Capitolo 5

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Sabato, 27 gennaio 2018.

La danza mi salvava. Mi salvava sempre: era riuscita a salvarmi ancora una volta. Era l'unica cosa che riusciva a farlo.

Concentrare tutti i miei sentimenti nei movimenti era una benedizione; mescolare insieme tutte le gioie e i dolori che mi portavo dietro riusciva a non farmeli pesare così tanto e a farmi misurare il loro peso al contempo.

Erano passati 5 mesi da quando feci il provino per i casting.

Ho ancora impresso nella mente la sensazione della paura che mi lacerava dentro quando arrivai agli studi Mediaset e il pensiero di voler ritornare indiero tanto velocemente come mi ero presentata lì.
L'immagine dii alcuni visi dello staff che mi indicavano la strada in saletta e mi dicevano di aspettare il mio turno.

Ricordo perfettamente la voce di Marcello che chiamava il mio nome e mi invitava ad avanzare di fronte ai professori. Mi fece presentare e subito dopo mi chiese su quale canzone avessi montato la coreografia che avrei ballato.
Io avevo montato un paio di coreografie su qualche canzone di Irama.

Ora non era più Filippo per me;
Ora era Irama. Solo Irama.

Il ricordo della partenza che mi aveva taciuto era ancora un taglio troppo fresco e profondo per me, che purtroppo ancora non riuscivo a ricucire del tutto.

Era da un po' che non lo sentivo; e non intendo solo che non sentivo più la sua voce o che non lo sentivo a telefono.
Non lo sentivo più. Non lo sentivo in radio, non lo sentivo nelle interviste, non lo sentivo più cantare delle canzoni. Non lo sentivo più fare musica.

In questi 5 mesi senza di lui ho fatto molte cose. Solo per tenermi impegnata dal pensiero della sua assenza, immagino.
Ho lasciato il locale di punto in bianco e mi sono trasferita da Monza a Milano.
Una piccola parte di me aveva intenzione di iniziare l'università con i soldi che mi ero guadagnata in quegli anni, e probabilmente l'avrei fatto se non avessi avuto la possibilità di entrare ad Amici.

In questi mesi, prima dell'inizio del programma, ero riuscita a scambiare qualche chiacchiera con mia madre ed ero passata anche a casa da lei un paio di volte per qualche oretta.

La prima volta l'avevo chiamata per dirle che avevo deciso di fare i casting e mi era sembrata abbastanza contenta; la seconda volta la chiamai quando mi dissero che avevano deciso di prendermi, e fu allora che mi invitò a casa per bere un caffè.

Fui contenta di rivederla e mi sentii bene quando, appena mi vide sulla soglia della porta, mi abbracciò forte. Salutai mia sorella, passammo un po' di tempo insieme e mi raccontò della sua nuova cotta.
Però, quando il compagno di mia madre tornò a casa decisi che quello fu il momento per andar via.

Nelle settimane successive alla seconda visita alla mia famiglia incontrai anche il mio ex. Stava fumando uno spinello con qualche amico che aveva frequentato la nostra scuola. Era un po' fatto, ma quando mi vide mi riconobbe quasi subito e si congratulò con me quando gli dissi la novità.

Aprii gli occhi non appena la musica finì. Respiravo a fatica e lo strappo nella gamba di questa mattina iniziava a bruciare di nuovo.

Avevo deciso di non comunicarlo a Maria, oppure sicuramente non mi avrebbe permesso di ballare.

Mi rimisi l'archetto col microfono, e sorrisi quando il pubblico iniziò ad applaudire forte.
Rivolsi uno sguardo alla commissione: fui sollevata di vedere Bill e Garrison sorridere e annuire. Rivolsi uno sguardo alla maestra Celentanto, la quale stava borbottando sotto voce qualcosa di incomprensibile alla Peparini. Mi innervosii.

Avevo sbagliato qualcosa per caso?

"Mia, devi dirmi tu chi vuoi che non voti." Maria mi sorrise.

Sentivo lo sguardo dei professori fisso su di me. Guardai Bryan, il mio sfidante, nonché allievo preferito della maestra Celentano. Anche lui mi rivolse uno sguardo.

"Um, non vorrei che votasse la maestra Celentano." Non volevo rischiare di non guadagnare il punto e forse, perdere un componente della squadra.

"Garrison." Lo richiamò Maria.

