Capitolo 2

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"Buongiorno." Salutai non appena entrai nel locale.

Marco stava sistemando alcuni tavoli quando arrivai. Poggiai la piccola borsa sull'appendiabiti e poi passai al giubbotto.

"Giorno, Mia." Mi salutò.

"Sei da solo? Dov'è Sara?" Gli chiesi mentre mi avvicinavo per aiutarlo a sistemare il tavolo accanto al quale stava lavorando.

"Non è voluta venire 'sta mattina; ha detto di non sentirsi molto bene."

"Mi spiace." Dissi sinceramente. Lo vedi annuire, prima di stringersi leggermente nelle spalle. "Marco stai bene? È successo qualcosa?"

"Sara dovrà rimanere ferma per altri due o tre mesi."

"Mi dispiace, dico sul serio." Mormorai ma Marco non mi guardò, né mi rispose di striscio.
"Quando avete parlato con il medico? Lei come l'ha presa?"

Sinceramente, la notizia da una parte mi confortava perché avrei dovuto ballare io con il partning di Marco sulle canzoni di Filippo e non potevo esserne più felice. Dall'altro lato però mi dispiaceva che Sara dovesse stare ferma per così tanto tempo.

"Siamo andati ieri, prima di venire qui e dice che è una frattura abbastanza seria." Mi confessò. "E come vuoi che l'abbia presa? Ha dato di matto davanti al dottore urlandomi contro che è stata tutta colpa mia e che se non avessi eseguito male quella presa ora potrebbe ancora ballare."
Uno sbuffo snervato lasciò le sue labbra.

"So di fare una domanda abbastanza personale e non devi rispondermi se non vuoi, ma come vanno le cose tra voi?"

Marco mi guardò e potetti cogliere per un attimo un po' di diffidenza nei suoi occhi. Infatti tintinnò un po' prima di dirmi:

"Credo che lei non mi ami più, o almeno non come il primo giorno sicuramente; lo vedo da come mi guarda Mia, anzi da come cerca sempre di evitare il mio sguardo."

Stavo per dirgli qualche parola di confronto, ma proprio in quel momento la porta si aprì e un Irama assonnato e disconnesso dal mondo fece il suo ingresso. Guardai Marco e mi fece segno con la mano di smettere di parlarne.

Tra lui e Irama non si sono mai intrattenuti buoni rapporti nonostante nessuno dei due abbia mai avuto nessun reale litigio con l'altro.
Presuppongo che si stiano semplicemente antipatici a vicenda, anche se non lo danno a vedere più del dovuto.

"Sei in ritardo." Lo rimproverò Marco controllando l'orario dal quadrante appeso al muro.

"C'erano dei lavori e ho dovuto cambiare strada." Tagliò corto Fil. "Ora vogliamo iniziare a provare oppure no?"

Marco sbuffò prima di passarci il foglio con le canzoni che avremmo dovuto ballare e cantare.

*

"Io vado al fast food qui vicino, vieni con me?" Stavo sfilando la borsa dall'appendiabiti quando Fil mi si avvicinò.

"Um, certo. Dammi un minuto."
Il moro annuì prima di uscire dal locale e aspettarmi fuori.

Marco era in un angolo con il cellulare tra le mani.
Mi avvicinai e lui mi guardò solo quando gli fui quasi del tutto vicina, anche se ebbi la sensazione che si era accorto di me già molto prima.

"Scusa se ti ho disturbato." Mi scusai. "Volevo solo dirti che io e Fil andiamo a prendere qualcosa, ho pensato che forse avresti potuto unirti a noi." Lo invitai ma lui dissentì educatamente con la testa.

"Ti ringrazio Mia, ma davvero non voglio." Il suo tono era quasi supplichevole e non ebbi cuore di trascinarlo con me.

"D'accordo allora, ma ti prego almeno mangia qualcosa quando vai a casa, o direttamente per strada." Gli raccomandai e lui mi promise che l'avrebbe fatto.

𝐈𝐋 𝐑𝐀𝐆𝐀𝐙𝐙𝐎 𝐃𝐈 𝐏𝐈𝐔𝐌𝐄 [IRAMA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora