Lo guardavo insistentemente di proposito.
Sapevo che essere fissato dalla gente era una cosa che odiava. Lo rendeva nervoso, incontrollato."Beh? Hai detto che vuoi parlarmi o continuerai a tergiversare con lo sguardo ancora per molto?" Ero arrabbiata. O forse delusa, ancora non lo avevo capito.
Lui evitava il mio sguardo di proposito, e io di proposito continuavo a fissarlo col mio.
Notai che si era cambiato rispetto a quando era entrato, e mi chiesi se lo avesse fatto subito dopo la puntata o prima di venire da me per parlare;
Indossava una semplice camicia di jeans chiara e i pantaloni erano leggermente strappati alle ginocchia.
Un tatuaggio che fuoriusciva dagli strappi si intravedeva sul ginocchio destro.Raffigurava un faraone e subito mi venne in mente quanto fosse affascinato dalla cultura egizia lui. Feci scorrere il mio sguardo sul suo corpo in cerca di qualche altro nuovo disegno, ma non ne trovai.
"Hai tagliato i capelli."
La sua voce mi fece sobbalzare leggermente. Era più rauca di quanto mi ricordassi. "Sembri diversa."Avrei voluto dirgli sì, che sembravo diversa perché diversa ci ero diventata dopo la sua assenza, ma non lo dissi. Non feci nulla.
"Stai bene." Continuò sulla sua linea quando vide che non lo risposi.
Continuai solamente a fissarlo. Volevo delle spiegazioni, dei perché.
Sbuffò. "Senti Mia, so che non vuoi parlarmi e non posso biasimarti, ma io-"
"Sei sparito. Te ne sei andato via e mi hai lasciata da sola come un cane. Perché?" Lo interruppi. La mia voce era più instabile del solito e quando si incrinò quasi nel pianto verso la fine, volevo prendermi a schiaffi da sola.
"Perché? Io voglio sapere perché, Filippo."Sapevo che di lì a poco avrei pianto. Ma stavo lottando contro me stessa e letteralmente contro ogni mio istinto di corrergli incontro e abbracciarlo, e dirgli che nonostante tutto mi era mancato. Che mi era mancato veramente.
Che avevo sofferto come un cane la sua assenza e che, nonostante questo, non riuscivo ad odiarlo - come avrei invece voluto fare.
Lo vedi scuotere la testa e quando mi diedi di spalle, pensai che se ne stesse andando così com'era venuto senza neanche rispondermi, invece si andò a sedere solo su un letto.
"Io.." iniziò, ma sbuffò stizzito per quella che pareva essere la milionesima volta da quando era qui.
Frugò nelle tasche dei suoi pantaloni e ne tirò fuori un accendino e un'unica sigaretta.Non mi chiese se mi desse fastidio che accendesse la cicca dentro la stanza. Aspirò per molto prima di buttare fuori il fumo, e poi chiuse gli occhi.
"Io, io non lo so." Sussurrò. "Io non lo so perché l'ho fatto." Si prese la testa tra le mani e iniziò a tirarsi leggermente le punte dei capelli.
Era serio?
"Mi stai prendendo per il culo per caso? È questa la tua risposta? Neanche ci provi a giustificarti?" Gesticolai, urlandogli letteralmente contro.
L'emotività che provavo fino a quel momento aveva lasciato spazio alla rabbia e la mia voce non tentava neanche di nasconderlo perché, ora come ora, volevo solo che si sentisse una merda come lui aveva fatto sentire me tutti quei mesi.
Una risata isterica uscì fuori dalle mie labbra quando Filippo non mi rispose, ancora.
"Cosa c'è? Il gatto ti ha mangiato la lingua?" Sputai praticamente veleno mentre il moro mi guardò per la prima volta da quando era entrato."Ti ho detto che non ho una cazzo di spiegazione, Mia! Smettila di fare la pazza isterica, non sei fottutamente morta solo perché sono stato via per un po'!" Urlò anche più forte di me.
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𝐈𝐋 𝐑𝐀𝐆𝐀𝐙𝐙𝐎 𝐃𝐈 𝐏𝐈𝐔𝐌𝐄 [IRAMA]
Hayran Kurgu𝐈𝐋 𝐑𝐀𝐆𝐀𝐙𝐙𝐎 𝐃𝐈 𝐏𝐈𝐔𝐌𝐄 | [C O M P L E T A] «Pareva la sola che riuscisse ad accettarlo com'era, forse perché non tentava di darsene una spiegazione». - Italo Calvino 👅•TUTTI I BEST SCORE S...