Rumori

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La scuola è finita (per adesso, so che l'inferno tornerà lunedì...) ed è ora di andare a dormire.

I miei genitori non ci sono, mi hanno lasciato un bigliettino sul frigo dicendo che erano ad una cena di lavoro o qualcosa di simile.

Mi siedo sul letto e appoggio la mano sul l'interruttore della luce, pronta a partire verso il mondo dei sogni, ma mi blocco dal spegnerla sentendo un fruscio alle mie spalle.
Mi giro di scatto; il suono proviene da dietro la porta di camera mia.
Guardo l'orologio appeso al muro: 22:55. È abbastanza tardi, avrei già dovuto dormire da un pezzo, ma quel rumore mi ha incuriosita e messo ansia allo stesso tempo. Ormai addormentarmi è fuori questione.

Mi avvicino esitante alla porta e ci poggio sopra l'orecchio per ascoltare meglio.
Sento ancora il rumore, è molto vicino, quasi contro la porta.

Il cuore inizia a battermi forte, facendomi quasi male al petto.

Sbircio dalla serratura all'interno del corridoio, ma è completamente buio, non distinguo neanche le altre porte.
Aspetto nella speranza che la mia vista si adatti all'oscurità, ma dopo lunghi momenti d'attesa non succede.

Mi allontano dalla porta e sento il lieve click di un interruttore. Mi volto nuovamente e vedo della luce passare sotto la porta. Non possono essere i miei genitori, è troppo presto e non ho sentito la porta d'ingresso aprirsi.

Un sudore freddo inizia a scendermi lungo la schiena, non posso far finta di niente e andare a dormire.

Ricomincio a sbirciare dalla serratura.

Il corridoio è completamente illuminato, mettendo bene in evidenza una sagoma nera al fondo di esso. Riesco solo a fissarla immobile, bloccata dalla paura. È bassa, alta al massimo come me, magra, con la testa enorme sproporzionata rispetto al corpicino esile. Le lunghe braccia ossute scivolano sulle maniglie delle porte nel tentativo di aprirle, ma per fortuna sono tutte chiuse a chiave.
Il suo corpo emana una sorta di vapore nerastro che si dissolve nell'aria e dalla bocca esce ogni volta che espira un lieve ringhio gutturale. Ma la cosa a sorprendermi più di tutte è l'assenza della sua ombra: dovrebbe essere proiettata sul muro dalla lampada in fondo al corridoio, ma invece non c'è nulla.

Allora è solo frutto della mia fantasia penso con un certo sollievo.

La testa della creatura scatta verso la mia porta. Resta per qualche istante immobile, come se stesse annusando l'aria.

Non è reale...

Non è reale.

Non è reale!

O sì che lo sono... E ti ho appena trovata...

Un brivido mi corre lungo la schiena, ma non so se è dovuto alla voce nella mia testa o al ruggito appena uscito dalla bocca spalancata di quella cosa.
La bocca è formata da tre file di denti aguzzi sporchi di una sostanza nera, prima ben celati dalle labbra, o forse sono stati estratti solo ora.
Inizia a correre contro di me, spingendosi con le lunghe braccia per muoversi più velocemente.

Lancio un urlo allontanandomi dalla porta.

Sento il tonfo del mostro che sbatte contro il legno. La maniglia inizia a girare freneticamente.

Sembra troppo reale per non esserlo...

Te l'avevo detto...!

Chiudo la porta a chiave prima che riesca ad aprirla ed indietreggio di nuovo di qualche passo.

È colpa tua, vero? Hai chiamato tu quella... Quella... Cosa.

Tesoro, stai prendendo un abbaglio, io SONO quella cosa. Ovviamente è solo una delle mie tante forme...

Stringo i denti e provo a calmarmi.

Cosa farebbe una persona intelligente in questo momento?

Mi guardo attorno alla ricerca di una fuga, ma non c'è nulla che io possa fare. L'unica finestra si affaccia nel cortile interno, ma saltarci attraverso sarebbe da pazzi, sono al quinto piano, avrei basse probabilità di andare lontano.

Il rumore di poco prima cessa d'improvviso, attirando la mia attenzione. Tendo meglio l'orecchio, ma non riesco più a sentire il rumore di quel mostro.

Mi ha lasciata stare! Sia benedetto chiunque l'abbia mandato via!

Mi avvicino di nuovo alla porta, sbirciando dalla serratura.
Il corridoio è ancora illuminato, ma non c'è più traccia di quell'essere.
Il mio cuore rallenta il battito e un sorriso vittorioso compare sulle mie labbra.

Sono salva... Non so come, ma sono salva!

Proprio quando sto per aprire la porta un occhio si affaccia dall'altro lato della serratura. È senza palpebre, completamente nero e la mia espressione terrorizzata viene riflessa al suo interno.
Il cuore mi salta in gola, impedendomi in un primo momento di gridare.

Lo sguardo della creatura si posa su di me.

Sento il rumore dei suoi artigli graffiare delicatamente la porta, col solo scopo di farmi impazzire ulteriormente.

Mi giro verso la finestra e vado ad aprirla. Il mostro inizia a battere con forza contro la porta, come se volesse fermarmi, ma ormai ho deciso e non farà in tempo a romperla per prendermi... Spero...

Forse c'è la speranza che io riesca ad aggrapparmi al ramo dell'albero che ho di fronte, altrimenti spero che la morte giunga rapida e indolore.
Sto tremando come mai prima d'ora, mi sento incerta seduta sul davanzale, con le gambe sospese nel vuoto.

Faccio l'errore di guardare in basso: vedo le mattonelle del pavimento grigio piccolissime, così lontane dai miei piedi...

La paura mi attanaglia lo stomaco, non facendomi muovere alcun muscolo, ma un ultimo sguardo alla porta riesce a spazzare via ogni incertezza.

Cosa fai?! Non vorrai mica saltare...?

E chi me lo impedirebbe?

IO.

E a te cosa importa?

Il gioco è durato troppo poco... Abbiamo ancora tante cose da fare insieme...

Raccolgo tutto il mio coraggio e salto, pentendomi praticamente subito di quella scelta; ma è tardi per cambiare idea.

Vengo abbracciata dal vuoto e il vento mi sferza il viso, ogni singolo appiglio sembra lontanissimo e irraggiungibile.
Il rumore del mio cuore mi rimbomba nelle orecchie per un ultima volta nella vita, mentre le lacrime mi rigano le guance.

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