"Mia, sei stata favolosa. Ogni volta che ti vedo ballare io sono felice, tu racconti qualcosa di nuovo con il corpo ogni volta che balli." Una punta di eccitazione trapelava dalla sua voce. Gli sorrisi.
"Bryan, tu sei bravo. Hai una buona tecnica e sei un bravo ballerino, però io con te non riesco a vedere oltre quello. Non, non mi... emozioni come fa Mia." Disse e Bryan annuì, senza proferire parola.

"Bill." Riprese la padrona di casa quando il maestro Garrison ebbe finito.

"Io sono okay con Garrison. La coreografia te avevo assegnata perché volevo vedere altri colori e tu oggi mi hai fatto vedere tutti colori." Sorrise Bill, gesticolando con le mani. "A wonderful rainbow colors. Good."

Sorrisi alla commissione e quando anche la maestra Peparini si trovò d'accordo con i giudizi degli altri professori, congratulandosi, tornai al mio posto insieme a Bryan.
Quando gli passai accanto, Biondo, il capitano della mia squadra, mi fece un piccolo occhiolino che io ricambiai.

Simone era uno dei ragazzi con i quali avevo legato di più -e fin da subito- qui dentro. Era molto egocentrico e simpatico il sex symbol freddo che veniva da Roma, e che, ogni volta che apriva bocca pareva voler raccontare una barzelletta con il suo stretto accento da vero romano.

"Hai spaccato, lo sai?" Mi disse il mio amico di banco non appena mi sedetti.

"Grazie Ein." Lo ringraziai sottovoce. Bevvi un sorso d'acqua e poi posai la bottiglia accanto a me.
"Quante esibizioni mancano ancora?"

"Ehm, non saprei in realtà. Le avevo contate e credevo che la tua dovesse essere l'ultima." Mi riferì Ein, ma proprio in quel momento la voce di Maria intervenne.

"Devo presentarvi un aspirante candidato a un banco, ragazzi." Ci guardò Maria. "Lo faccio entrare." Fece una piccola pausa.

Il pubblico era già in delirio, nonostante ancora non fosse entrato proprio nessuno. Urla, applausi e addirittura qualche fischio erano più che udibili e io mi chiesi chi stesse realmente per entrare.

"Vieni, Irama."

Disse Maria, e io pensai di non aver perso solo il colorito dal mio viso all'udire il suo nome, ma anche qualcosa in più di qualche battito.

Appena fui capace di riconoscere sul serio il suo viso, sarei voluta letteralmente sciogliermi sul pavimento o scomparire per sempre.
Trattenni a fatica il fiato, ogni muscolo del mio viso iniziò ad irriggidirsi.

Sentii le mani sudare improvvisamente non appena Irama scambiò un bacio sulle guance a Maria e si girò brevemente verso di noi. I suoi occhi passarono ad un veloce setaccio tutti noi, e quando le sue iridi arrivarono alle mie, li spostò tanto velocemente che non fui nemmeno davvero sicura che mi avesse riconosciuta.

"Allora, Irama ha una lunga storia." La padrona di casa richiamò la sua attenzione e lui le rivolse lo sguardo. "Alcuni di voi sicuramente lo conosceranno già perché lui è stato il vincitore del..." Maria lo guardò, in cerca di aiuto.

"Ho vinto il Summer Festival."
La conduttrice accennò un consenso con la testa, posando il microfono.
Era chiaro che volesse che parlasse lui.

"Da lì firmai un contratto discografico. Ecco, per molti può sembrare una pazzia... ma io ho chiuso questo contratto discografico perché penso che... per me, non abbia avuto veramente così tanto valore perché non ho potuto far sentire a pieno le mie canzoni, come volevo." Fece una pausa, alzando leggermente le spalle. "Ecco, io oggi sono qua, a presentarmi.. a voi, per farvi sentire le mie canzoni, ciò che ho fatto." Fece un'altra piccola pausa, girandosi per qualche secondo verso il pubblico, prima di tornare a guardare i professori.
"Sono un ragazzo giovane che ha tanto da dare, ma anche tanto da imparare. Io penso che Amici sia il percorso giusto, sia.. artisticamente parlando, sia.. crescita personale che appunto, artisticamente parlando." Incespica leggermente con sulle parole. "E.. sono qua a presentarmi a voi."

Finì il suo discorso, e io ancora non ebbi ben ricordato come diavolo si faceva a tornare a respirare.

𝐈𝐋 𝐑𝐀𝐆𝐀𝐙𝐙𝐎 𝐃𝐈 𝐏𝐈𝐔𝐌𝐄 [IRAMA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora