prologo

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PROLOGO.

"Hai un nome fragile, assomiglia alle tue mani, il nome che hai.
E gli occhi, anche gli occhi sono fragili, sorridono e piangono allo stesso tempo, a volte.
Sono piccoli, ma succede che siano così pieni di sentimenti da sembrare enormi.
Hai le risate timide e le parole insicure, ci provi a parlare, ci provi sempre, ma si capisce che per te è uno sforzo incredibile.
Stai bene da solo, ma da solo soffri tanto.
Non lo ammetteresti mai, ma si vede da come sei gentile con chiunque, anche con chi non lo merita per niente.
Vuoi che le persone ti vogliano bene, vuoi piacergli, e per quanto tu cammini con l'aria di chi non ha bisogno di nessuno tu hai costantemente bisogno di qualcuno.
Ti piace cantare e tutto sommato ti viene anche bene, sei simpatico: dico sul serio.
Sei simpatico e non te ne rendi conto.
Paure sconfinate e piedi piccolissimi che non ti permettono di scappare abbastanza lontano.
Lontano non ci sai andare, poi ti manca l'aria e non sai che fare, ti piace l'Italia, ma non è l'Italia che ti piace, sono quelle dieci o undici persone in tutto senza le quali non sapresti andare avanti, perché ci metti anni ad affezionarti a qualcuno, ma dopo è per sempre.
O insomma, quasi.
Come tutte le cose belle.
Mi fai sorridere quando dici che non credi agli amori infiniti e poi ti trovo commosso di fronte a un film d'amore che avrebbe dovuto far sorridere.
Tu non piangi mai perché sei deluso, quando sei deluso urli.
Quando piangi è perché speri, speri e non vuoi ammetterlo. Sperare ti ferisce, in qualche modo.
Credi che non sia da te, così piangi guardando film comici e ti giustifichi dicendo che non sai davvero come mai, "è da quando sono piccolo che mi succede."
E ora come sei? Ti senti grande?
Ieri ti ho visto camminare accanto a lui, quello che chiami il tuo amico, lui, lo scemo, non sai chiamare per nome le persone a cui tieni di più.
Non farmi male, non anche tu, non anche stavolta, stavolta che ci credo un po' di meno, ma sogno comunque un po' di più.
Ti piace la notte e ti piacciono le canzoni che non si usan più, gli abiti che non si usan più e i modi di dire che non si usan più.
Tutto in te è sincero, perfino il modo di vestire e di pronunciare le parole.
Perfino il modo di respirare.
Non ti controlli, non ci riesci e credi che sia un male, invece è meraviglioso, sei un fiore selvatico, uno di quei fiori che non si può cogliere ma solo guardare.
Profumi molto, se tu fossi un ricordo saresti l'odore delle lenzuola appena lavate, se tu fossi in me ti ameresti come gli uccellini amano volare, di un amore necessario.
Se tu fossi in me ti ameresti per non morire.
Sono qui che ti guardo, assomigli ad una poesia che nessuno mi dedicherà mai, una di quelle poesie che a leggerle pensi che sarebbe stupendo se qualcuno ti vedesse in quel modo e ti amasse così tanto,
invece niente, ma non per questo sei meno bello, non per questo, mai."

*

il prologo NON l'ho scritto io, io ho solo modificato qualche parte.
Ho utilizzato questa frase perché da quando la lessi mi venne subito in mente Filippo visto che secondo me lo rispecchia in pieno in ogni parte scritta.
I DIRITTI D'AUTORE non sono stati inseriti solo per il semplice fatto che io ho modificato qualche parte per adattarlo meglio alla storia (e non mi sembrava giusto mettere il nome se quindi non è la copia dell'originale, ma c'è anche del mio dentro) e secondo perché non so chi l'abbia scritta dato che su molti siti dove ho trovato questa frase mi dà la scrittura -anonimo.


+

IL RAGAZZO DI PIUME

(work of fiction)


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Carmen | 2017
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Questo libro è dedicato
A Maria, una cara amica che mi ha aiutata in momenti orribili, e a mia zia Lucia che già da un anno riposa nella gloria di Dio.
Mi manchi.

𝐈𝐋 𝐑𝐀𝐆𝐀𝐙𝐙𝐎 𝐃𝐈 𝐏𝐈𝐔𝐌𝐄 [IRAMA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora