, velocemente la ragazzina prese il casco e lo rimise in testa al me stesso per poi chiuderlo velocemente, entro una ragazzina bionda e gli occhi del medesimo colore, sul collo aveva una sciarpa con segnato sopra un quattro giallo, indossava la stessa tuta dell'altra, lei disse: - ehi cinque muoviti, dobbiamo prepararci per la festa di stasera- e entrando nella cella si mise la sciarpa sul volto, appena la vidi capì che non era una sciarpa ma una maschera, era la tizia con la maschera a forma di teschio; si avvicinò e disse: - stai parlando con Sei? -, Cinque dando un calcio in pancia al piccolo me disse: - no, stavo impartendo una lezione al piccolo errore-, Quattro: - bene, ora ci pensò io- e si avvicinò minacciosa a me, ma Cinque si mise davanti a lei e girandola sui suoi passi disse: - non dovevamo andare a prepararci? Ci penserai la prossima volta a torturarlo-, Quattro togliendosi la maschera disse: - si hai ragione sorellina, meglio che pensi il prossimo gioco da fare- e uscendo chiusero la porta, Quattro salì le scale mentre Cinque si voltò verso il piccolo me dicendo solo le labbra: - tornerò presto, resisti- e sparì anche lei; che diavolo stavo vedendo, ok appurato che questo non è né un sogno né un incubo, ma sta storia è strana, me da bambino che vengo chiamato Sei, quei ragazzini, la tipa con la maschera, questo posto, ok ora sto iniziando ad essere confuso; ma prima che potessi finire di ragionare sentì il tutto tremare e caddi in un enorme buco creatosi sotto di me.
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Number 6
Fantasía- chi sei veramente N.6 o Royal? Un amico o un nemico, un eroe o un mostro? Un uomo o una bestia? - - nessuno di questi, io sono io, non mi importa di sapere altro- Roy è un ragazzo di sedici anni, il suo sogno è di comandare uno spirito e diventar...